Magazine Per Lei
Passi l'estate a temporeggiare, rimandare. A procrastinare. Continui a ripetere, con un certo masochistico gusto: 'Ci penserò a Settembre, tanto c'è tempo'. Questo giochino perverso ti porta ad accumulare una certa dose di impegni e Cosedafare, un mucchietto cospicuo di Rotturedipalle. Poi una mattina ti svegli e - Magia! - Settembre è tornato a trovarti, con tutto il suo carico di belle promesse e ansie da prestazione. Quel giorno è arrivato, per me, da ben 7 lune, anche se siamo al 4 oggi. Perché io sono una che anticipa, mi vivo le cose intensamente e comincio sempre un po' prima. Per questo mercoledì 29 ero già proiettata verso la partenza e giovedì 30 ero sulla porta con la valigia pronta. Non è che non sono stata bene, ho avuto i miei momenti di gloria - non posso negarlo - ho avuto la mia porzione di felicità e serenità, come è giusto che sia, e cioè: a tratti, a sprazzi, a singhiozzi. Il richiamo delle Coseimportanti era - troppo spesso - più forte di tutto il resto, relegandolo sullo sfondo. Perciò io l'ho seguito - quel richiamo - come un bravo e ubbidiente cagnolino addomesticato. Come dirlo altrimenti? Così: l'operazione mi ha cambiata.
E' come se mi avesse sintonizzata su altre frequenze. Come una 'cinquina' improvvisa, che ti ridesta dal sogno, o il campanellino tibetano, che ti riporta alla realtà e ti ricorda che adesso si fa sul serio. E in fondo non ti dispiace nemmeno, che eri stanca di giocare, stufa di tutta questa libertà (ah faccio come cazzo mi pare io, non rendo conto a nessuno). Invece ora, lo ammetti, hai davvero voglia di assumerti nuove responsabilità, di prenderti carico di sconosciute preoccupazioni, provi gioia all'idea di destabilizzare la tua vita, di mettere in crisi orari e ritmi e abitudini, per un Esserino Nuovodizecca. Ti capita sempre più spesso di essere lì a fare qualcosa, con Lui, di quelle che puoi fare per bene solo se sei una coppia nullipara (no, non parlo di sesso) e all'improvviso qualcosa si disconnette dentro di te, facendoti perdere il filo di quel che stavi facendo, vedendo, ascoltando. Guardi Lui e Lui guarda te ed è chiaro che volete entrambi la stessa cosa. Volete trovarvi nella condizione di dover (nel nostro caso Poter è più attinente) dire: - Noi andiamo, portiamo il Pupo a casa - C'è chi vorrebbe un cane da portare a spasso, a ognuno il suo.
Perciò non è stato sempre facile assecondare i miei nuovi bisogni, non solo perché - evidetemente - manca la materia prima. Non lo è stato soprattutto la sera. Ero nel luogo della perdizione, dove tutto è un invito esplicito a mangiare, bere, consumare, stare in giro, spendere. E io ho sentito qualcosa di nuovo: un quasi disinteresse per questi piaceri, per queste forme di divertimento. Ho fatto un paio di aperitivi e un paio di cene fuori. Non ho mai fatto tardi veramente, ricercavo invece la pace, la tranquillità. C'è da dire che non avrei mai retto i ritmi dell'anno scorso, né il mio stomaco, né il mio sistema nervoso. Avevo bisogno di riposo, certe volte il sonno mi coglieva proprio alla sprovvista, mettendomi anche in difficoltà. Volevo dormire, riposare e nutrire la mia anima con altro.
Il mare non mi andava a genio, mi sentivo scomoda, fuori posto. Il mio corpo non ne voleva sapere di lasciarsi andare e abbandonarsi al tepore del sole, o al fresco dondolio dell'acqua. Noia. Fastidio. Paranoie (non prendere il sole sulle cicatrici). E allora cosa cazzo ci sto a fare se tutto il tempo devo stare a preoccuparmi dei 3 buchini? Sono venuta qui per staccare, per tornare a sentirmi bene. Per dimenticare, anche. Perché no. La montagna mi era più affine. Si, mi sono riscoperta montanara, amante dell'aria tersa e fresca (dopo i 1500 metri ovvio), della natura che ti parla e ti rigenera, delle salite e delle discese. Dei panorami che fanno scappare gli occhi fuori, lontano. Che fanno venir voglia di viaggiare, scoprire. Per poi tornare e ricominciare con una carica e un'energia vitale nuova, inattesa. Che ti fanno sentire potente, capace di tutto, anche di affrontare e sconfiggere i draghi. Mi sono sentita vicinissima a dio, alla beatitudine, all'estasi. Al controllo sulla mia vita, capace di nuovo di gestire problemi e trovare soluzioni creative, invece di venirne schiacciata. Più le montagne erano alte, più assistevo ad un altro elettrizzante e sorprendente spettacolo: quello dei miei problemi che si rimpicciolivano.
E' qui che voglio restare, è qui che voglio vivere. Dove tutto si ridimensiona, anche i destini avversi e le lune storte.
