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Oggi la pediatra l'ha pesato e misurato, ha detto che ha la taglia di un bimbo di 9 mesi, per la prima la pediatra l'ha guardato stupita e detto "certo che é bello grande!". Grande? Io direi un gigante, comparato con gli altri bambini della sua etá. Ma sta bene, in perfetta forma, e questo é l'importante. Via libera allo svezzamento, mi dice lei, giá iniziato, le ribatto io. Non si stupisce, in fondo si capisce che un pupone del genere ha bisogno di qualcosa di piú di una tetta.
E si tirano le somme. Perché é strano, ma lo si fa: al mese di vita, ai 3 mesi, ai 6, poi all'anno.
Un anno fa la mia pancia iniziava a crescere, io ero giá ingrassata ma piú che altro perché avevo smesso di fumare (e quanto mi manca quel gesto, anche se purtroppo non posso riprenderlo...tossisco appena tocco una sigaretta, meglio di cosí non potevo aspettarmelo!), avevo voglie tremende e stranissime, e neanche m'immaginavo come sarebbe stata la mia vita oggi, 25 di novembre, quando ancora nel 2009 non avevo fatto la prima ecografia.
Che dire...non é facile, non é divertente, non sempre si sorride, non sempre si ha voglia d'andare avanti. Ci son giorni anche in cui pensi che lo rimanderesti da dove é arrivato, tornando indietro nel tempo, altri invece che ti dici che sará cosí per sempre, ossia, che niente tornerá come prima, che giorno dopo giorno tutto sará cosí: caotico, stancante, spesso stressante, ma mai piú semplice. Perché non é semplice, almeno per me. E non parlo d'istinto materno, o di casa pulita.
L'istinto materno non so bene se ce l'ho, só che mi prendo cura di Gabi perché lo voglio io, perché adoro fargli il bagnetto, sfamarlo, giocarci insieme, vestirlo, annusarlo, coccolarlo. Quello che meno amo fare é passare due o tre ore per cercare d'addormentarlo, ma penso che nessuno trovi questo divertente, soprattutto se l'interessato ha occhi svegli e un'aria piena d'energia, mentre io son mezza addormentata, magari alle 2 di notte.
Ma ogni mese c'è un cambio, bello o meno bello, tanto, e comunque, in un mese sparisce, non c'è da preoccuparsi.
Lo conosco un pó meglio, Gabi, só cosa gli piace e cosa no, come prenderlo in braccio, come farlo addormentare, ma del suo carattere ancora non posso dire molto. É sempre allegro, sorridente, solare. I suoi occhi s'illuminano quando arriva Flo, e la cerca sempre, quando si sveglia, la mattina. Quasi ne son gelosa, a lei sorride, a me invece sbava...Gli piace mangiare, é curioso, vive nel suo mondo, non fa molto caso quando lo chiamo, o meglio, me lo fa solo quando ne ha voglia. Spesso ha un'aria da filosofo, o da saggio, comunque da pensatore, guarda il mondo attorno a lui che corre, mentre seduto aspetta qualcosa.
É cosí, in questo momento potrei dire che l'immagine futura di Gabi, per me, é di un uomo rilassato, che sa come essere felice, che ha capito come funziona la vita, e non si preoccupa. Un saggio.
Chissá quante altre volte cambierá la sua immagine, chissá come crescerá e come diventerá. Mi piace scoprirlo.
Perché la veritá io non mi sento affatto triste all'idea di vederlo crescere. Certo, c'è quella parte che trova dolcissimo un bebé di pochi mesi, che rivede le foto di Gabi con una lacrimuccia. Ma adoro osservare i cambiamenti, scoprire ció che sa fare ogni giorno, vedere come si rende autonomo da me. Mi piace essere libera e cosí mi piace vedere come Gabi guadagna la sua autonomia.
Ma tornando ai 6 mesi, cos'è cambiato per me? Che la mia vita non é e non sará piú la stessa di prima, che ho provato e provo, per fortuna sempre meno, una stanchezza enorme, che ho perso degli "amici"( o meglio, gente che credevo amica ma che si é dimostrata solo approfittatrice) ma ne ho trovati degli altri, che ho capito come funziona il mondo delle madri con figli, che non saró mai piú una donna libera decidendo di andarmene in Italia per 3 giorni se a me cosí piace, che devo attenermi a degli orari, cosa che facevo solo nel lavoro, che ho la responsabilitá di crescere un ometto, e che il ritorno ad una vita piú o meno normale é vicino.
I suoi primi 6 mesi non son facili, ma per qualcuno non son un problema.
In quanto al padre? Beh, i padri sono un mondo a parte. I primi mesi, e questo lo dico per esperienza diretta ed indiretta, siccome non possono allattare si sentono "esclusi", da quel che dicono loro. Anche se esclusi non lo son per niente, visto che di cose da fare ce ne sono. Prendono poco in braccio i loro figli, se possono non cambiano pannolini, le notti dormono come ghiri, che tanto se non hanno le tette non possono far molto.
Con Buddha ci son state tremende litigate, dove io gli esponevo chiaramente i suoi diritti e doveri di padre, mentre lui si nascondeva dietro a quelle scuse appena citate. Certo, lo portava fuori a passeggiare, ma vuoi mettere, nell'80% dei casi il pupo dormiva!!
Comunque la situazione é cambiata con il 5º mese, dove dopo l'ennesima litigata, e la mia chiara frase di "o cambia qualcosa o la faccio cambiare io", Buddha ha finalmente preso in seria considerazione il fatto di essere padre, non solo un aiutante, ed é tornato, come nel primo mese, a cambiar pannolini, vestire Gabi, portarlo a spasso, giocare con lui.
Certo, si dovrebbe capirli sti padri, ma sinceramente io, come madre, come donna, come persona con giá tanto da fare 24 ore al giorno, non ho né la forza né la voglia di essere psicologa di un uomo maturo che potrebbe benissimo capire da solo che l'adolescenza é finita e che ha un figlio da crescere. A me nessuno me l'ha reso facile il cambiamento, non vedo perché dovrei fare io questo sforzo per lui.
Sembra che i padri finché non hanno un bimbo con cui interagire si disinteressano della questione (sí, non tutti i padri, sia sempre beninteso e chiaro!). Il compagno della mia amica, quella che ha partorito un mese fa, ha cambiato solo un pannolino e sembra che non prenda mai in braccio il figlio. Ed é normale.
Qui forse aspettano che il pupo sia in grado di tenere in mano un videogioco, e allora é eletto a figlio dell'anno....o che perlomeno sia capace di urlare ingiurie ad un arbitro durante le partite di calcio.
Esagero. Ma neanche tanto.
Comunque il discorso sui padri vale un post. Per ora assicuro che un figlio cambia totalmente la vita di una madre, parzialmente quella di un padre.
Ne vale la pena? Ma é una domanda a cui non si puó rispondere. Perché non ha significato se vale o no la pena. In quanto si tiene in braccio un bebé tutti i dubbi spariscono, e ci si ritrova a sorridere come un'ebete ogni volta che lo si guarda.
Io continuo a sorridere come un'ebete, non serve aggiungere altro.
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