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Dopo le manifestazioni del 30 Giugno (ne parlammo qui), che hanno visto in strada, in tutto l'Egitto circa 13 milioni di persone (come riferito a Reuters dalle Forze Armate e quindi non 33 milioni come si dice in rete) Al Sisi e' divenuto l'eroe nazionale.
Ovunque poster e gadget a lui dedicati e ieri in occasione del suo compleanno la televisione egiziana ha festeggiato l'avvenimento con programmi e musica.
Un nuovo idolo, non c'e dubbio.
Aver infatti cacciato via quei delinquenti dei Fratelli (non) Musulmani assecondando il Popolo che dopo 3 giorni in strada chiedeva subito la scesa dell'Esercito, e' senza dubbio da eroi.
Come e' da Rivoluzionari aver mandato via, o meglio aver chiamato l'Esercito in aiuto per mandare via un Presidente eletto dal Popolo.
Quello stesso Popolo che nella Rivoluzione del 25 Gennaio 2011 chiedeva di poter votare e scegliere i propri governanti.
Dal 03 Luglio scorso, data in cui scadeva l'ultimatum di 48 ore dato dall'Esercito al Rais, che Morsi ha rifiutato andando imperterrito per la sua strada, ne sono successe di cose.
Prima di tutto parliamo del Popolo, quello che ha sostenuto i Tamarod (ne parlammo qui) ed ha manifestato il 30 Giugno, riversandosi in tutte le Piazze e le strade del Paese.
Gente, tantissima, che a braccetto con i felul e con la Polizia, ha creduto di poter cambiare la storia, dando un calcio alla democrazia tanto urlata a Tahrir nel 2011 per ridare in un piatto d'oro l'Egitto all'esercito.
Incredibili le immagini di Piazza Tahrir a seguito del discorso di Al Sisi.
Poliziotti presi sulle spalle, fuochi d'artificio, visi noti che nel 2011 riempivano le manifestazioni di "Ehna Asfin Ya Rais - scusaci presidente Moubarak".
Ed ancora giornalisti che scoppiano in lacrime in diretta e tutte le strade in festa.
Perfino i cieli hanno gioito grazie agli effetti speciali dei militari che formavano cuori e strisce tricolori sui cieli di Tahrir e lanciavano bandierine sui manifestanti.
Tantissima goia, forse troppa.
Sicuramente esagerata se rapportata a quella dell'11 Febbraio 2011 (ne parlammo qui) quando Moubarak, di sua spontanea volonta' lasciava il trono.
Allora nessun aereo militare fece acrobazie sui cieli, nessun militare regalo' bandierine, al massimo i soldati si fecero fotografare con i manifestanti.
Le strade non gioirono cosi' tanto come e' accaduto 10 giorni fa e nessuno in giro urlava commosso "L'Egitto e' tornato, il nostro Egitto e' tornato".
Devo essere sincera, se il Popolo avesse manifestato per giorni, se ci fosse stata un vera Rivoluzione, grazia alla quale Morsi avesse deciso spontaneamente di abbandonare, come fatto da Moubarak, sarei scesa anche io per la strada a festeggiare.
Ma cosi', con un intervento militare, in una situazione per niente paragonabile a quella del 2011 dove per 18 giorni i manifestanti rischiarono la vita, notte e giorno, in strada, non vedo nulla di cui essere felici.
Parliamo ora dell'Esercito che con un colpo di Stato (ma guai a definirlo cosi') ha cavalcato le belle manifestazioni, e si e' rimesso in gioco sotto la forma strategica di salvatore.
Dopo aver arrestato Morsi, di cui ad oggi nessuno sa nulla, l'esercito ha cominciato ad arrestare i membri della fratellanza, a vietare i dibattiti televisivi e proibire la trasmissione in diretta o meno delle manifestazioni Pro Morsi e contro il Colpo di Stato.
Manifestazioni che da 10 giorni coninuano ad oltranza a Robaa el Adaweyqa, a Nasr City.
Ma non solo, da vero salvatore qual'e' ha cominciato ad arrestare nel Sinai, terroristi, milizianti di Hamas, estremisti. Tutte cose che, volendo, se davvero ci teneva a questo Paese, poteva fare gia' da mesi, anziche' aspettare proprio ora.
Ma si sa, ogni cosa deve essere fatta al momento giusto.
E della Polizia ordinaria, ne vogliamo parlare?
Quella Polizia che da un anno esatto e forse piu' ha smesso di lavorare e servire questo Paese. Quella polizia che durante l'era Morsi lasciava la gente nei guai e non si faceva mai vedere, neanche in casi gravi.
