20 Agosto 2012 A cura di:
Stefano Cavanna
Qualche ora prima di scrivere queste righe, le tre ragazze che compongono il gruppo punk russo Pussy Riot sono state condannate a due anni di carcere (per ora, si parla addirittura di un successivo inasprimento della pena), nonostante gli appelli della comunità internazionale oltre che di numerosi musicisti di fama mondiale (sulla sincerità dei quali, comunque, nutrirò sempre e comunque molti dubbi).
Purtroppo per Nadezhda, Ekaterina e Maria, temo che le carceri russe non consentiranno loro di continuare a coltivare la propria passione musicale, come accadde invece ai musicisti norvegesi reclusi per i crimini commessi nel paese scandinavo negli anni ’90.
Questa triste vicenda mi ha fornito lo spunto per una serie di riflessioni che, in quest’occasione, ho voluto concentrare in particolare sul peso che ha avuto l’aspetto religioso per far sì che si giungesse a un simile epilogo.
Furbescamente Putin, per conservare quella sottile patina di democrazia che ama esibire al resto del mondo e per non mostrare di voler punire pesantemente chi ha manifestato in maniera palese il proprio dissenso, ha fatto sì che il reato fosse derubricato in “teppismo religioso”, omettendo quindi qualsiasi riferimento ai testi dei brani del gruppo che, invece, lo chiamavamo pesantemente in causa.
Da parte loro i vertici della chiesa ortodossa russa, nella loro veste di “sepolcri imbiancati” d’evangelica memoria, solo dopo la lettura della sentenza hanno manifestato la loro magnanima bontà chiedendo clemenza per le tre reiette …
In realtà il fatto che buona parte dell’opinione pubblica russa, a quanto pare, sia d’accordo con la sentenza, ci fa capire quanto la religione condizioni sempre in maniera negativa il percorso democratico di tutte le nazioni e quanto frequentemente si riveli un perno fondamentale per chi vuole esercitare il controllo sulla popolazione.
Proviamo per un attimo a traslare quanto accaduto a Mosca nella nostra realtà, immaginando un qualsiasi gruppo di scalmanati che irrompe nella cattedrale di San Lorenzo intonando slogan anti governativi; penso a come reagirebbe, per esempio, mia madre, persona di vedute aperte ma pur sempre donna cattolica di 74 anni: pur non auspicando la reclusione per i “colpevoli” chiederebbe comunque una sanzione, almeno economica, per punire quella che, secondo lei, rappresenterebbe una chiara mancanza di rispetto nei confronti dei credenti.
Un ragionamento che, istintivamente e in linea di principio, appare del tutto condivisibile se non ci fosse un enorme “ma” costituito da questa domanda, che ciascuno dovrebbe porsi : per un principio di reciprocità, in quale misura la religione (e di conseguenza chi la professa) rispetta effettivamente ogni individuo, in particolare quando le sue scelte e la sua condotta esulano dalle ristrette linee tracciate da dogmi secolari ?
Allora diventa naturale chiedersi se, in queste posizioni della religione cattolica, che portiamo ad esempio essendo quella che conosciamo meglio, siano rinvenibili forme di rispetto nei confronti di chi popola il pianeta :
- contrastare ogni tentativo di informazione sulla contraccezione
- fomentare la violenza nei confronti dei medici che praticano legalmente l’aborto
- ostentare ricchezze e sprechi di ogni genere predicando contemporaneamente semplicità e sobrietà
- appoggiare le politiche che penalizzano le fasce deboli della popolazione mantenendo immutati i privilegi dei potenti
- osteggiare con pervicacia oscurantista il progresso scientifico particolarmente in campo medico
- occultare gli innumerevoli casi di pedofilia che vede coinvolti i propri officianti
- contrastare con tutta la protervia possibile ogni tentativo di dare pari dignità alle coppie di fatto, eterosessuali o omosessuali che siano
E ancora, salvo i casi di quei personaggi eroici che sì, in nome di qualche dio, ma sostanzialmente a titolo personale, hanno pagato con la vita o con una lunga reclusione il loro dissenso meritando la nostra incondizionata ammirazione, ricordiamoci che gran parte delle dittature, in qualsiasi parte del modo, sono sempre state appoggiate di fatto dalla religione di stato, che fosse questa cattolica, ortodossa, musulmana ecc. ….
Magari le ragazze moscovite sono state animate da un semplice impulso ribellistico, unito alla volontà di denunciare le storture di un finto regime democratico e ottenere nel contempo una grande visibilità; mi piace pensare, invece, che la scelta della cattedrale ortodossa sia stata fatta proprio con l’intento di sbattere in faccia al mondo quanto la connivenza tra potere politico e potere religioso sia letale per le aspirazioni di libertà e di sviluppo in gran parte del pianeta.
Certo è che, se tre donne, per aver “profanato” una cattedrale, meritano di passare come minimo due anni della loro vita in carcere, quale pena sarebbe proporzionata per chi ogni giorno, in nome di una qualsiasi divinità, si rende complice e colpevole della lista di nefandezze sopra elencate ?