Magazine Cucina
Si avvicina il Natale! E sin qui non ci piove…. forse nei prossimi giorni ci nevicherà. Ma la domanda che vi voglio fare oggi è: qual è il peggior regalo di Natale che avete ricevuto? E sarò magnanima e non vi chiederò da parte di chi anche se in fondo i peggiori regali arrivano o dalle sòcere befanoidi, o da qualche esemplare di parente serpente, o dalle colleghe pettegole o da amicizie strambe. Personalmente mi ricordo di un orrendo piatto kitsch di puttini alati invendibile pure su ebay, che “dimenticai” volutamente nella vecchia casa al momento del trasloco. Poi c’è tutta la collezione di pigiami e pantofole che la sòcera regalava al figliolo giustificandosi con un “sai in caso di ricovero” … ma ricoverati te! Di mia madre invece ricordo che quando avevo 25 anni mi regalò un improbabile guantone elettrico per la cellulite con guaina della mì nonna in carriola annessa, con attaccato ancora lo scontrino con il prezzo bene in mostra affinché lei potesse subito dirmi con la sua forbita “erre” moscia “Non ho fatto levave appositamente il pvezzo per favti vedeve quanto l’ho pagato!!!” …e chi se ne frega! Anche perché a 25 anni io e la cellulite eravamo ancora due unità distinte e ben separate!
Del Pandoro delle Similive ne parlo ogni anno, oggi vi racconto dei Pandorini. Il tutto nasce dal fatto che la ricetta delle Simili è tarata per uno stampo a stella da 3 litri. Il mio stampo è invece da 2 litri pertanto un po’ di impasto mi avanzava sempre. Essendo un cane in matematica e non sapendo ridurre equamente le dosi senza provocare danni strutturali al dolce della tradizione natalizia, con l’impasto in eccesso ripiego su questi deliziosi pandorini, pertanto non attaccatemi il pippone degno di “sua saccenza” che ogni pandorino andrebbe sfogliato singolarmente perché questa è una ricetta di recupero e non di “alta cucina”.
Pandorini
Come ricetta insegna arrivati alla fine del terzo riposo in frigorifero dovrete formare con l'impasto una palla ruotandolo sul tavolo con le mani unte di burro e disporlo poi in uno stampo a stella. Da questa palla prelevare 6 palline di circa 40 gr l’una. Imburrare per bene i singoli stampini da pandorino (io ho usato stampini per bordelais), in ogni stampino mettere una pallina di impasto e come per il pandoro tradizionale aspettare che lievitino sino ad uscire leggermente dalle forme. Spennellare di burro la cupoletta. Infornare a 170° per i primi 5 minuti dopodiché abbassare a 160° per altri 10 (vale sempre la prova stecchino). Prima di estrarli dallo stampo aspettare una decina di minuti, metterli poi su una gratella a raffreddare completamente. Cospargere infine con lo zucchero a velo. Per conservarli li ho messi in una busta per alimenti. Si possono benissimo congelare e all'occorrenza una scaldatina, una "spruzzata" di zucchero a velo ed ecco che ritornano belli soffici e burrosi come se fossero stati appena sfornati.
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