Russò
Racconto di Raffaele Di Stasio
Illustrato da Alessandra De Cristofaro
Recensione di Emanuela D’Alessio
Russò è un cane che corre dietro una pallina da tennis per riportarla al suo padrone, felice e libero come solo un cane può esserlo, che la prima volta sulla spiaggia «sbarra gli occhi, si acquatta e inizia a girare su sé stesso, borbottando ai granelli che lui stesso alza». Russò ama il suo padrone, «è il solo essere al mondo capace di amarmi senza chiedermi nulla. Nessuno può capire l’amore di un cane, forse nessun amore si può capire, se si ama non si può essere amati».
Sono questi i pensieri che affollano il cuore e la mente della voce narrante, un ragazzo che vive una solitudine inquieta e senza risposte, che vorrebbe cambiare qualcosa, fare altro, andare via, perché si sente lontano da tutto, anche da Maria, che vorrebbe frequentare un corso di danza ma non ha i soldi per farlo. Lui prova a dirle come si sente ma lei si agita, comincia a piangere, non riesce a capirlo. Nessuno sembra capire il ragazzo, solo Russò «magari fosse sempre così, una corsa senza dolore, noi due soli e ovunque alberi, aiuole».
Un racconto intenso e dolente, dove ci si interroga sull’amore e il senso dell’esistenza, dove tutto è offuscato da tristezza e solitudine. «Sulla battigia lo scheletro di un tronco bianco viene rivoltato dalla risacca che prova a riportarlo verso la bocca dell’onda, ma il tronco infila i rami nella sabbia bagnata e si aggrappa alla riva». Il ragazzo si aggrappa a Russò per tentare di arginare il silenzio e il vuoto che lo pervade, ma il cane è malato, ha un problema cardiaco e non sopravviverà.
È bravo Di Stasio a raccontare il dolore e la perdita, l’amore e l’assenza, senza ostentazione e compiacimenti. Lo fa con una scrittura fluida e veloce, dialoghi brevi ed efficaci, metafore originali. «Chiudo gli occhi e ascolto i pensieri cadere ad uno ad uno come frutti marciti»
Raffaele Di Stasio è nato a Napoli nel 1971. Con Ecce homo ha ricevuto il Premio Teramo per un racconto inedito, riservato a uno scrittore giovane (2001). Ha pubblicato il saggio Imago mortis, sentieri d’amore nella poesia latina (2007), suoi scritti sono apparsi sulla rivista di filosofia contemporanea Kainos, sulla rivista di narrativa Watt e sul sito di Nazione Indiana.
Alessandra De Cristofaro ha studiato illustrazione a Firenze, Amburgo e Bologna, dove si è laureata in Illustrazione e Fumetto all’Accademia di Belle Arti. Ha partecipato a concorsi e mostre collttive in Italia, Germania, Svizzera e Francia.
Il suo sito http://cargocollective.com/alessandradecristofaro
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