Però, a onor del vero, c'è da dire che sono riuscita anche in un'altra mirabolante impresa, almeno per la sottoscritta, cioè a ritrovare una parte fondamentale di me: la mia sessualità. Dopo gli ultimi eventi era entrata un po' in crisi, come darle torto? Invece, con mia grande sorpresa (e suo - di Lui - enorme sollievo) una domenica piovosa qualcosa in me si è ridestato, rimettendomi in contatto con un'energia che si era sopita da un po' (e che temevo di non risentire for a long time). Ed è stato davvero naturale e nuovo e incredibilmente dolce perché...non aveva altro scopo se non l'Amore in sé. E' stata una conquista. Non è scontato ritrovarsi così, riuscire a farlo di nuovo con intensità e passione, quando il sesso ha avuto per anni un secondo fine.
Ora invece ho l'Apparato Ludico (vero Divina Ringhio?), perché per la prima volta in tutta la mia vita so, con certezza matematica, che nulla accadrà naturalmente, che un figlio non potrà MAI arrivare così, facendo l'amore. Nemmeno con un miracolo. Nemmeno se mi distraggo e non ci penso. Nemmeno se mi ubriaco. Nemmeno se mi faccio una vacanza. Ah ah. Li ho fregati tutti. E dopo anni di attese, tanto estenuanti quanto inutili, ora per me è Sollievo. Non dipende più da me, da quel che faccio o non faccio. Ora Accettare è più semplice. Ora mi sono messa davvero l'anima in pace. Finché avevo anche solo un briciolo di speranza (vana, a posteriori posso affermarlo), quella mi logorava, portandomi ogni mese ad aspettare qualcosa che non sarebbe mai potuto arrivare così, per noi. Oggi so qual è la mia strada e so che la percorrerò fino in fondo. E il ciclo non sarà più un incubo per me. Tranne questo di Settembre, a dire il vero. Sono due giorni che soffro, mi ha fatto penare prima perché tardava e ora perché non mi dà tregua, tra crampi e dolori. Lo aspettavo con ansia, sapevo che sarebbe stato più duro del solito: il primo post-intervento. Ma so che è un'eccezione (oddio, lo spero!). Il ciclo catartico, che segnerà un nuovo inizio.
E perciò, per concludere, io sono in FED (ovvero la mia ormai famosa Fase Elaborazione Dati). La mia mente è affollata, siamo in tante lì dentro e ci vorrà un pochino prima che riesca a mettere tutte d'accordo. Su una cosa però non si discute: l'entusiasmo, la voglia e l'impazienza di vivere con Lui questa nostra nuova avventura. Ci sono tante cose da fare, creare, sistemare, cercare, inventare, aggiustare. Mi pare proprio che la parte più bella sia proprio questa qui: quella dei preparativi, la gioia che c'è nell'attesa attiva, che costruisce lo spazio intorno a sé per far posto al nuovo, che sta per arrivare. Continuo a sentirmi quell'atleta lì, di cui vi parlavo in questo post, concentrata sull'obiettivo. Che canalizza le energie mentali e fisiche verso la meta, per la quale si è preparato una vita intera.
Mi viene in mente una frase di Erri De Luca, dal libro 'Non ora, non qui'.
'Molto del destino di ciascuno dipende da una domanda, una richiesta che un giorno qualcuno, una persona cara o uno sconosciuto, rivolge: d'improvviso uno riconosce di aspettare da tempo quell'interrogazione, forse anche banale, ma che in lui risuona come un annuncio e sa che proverà a rispondere ad essa con tutta la vita'.
La mia domanda l'ho scoperta da poco, perché è arrivata adesso: - Lo vuoi davvero un figlio? Cosa sei disposta a fare per averlo? Ora lo so, le sfide che affronto, a cui mi sottopongo, sono la misura della mia determinazione, del mio amore. Sono la risposta a quella domanda.
* Qual è la vostra? *
postilla prima: la collana che porto nella seconda foto, quella in Giallo, mi è stata regalata da Giò, di Bruskamente famiglia. Me l'ha spedita insieme alle stoffine e io le ho promesso che l'avrei indossata in occasione della mia prima uscita serale: grande evento per la sottoscritta, dopo la clausura forzata. E che sarebbe stato per me il simbolo della mia rinascita. Questa foto la dedico a te Giò, hai visto? L'ho fatto davvero!
postilla seconda: certo che arriveranno anche le foto, vi parleranno di questo mio amore smisurato per la natura, ma anche di paesini antichi, nei quali è una gioia provare a perdersi. Delle apparizioni, di sorrisi e scoperte. Vi racconteranno dei momenti di leggerezza, a lungo cercata e trattenuta per poco. Ma non è forse poi questo che ci mantiene vivi? La tensione continua alla felicità, la ricerca costante di un miglioramento?
Stay tuned, stavolta torno presto. Parola di Nina ^^ (approposito grazie, di cuore, a quante di voi in questo periodo di silenzio mi hanno cercata, per sapere come stavo. Le vostre premure mi commuovono sempre).
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