Magazine Cultura

I Signori della Strada- XXIII -Capitolo VIII-Parte Prima

Creato il 18 giugno 2010 da Albix

thumbnailCAZBGGTQFuori il fumo della mia sigaretta si unisce a quello più intenso degli scarichi delle automobili, arrestandosi un po’ più in alto su una fitta barriera di nebbia con la quale forma una cappa plumbea che sembra avvolgere la città, isolandola dal resto del mondo, quasi come un castigo degli dei alla superbia ed alla sufficienza di noi stolti e piccoli esseri della Terra.

Per fortuna l’ufficio non è lontano e là dentro mi sembra già di respirare meglio.

Terry mi saluta con un grande sorriso, come sempre, quando mi vede. Anche la segretaria, con la quale ci sentiamo quasi ogni giorno per telefono, sembra di buon umore. E’ una bionda, un po’ slavata per via degli anni non più tanto verdi. Ma i suoi occhi sono senza età ed animano un corpo che, anche stamattina, più che mai, emana un notevole “sex-appeal”, avvolto com’è in un vestito bianco, attillato sulle forme flessuose.

La seguo nello sgabuzzino, sul retro dell’ufficio, rincorrendo le sue parole di circostanza: il boss che ha mandato i vassoi delle paste, il thè da preparare, come vanno gli affari, come stai………

La voce di Sharon mi riporta indietro nel tempo. Avevamo avuto una storia breve ma intensa.

La nostra intesa era stata solo e soprattutto sessuale, il che non è poco, anzi forse è quasi tutto. Comunque andò così: lei mi aveva detto, una volta, non senza malizia, di un suo ragazzo italiano dal sangue caldo e della sua nostalgia per le sue “performances” erotiche. Le avevo risposto, assecondandola con scherzosa malizia, che per essere certa di avere avuto un maestro, avrebbe dovuto avere un termine di paragone; mi prese talmente sul serio che un fine settimana ce ne andammo insieme nel Kent, in una casa di campagna che non ricordo più di quale zia o di quali amici. E si sa che il tempo da passare fuori, nella campagna inglese, è poco.

Pessima cuoca, ma grande donna, materna, generosa, semplice, sincera, priva di quei tatticismi e di quei calcoli che fanno parte del bagaglio antropologico di tutte (o quasi tutte) le femmine, soprattutto di quelle che cercano marito (e chiunque non ce l’abbia già, lo cerca sempre).

E’ intelligente, di una intelligenza primitiva e positiva, senza fronzoli sentimentali di qualsivoglia natura e senza controindicazioni filosofiche, religiose o sociali.

Buffa davvero la vita. Al tempo ero che io ad attirarmi delle bonarie prese in giro a causa delle mie meditazioni di natura esistenziale. Adesso c’è con me Martine, che filosofeggia malinconica e triste, talvolta addirittura lugubre, sul significato della nostra misera esistenza ed io a scherzare, cercando di tirarla su, sminuendo, sdrammatizzando, come faceva allora Sharon con me……I miei pensieri vengono interrotti dall’arrivo di Terry.

-“ Allora come vanno le cose a Leicester Square?” – mi chiede, prendendo una tazza di thè dal mio vassoio, non senza avermi caldamente ringraziato.

-“ Non c’è male”- rispondo – “dovresti portarmi un po’ di bibite, sai, le ho quasi finite.”

Con lui c’è Bob. Sono amicissimi, dall’infanzia, trascorsa insieme, là su, nell’East End London, in quei quartieri dalle case a schiera, tutte uguali, chiamate “ Council’s Houses”, circondate dal grigiore del cemento di altre case, impregnate dal puzzo di urina, smaltita per strada, talvolta negli androni, all’uscita dai pubs, quando l’inflessibile, cronometrica, sofferta serrata che l’Alcoohl Dispenser Act fissa improrogabilmente alle 23,00, impedisce agli avventori più solerti nel procurarsi l’ultima pinta che nell’affrettarsi ai servizi igienici, dopo lo squillo del terzo campanello, di soffermarsi un solo minuto di più all’interno del pub. Puzzo di urina che si mischia agli odori di una cucina a base di frittura e ad altri odori non meglio identificabili che le avvolgono in una barriera agevolmente sormontabile per assuefazione soltanto a chi, in quei posti, ci sia nato. La monotonia del paesaggio urbano, in quel quartiere, è spezzata solo da qualche minuscolo parco, più rari e meno curati che in centro; sui lunghi muri di mattoni rossi, capeggiano vistose scritte di vernice nera: “Sex Pistols”; “Sid Vicious rules”; Arsenal leads the League”; Tories go devil”; “Fuck you all!” e così via.

……..continua………..


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines