Ci volevo andare, ma poi ho pensato che l’evento non valeva la mia mattinata. Meglio andare dall’estetista, e salvare il rapporto col mio uomo – ormai esasperato dallo stile incolto a cui le manifestazioni di dissenso fissate durante i fine settimana hanno costretto le mie parti calde: la piazza chiamava, l’estetista attendeva.
E così leggo on-line quello che è accaduto stamane al Teatro Dal Verme, durante l’evento organizzato da Giuliano Ferrara e dal Foglio in difesa dei turpitudini del premier e contro i falsi moralismi della sinistra.
Tutto l’incontro pare essersi svolto intorno all’equivoco – confezionato appositamente per trovare una scappatoia comunque impossibile – tra la condanna morale privatissima di Berlusconi-uccello-di-fuoco e la legittima rivendicazione di un’etica politica, istituzionale e pubblica.
Un incontro costruito su una bugia disperata, giocato sulla confusione linguistica e semantica (privato/reato), alla ricerca di appigli inesistenti: una delle tante menzogne evidenti al mondo intero, tranne che agli stipendiati – diretti o indiretti – di Berlusconi (che hanno semplicemente trovato uno dei tanti modi di procacciarsi il cibo), e a quelli che vengono evidentemente drogati col soma berlusconiano.
Ma a parte questo, chiarissimo fin da quando era stato annunciato l’incontro, apprendo dal blog del Nichilista che la vetta di lirismo di questo raduno di grandi liberali della minchia è stata toccata da La Russa, che ha scalciato come un mulo contro un giornalista, alla legittima domanda: “Come si passa dal famili-day al bunga-bunga?”.
A parte l’ingiustificabilità del gesto di per se stesso (e non è nemmeno il primo), il metodo utilizzato in questo particolare caso denota non solo attitudini da poppante o da femminella isterica (che l’Ignazio ci nasconda qualcosa?!) ma tecnica asinina e grinta mulesca. Che La Russa potesse essere l’anello mancante dell’evoluzione (sempre mancata) tra il fascista e l’uomo era cosa sospettata da molti; ma che fosse anche la versione bipede di Francis (il mulo parlante), questo no, non ce lo si aspettava (sebbene il livello intellettivo dava già evidenti avvisaglie di appartenenza). Lo vedete che succede a trascurare i segnali?
Questi sono gli uomini di Stato che abbiamo. E che ci meritiamo. Paese di miserabili mentecatti.