Sabato mattina dovevo fare dei lavori domestici molto urgenti, ossia fotografare dei quadri per rivenderli su Depop. Siccome ero già sufficientemente incazzata perchè la sera ci sarebbe stato Tiziano Ferro allo Stadio Olimpico e io -in nome di non so quale stupida spending review- non mi ero procurata un biglietto, ho preferito ascoltare altro. Cambiamo, va’, proviamo con un po’ di musica classica, che magari mi calma un po’. Ma quando è partita questa playlist di Spotify, anziché calmarmi mi è venuto un complesso grosso quanto una casa.
Non ne conoscevo nemmeno un quarto dei brani. Da qui, una sfilza di domande: perché non so mai niente? Durante le ore di musica, alle medie, cosa facevamo esattamente? I notturni si possono ascoltare anche di giorno, oppure i vicini si lamentano? Cosa ho combinato negli ultimi 33 anni, a parte comprare quadri per poi svenderli su Depop? Soprattutto, da quando in qua la Carmen è in francese?
Per una volta tanto, la risposta non era dentro di me: era in casa, pesava 85 kg e stava facendosi la barba in bagno.
- Io. Amore, ho scoperto che sono ignorante.
- Lui. Lo sapevo già, eppure t’ho presa in casa lo stesso.
- Io. Perchè non so niente di musica classica? Eppure ho fatto il classico…
- Lui. Se è per questo vendi prodotti per dimagrire, eppure non sei magra. Comunque non temere: martedì sera ti porto a vedere la Carmen così colmiamo questa lacuna e soprattutto la pianti di frignare.
- Io. A teatro! Oddio, devo uscire a comprare un abito lungo di chiffon, senza di quello mica ti lasciano entrare! Oppure uno tipo emoji whatsapp, come la ballerina di flamenco! E poi quanto spendi, pirla? No, perché io non vado a vedere Tiziano per risparmiare e se poi tu…
- Lui. Tranquilla, è gratis ed è in piazza San Carlo. Vestiti normalmente, tipo non come sei adesso, e andrai benone. Non urlare e non applaudire fino alla fine, o te le taglio, quelle manine.
Allora, mi sono informata per voi. Succede che la mia città, dal 23 al 28 giugno ospiterà il Torino Classical Music Festival. I concerti serali, gratuiti come tutto il resto del Festival, si svolgono in Piazza San Carlo (per chi mi segue su Instagram e per i non torinesi: è la piazza più bon-ton della città che spesso fotografo durante le mie sessioni di corsa al mattino presto) e saranno eseguiti dall’orchestra del Teatro Regio, dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e l’Orchestra Filarmonica di Torino. Per i più fortunati che possono uscire durante il giorno (anziché obbedire alla barbara usanza di lavorare full-time) ci sono anche concerti diurni che si terranno nelle corti dei più bei palazzi barocchi di Torino, eseguiti da studenti e insegnanti dei Conservatori di tutto il Piemonte.
In analogia con Expo (ve l’ha detto qualcuno che a Milano c’è questa fierucola di Paese, sì, lo sapevate?) ogni giornata sarà dedicata a uno o più Paesi: la Germania, la Russia, l’Italia, l’Austria, gli USA. La Carmen omaggia la Francia -per l’origine dell’autore Bizet- e la Spagna -per l’ambientazione iberica- (ma io dico, Bizet potevi anche scrivere il libretto in spagnolo, a livello di sceneggiatura ci stava molto di più). Il programma completo dei concerti è qui. Sicuramente mi troverete in piazza San Carlo stasera alle 22:15. Non sarà difficile riconoscermi: sarò quella bionda bassa che cerca di capire cosa succede sul palco, affiancata da uno pelato alto che mi tiene per mano, terrorizzato dall’idea che io metta ad applaudire.
Che bel vestitino, si vede che la Carmen era una spagnola che parlava francese ma sapeva il fatto suo