Conosciuti anche come chiarsons o cjalzons I Cjalsons sono una via di mezzo tra degli gnocchi ed i ravioli, sono tipici della cucina friulana e più precisamente della Carnia , luogo in cui sono radicati da tempi tempi immemorabili.
Conosciuti sul territorio da lunga data e documentati sin dal medioevo i cjalsons venivano inizialmente preparati nei monasteri per celebrare le festività più importanti, quali il
Natale e la
Pasqua. Ma da dove proviene l’usanza di preparare questi ravioli dalla sfoglia a base di patata e dal ripieno in perfetto equilibrio tra dolce e salato detto “pastun” ? A tal proposito va detto che il “liber de ferculis” di Giambonino da Cremona , che racchiude diverse ricette (circa 80) tratte da una monumentale opera araba composta attorno al 1500 a
Bagdad contiene, tra le tante la ricetta del “calizon panis”, termine divenuto “calisone ” in italiano medioevale . Preparazione che inizialmente era fritta ed a base di carne, come tutt’ora sono i ravioli arabi, chiamati oggi “sambusah” che vengono tradizionalmente portati in dono quando si va a far visita ad amici e parenti. Per quanto riguarda i cjalsons invece diversi sono i ripieni, un po’ perché la conformazione montuosa del territorio non favoriva gran che la comunicazione tra gli abitanti delle valli, un po perché si tratta di una ricetta molto antica, tramandata molto spesso oralmente, diversi sono i ripieni, che rispettano però sempre la regola principale; il pastun (tipico ripieno) deve essere in perfetto equilibrio tra dolce e salato. A seconda delle zone si hanno infatti ripieni a base di erbe di montagna, ricotta ed uvetta , ma anche a base di patate, menta e cannella e così via, arricchendo naturalmente sempre il tutto con il formaggio, ingrediente principe di queste zone tradizionalmente vocate all’arte casearia. Concludo col dire che, non solo si tratta di un piatto storico e tradizionale, ma vi sono come spesso accade anche leggende ad esso legate, una molto carina narra di uno dei tanti ” Sbilfs” , ( che per chi non lo sapesse sono i folletti che secondo molti popolano i monti friulani ), di nome ” Guriut “; cioè del folletto più dispettoso e goloso. Ebbene, pare che una notte ” Guriut ” fu sorpreso da una massaia a rubare la panna che lentamente affiorava dal
latte appena munto, la donna naturalmente si infuriò e cercò di imprigionarlo in una cesta, ma lui fu ben più lesto ed afferrandola per la gonna la fece cadere. Una volta a terra il folletto si limitò a ricoprirla di baci e carezze, la donna rimase stupita e gradì la simpatia e la bontà di Guriut, tanto da non volerlo più imprigionare e da diventargli amica. Lui come ricompensa e per ringraziarla dell’amicizia gli regalò la ricetta dei Cjalsons.
Ecco dunque la ricetta, che naturalmente non è quella canonica, ma ben si una delle più usate:
Ingredienti per la pasta:
250 g di patate , 1800 g di farina , 1 tuorlo d’uovo , sale q.b.
Ingredienti per il ripieno:
150 g di spinaci (cotti e strizzati) , 60 g di ricotta salata , 40 gi di uvetta
1 cucchiaio di granella di nocciole , sale q.b. , noce moscata , un pizzico di cannella
Procedimento:
Cominciate a preparare la pasta, per fare ciò lessate le patate, schiacciatele e impastatele con la farina, il tuorlo ed il sale, (come se doveste fare gli gnocchi). Stendete dunque il composto sulla spianatoia ben infarinata ( essendo molto morbido tenderà ad attaccarsi quindi abbondate con la farina) e lasciatelo raffreddare. Nel mentre preparate il ripieno; sminuzzate gli spinaci e l’uvetta, unite poi ad essi la ricotta grattugiata grossolanamente, le nocciole ed il sale e la cannella q.b. ed amalgamate per bene. Ricavate dunque dalla sfoglia dei quadrati al centro del quale porrete una porzione di ripieno e richiudeteli a triangolo. cuocete dunque i cjalsons in abbondante acqua salata per circa 4 minuti, scolateli delicatamente e conditeli a piacere, (generalmente con burro e salvia).