In Louisiana, in due anni di regular season, si è passati da 56 vittorie a 37, passando oltretutto da una finale di conference quasi sfiorata, fino al mancato passaggio a playoffs. Nella “Big Easy” è tempo di ricominciare a vincere, o quantomeno ad arrivare sani e salvi ai playoff. Negli ultimi anni, come tutti sappiamo, ci sono stati problemi ben più seri di un mancato passaggio ai PO, e mi riferisco ovviamente all’uragano Katrina, che ha devastato gran parte della Lousiana. Dopo questo tragico evento, gli Hornets hanno avuto la fortuna di trovare in Oklahoma City un rifugio sicuro per continuare la loro stagione. Sono stati i tempi più duri da quando la franchigia si è trasferita nella “città del jazz” (in quanto la squadra fino al 1997 era stanziata a Charlotte, NC), ma dopo un anno e mezzo di purgatorio nello stato dell’Oklahoma, gli Hornets sono tornati in città.
In breve tempo la città di New Orleans ha reagito bene su quasi tutti i fronti, ed in questa reazione parteciparono (sempre dal punto di vista sportivo, perché dal punto di vista umano non mi sembra il caso di cominciare a discuterne qui) anche i “calabroni” che 2 anni dopo Katrina, compirono una vera e propria impresa. Stagione finita con uno straordinario secondo posto a Ovest e conseguente premio a Byron Scott come miglior allenatore dell‘anno ed un secondo posto nella classifica MVP per il leader della squadra Chris Paul. Il sogno dell’impresa terminò a gara 7 delle semifinali di conference, contro gli Spurs. Qualla stagione sembrava la nascita di una franchigia che poteva competere ad alti livelli, ma non fu così. L’anno dopo, terminando la RS comunque con un settimo posto nella Western, incapparono in uno scioccante 4-1 coi Nuggets, posizionatisi secondi. Dico scioccante, non per il semplice 4-1, ma perché a gara 4 della serie, NO perse di 58 punti! Un simile distacco di punti non si vedeva da tempo in NBA. Da lì, sembrò come se la squadra si fosse in qualche modo disunita.
Durante la pre-season della stagione appena trascorsa, ci sono stati degli scambi interessanti. Ad esempio lo scambio Chandler-Okafor, che sulla carta poteva rivelarsi ottimo per NO, ma che si è rivelato quasi un fallimento. Sebbene l’ex Bobcats ha raggiuntoa fine stagione una media di circa 10 punti e 9 rimbalzi a match, il vero fallimento è stato nella chimica non trovata con CP3, che in passato con Chandler ha regalato spettacolo per 90 partite almeno, a suon di “alley-oop“. Ovviamente il fallimento non sta solo nella mancata sintonia tra i due. Ci sono stati tanti piccoli problemi, come l’infortunio di Paul, e la perdita di comprimari efficienti nel ruolo esterni (oltre ad altri problemi interni, che farei fatica a citare tutti) che portarono addirittura all’esonero di Byron Scott, oltre che danneggiare molto la franchigia. Risultato, come ho scritto all’inizio: 37 vittorie e niente PO.
Quest’anno il tormentone estivo in casa Hornets è stato la probabile richiesta di cessione da parte di Paul alla società, nel caso non fossero arrivati rinforzi, per competere ad alti livelli. Il nuovo GM Demps, che rileva Bower, insieme al coach esordiente Williams (era secondo di McMillan a Portland) sta provando quanto meno ad accontentare CP3, a costo di mandare altrove gente promettente, ed è stato proprio così: In uno scambio che ha coinvolto Pacers, Rockets e Nets, gli Hornets hanno ottenuto Trevor Ariza, ma hanno rinunciato a Posey (non più il gran difensore di una volta, per di più con un contrattone da pagare) e soprattutto a Collison, play ex UCLA, rivelazione della scorsa stagione a New Orleans (12 punti di media a partita dopo la RS, mentre nei match da titolare, 18 a gara con quasi 9 assist). Quindi, per aiutare Paul, il sacrificio è stato fatto per DC. Un giovane promettente se n’è andato, mentre arriva uno un pò più vecchio (si fa per dire) ma con già un po’ di esperienza alle spalle. Parliamo di Ariza, ottimo atleta e difensore, che cercherà di aiutare gli Hornets per raggiungere l’obiettivo PO. Personalmente, credo l’ingaggio di Ariza sia un buon colpo, in quanto aumenta il tasso qualitativo del team, dal punto di vista soprattutto difensivo, però questa mossa potrebbe rivelarsi un fallimento in futuro, semmai Paul decidesse realmente di andare via, in quanto la squadra non si troverebbe con un sostituto all’altezza in squadra.
Dipenderà tutto da questa stagione.
Un altro arrivato nella “Big Easy” è di nostra conoscenza. Infatti, nello scambio che ha portato Wright a Toronto, è arrivato in Louisiana Belinelli. Talento e qualità offensive invidiabili, non sempre comprese dai vari Triano e Nelson, rispettivamente a Toronto e a Oakland (Warriors), cercherà di trovare i suoi minuti, facendo presumibilmente da cambio a Marcus Thornton. Demps, quindi sta facendo di tutto per aiutare la squadra e migliorarla per l’immediato futuro, ma questo piano potrebbe, ripeto, miseramente fallire, nel caso la stagione degli Hornets si rivelasse sotto le aspettative. Si vedrà tutto a Maggio prossimo. Il futuro di Paul, e della franchigia, dipenderà molto dall’immediato futuro.