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I Miami Heat incontrano il Presidente Obama

Creato il 29 gennaio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Negli Stati Uniti è consuetudine che le squadre che vincono il titolo nelle principali leghe professionistiche sportive vadano alla Casa Bianca a incontrare il Presidente, regalandogli di solito pallone e maglietta e ricevendo in cambio i complimenti per la loro vittoria. Quest’anno è toccato ai Miami Heat venire ospitati da un grandissimo appassionato di basket come il Presidente Barack Obama, che come sempre si è dimostrato oltre che molto competente anche veramente spiritoso, facendo una grande quantità battute, prendendo in giro i giocatori più anziani come Juwan Howard e Mike Miller ma anche il modo di vestire di Dwayne Wade. Tra uno scherzo e l’altro il Presidente ha anche voluto fare i complimenti ad una squadra che prima di vincere ha dovuto superare parecchi problemi, ma che non si è abbattuta, tutt’altro.

Obama ha accolto gli Heat con “Sono onorato di accogliere alla Casa Bianca i Miami Heat, una piccola squadra pronta a diventare famosa“, per poi continuare a scherzare sul fatto che avrebbe preferito vedere i Chicago Bulls li con lui (essendo un grande tifoso dei Tori). Come detto però il Presidente ha voluto rendere omaggio alla squadra lanciando un segnale anche all’intera Nazione, sulla possibilità di rialzarsi dopo essere caduti: “Questo team ha percorso una lunga strada per diventare quello che è oggi. Quando si cade si migliora. E noi siamo qui per celebrarli“. Nell’occasione Obama ha anche snocciolato nel dettaglio gli eventi più importanti della serie Finale, mostrando competenza e facendo i complimenti ai vari protagonisti delle partite, scherzando ancora con Mike Miller e la sua impresa impossibile di segnare 7 triple in gara 6 pur non potendo camminare per i problemi alla schiena.

Dopo aver dato del “nonno” ad Howard, riso sull’abbigliamento di Wade e sul soprannome di Mario Chalmers (Mario “Motherfucking” Chalmers) Obama ha passato la parola prima a coach Spoelstra e poi ai due leader della franchigia della Florida. LeBron James, visibilmente agitato, è stato il primo a prendere la parola: “Si suppone che io debba dire qualcosa?“. Obama ha subito risposto: “Puoi farlo se vuoi, questo è il tuo mondo dopotutto“. E allora James: “Tutti noi vogliamo ringraziarla per l’ospitalità e per averci ricevuto alla Casa Bianca. Siamo alla Casa Bianca. Mamma mia ce l’ho fatta“.

Oltre al pallone autografato da tutti i giocatori della squadra al Presidente è stata consegnata anche una maglietta con il numero 44 e il suo nome, facendo riferimento alla sua 44esima presidenza.

Insomma un evento formale reso molto informale da un Presidente veramente adatto a queste situazioni, che ha chiuso dicendo: “Adesso andiamo a fare una foto che mi farà sembrare molto basso“. E se Obama spera di poter vedere quest’anno i Chicago Bulls a fianco a sè, LeBron e compagni sono intenzionati a dargli un altro dispiacere.


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