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il buon esempio

Da Ducdauge @ducdauge

Ad ascoltare le parole del padre Umberto, Renzo Bossi, in arte il Trota, si era già stancato da tempo di stare tra i banchi del consiglio regionale lombardo. Che dire: probabilmente gli ricordano troppo i banchi di scuola e sappiamo tutti come lui tra i banchi e gli ambienti scolastici non ci stava molto volentieri. Eppure le fonti più accreditate dicono che ha pure preso una laurea in tempi record: strana la vita.
Lo scandalo che ha coinvolto la famiglia Bossi e la Lega Nord sarebbe stato dunque la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la scintilla che ha liberato l’indifeso pesciolino dalla boccia politico-burocratica. Povero Renzino: così giovane e già uomo vissuto e politico usurato.
Lui, il pupillo della real casa leghista, ritrovatosi impigliato nella rete della cattiva politica prima e negli scandali che hanno coinvolto la famiglia e i vertici del suo partito poi, oggi è stanco e deluso di questo ambiente che gli ha dato tutto ancor prima di diventare quel gran pesciolone statista che conosciamo.
Così dopo anni di insano potere, soldi a palate, donne donnine, d’improvviso decide di dare il «buon esempio» e dimettersi da quell’incarico tanto scomodo in Regione, ottenuto per chissà quale intervento divino.
Morale della favola: il Trota dà il buon esempio. Lui, ventenne viziato accomodato tra i primi posti della politica, si è stufato di un incarico di rappresentanza politica importante, andando da papino e chiedendo venia.
Ma l’esponente di spicco di una real casada di populisti, esempio e stereotipo della peggior politica di casa nostra, come può dare e diventare d’improvviso un buon esempio per un semplice e infantile capriccio, lui, punta di un iceberg di speculazioni e giochini politici di ogni genere? Caro Renzo, u pisci feti sempri ra testa.


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