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Il 13. Schiacciata all'uva

Da Pamirilla
    Il 13. Schiacciata all'uva


Il 13 mi perseguita da diversi mesi. Non ho mai fatto caso a queste cose, non capisco un’acca di numerologia e soprattutto non ci credo. Non ci credo perché non so cosa sia. Ma questo 13, lo giuro, mi insegue sfacciatamente e continuamente. Se guardo l’orologio è nel giorno o nelle ore, qualche volta, ma sempre nei minuti. E’ il numero di sms ricevuti sul telefonino, è sulle targhe delle macchine. 13 è il numero che pesco nell’elimina-code al banco del supermercato, è il numerino che mi tocca in attesa del dottore. 13 euro l’ultimo libro che ho comprato, 13 scatolette di pappa per gatti le ho prese per sbaglio, sicura di averne contate 15, “Ti richiamo verso le 13” mi dice Paolo che ora ha da fare e non può stare al  telefono. 
13 è l’interno di casa mia a Roma, la casa dove non voglio vivere più e dalla quale sono andata via. Anche mia madre abita all’interno 13, di un altro palazzo, in un altro emisfero sentimentale.

13 è il giorno che l’ho lasciato.

Il 13, di questo mese, avevo un appuntamento preso tanto tempo fa e pensavo dovesse succedere qualcosa di speciale ma quello che è successo non era ciò che mi aspettavo.
Perché il 13 è speciale di suo al punto che non puoi aspettarti niente, l’immaginazione non ci arriva, lui è più forte di tutto e la sua forza è dirompente.
Oh se dirompe!!
Nei giorni 13, infatti, mi si rompono le cose: una volta mi si è spezzato il cuore, un’altra una manciata di sogni è finita sfracellata al suolo, un'altra volta ancora, giorno 13, mi sono rotta le scatole e ho mandato tutti a quel paese. E ho fatto proprio bene!
Lo scorso 13 da sola, sotto i fuochi d’artificio, il naso per aria, ho pianto sentendomi leggera come non mai. E forte.
E serena, nonostante quel 13 accovacciato sulla mia spalla come una civetta.   E poi d’improvviso…un pensiero… ma come non me ne sono accorta prima??!!!
La tredicesima carta dei tarocchi è la Morte, che spezza ogni cosa, spazza tutto, capovolge il mondo e dà inizio ad una nuova vita.
La Morte: il mistero più complicato, forse il miracolo più grande.
L’incanto della Vita, il calice più amaro, il succo più dolce, l’essenza più profonda.

Suona bene?
Già.
Cavolate?
Pure.
Ma anche no!
E rido da sola seduta qui al bar in piazza mentre mi passa davanti una macchina targata 814: otto più uno nove e quattro fa 13.
Infondo 13 è un bel numero. La tredicesima lettera dell’alfabeto è O. Un cerchio. Perfetto.
Allora ho chiuso un cerchio e oggi non fa nemmeno tanto caldo e si sta, devo dire, piuttosto bene, qua in piazzetta.
Oh si, davvero! Vado a prendere il pane fresco e solo ora mi accorgo che il civico della panetteria è…già, manco a dirlo!

È tempo di vendemmia.
Un amico mi ha regalato un po’ di uva da vino e così, per ringraziamento alla Toscana che mi ha accolto con allegria e manciate di 13 a non finire, si fa la schiacciata all’uva.
La ricetta me l’ha regalata un’altra amica, toscana doc, ed io non ho modificato nulla. Così se, come al solito, ci fosse chi ha da ridire, vedetevela tra voi toscane. Io perfidamente declino responsabilità, ma questa schiacciata mi è piaciuta molto.
Ovviamente la quantità di uva indicata nella ricetta era approssimativa, tra il chilo e due ed il chilo e mezzo.
Indovinate quanto ha segnato la bilancia quando ho pesato l’uva che avevo io?

Ingredienti

Dose per una teglia da circa 32cm di diametro

250g di farina
120g di zucchero più un pò per il sopra
1 uovo
400ml di latte
1 bustina di lievito
1,300g di uva da vino (po’ più, po’ meno!)
Rosmarino e olio (mezza tazzina da caffè circa) per il soffritto

Fate un soffritto con olio e rosmarino, eliminate il rosmarino.
Mescolate tutti gli ingredienti ottenendo una pastella, da ultimo unite l’uva lavata e spiccata, spolverate con zucchero ed infornate a 180° per un’oretta circa.


Non ne mangerò troppa per non rischiare di arrivare a pesare 113 chili perciò fatemi compagnia e spartitela con me.
Ora vado e quasi l’ora di pranzo, tra un po’ saranno…le 13!



PSSSSS nel prossimo post pubblicherò il primo racconto di “Cronache di un paese che non esiste….”, quello andato in scena l’altro giorno. Il 13 settembre. Se siete curiosi vi aspetto qui.

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