Beh, ora, come per miracolo, tutto e' tornato nella normalita'.
Posti di blocco attivissimi, arresti continui e ritrovamenti di ordigni esplosivi in giro per l'Egitto, con tanto di notizie date in tv e nei media, affinche' il Popolo si renda conto che ora, che Morsi se ne e' andato, la Polizia c'e'.
E pensare che il ministro degli interni e' sempre lo stesso che aveva messo l'ex Rais al governo, quindi e' davvero "inspiegabile" questo improvviso ritorno alla normalita' e alla legge.
Analizziamo invece la situazione "rapporti esteri".
Iniziamo con il dire che l' Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, che dal 30 Giugno al 3 Luglio facevano sapere ai manifestanti che l'Egitto avrebbe ricevuto in regalo milioni e milioni di $ se Morsi avesse lasciato, hanno, dicamo cosi', ristabilizzato l'economia egiziana.
Le crisi di benzina e diesel che provocavano lunghe file in tutto l'Egitto sono improvvisamente cessate il 04 Luglio, come se Morsi avesse in casa l'interruttore del gasolio.
Naturalmente, dicono quelli che appoggiano il colpo di stato, e' perche' a Gaza non mandano piu' il gasolio egiziano.
Ma non sara' invece che gli Emirati il giorno dopo l'uscita di Morsi hanno riaperto i rubinetti d'oro che nutrivano l'Egitto sin dai tempi di Moubarak?
Dovete sapere infatti che ai tempi di Morsi gli Emirati non concedevano le forniture a prezzi bassissimi e pagamenti rateali (quando c'erano) come invece accadeva a Moubarak, ma naturalmente i media egiziani si sono impegnati durante tutto l'anno a far credere che elettricita' e gasolio venissero regalati a Gaza ed Hamas.
L'elettricita', infatti, che nell'ultimo periodo saltava una o due volte al giorno, dal 4 Luglio non e' mai piu saltata.
Al Cairo.
Perche' infatti nei villaggi nel Sud dell'Egitto, quell'Africa di cui non interessa nulla a nessuno, la luce va via quotidianamente, dal 4 Luglio scorso, anche per 6 ore al giorno, con conseguente mancanza di acqua.
Vi vorrei riportare con la memoria al Villaggio di Abadeya (qui e qui) a quando le persone felici mi raccontavano come le mancanze di luce ed acqua erano notevolmente diminuite rispetto l'era Moubarak.
Il resto del mondo, ipocritamente, continua a negare, con ogni forza, che in Egitto sia avvenuto un Colpo di Stato.
"Golpe Popolare" e' sicuramente l'aggettivo piu' usato come se fosse stato il Popolo ad aver mandato via Morsi.
L'America, che inizialmente si e' mostrata restia sull'accaduto, alla fine ha accettato il Colpo di Stato non avvenuto.
E con lei quasi tutti i paesi della terra.
E' davvero incredibile, come, all'occasione, anche un Golpe possa essere democratico.
Perche' siamo sinceri, di Colpo di Stato si tratta, anche se sostenuto e richiesto da una parte del Popolo, sempre Colpo di Stato rimane.
Il fatto e' pero' che ammettere una cosa del genere creerebbe troppo scompiglio con le democrazie vicine e questo si sa, non possiamo permetterlo mai.
Sia chiaro che non tutto il Popolo egiziano e' d'accordo su quanto e' accaduto.
Alle manifestazioni Pro Morsi e Anti Golpe hanno partecipato attivisti, gruppi studenteschi, sindacati e giornalisti e proprio oggi davanti la sede dell'Azhar una grande manifestazione che richiedeva giustizia sull'avvenuto e' stata tenuta dai studenti dell'Azhar stessa.
Anche in giro per il mondo ci sono state dimostrazioni di disappunto con manifestazioni in Tunisia, a Milano, in Bosnia ed altre citta'.
Ma tutto questo la televisione egiziana non lo mostra.
Dal 03 Luglio sembra di essere tornati ai tempi di Moubarak, a quando in tv tutto andava bene e i talk show quasi non esistevano.
Secondo i dati raccolti da Reporters Without Borders la liberta' d'informazione in Egitto non e' stata assicurata, anzi e' andata peggiorando dal 4 luglio a oggi.
Naturalmente, tornando alle manifestazioni in atto, molte persone dicono che la gente sia li' perche' pagata, e sicuramente sara' anche cosi' per qualcuno, e molti i video di testimoni che dicono di ricevere soldi in cambio di presenza.
L'ultimo fatto di oggi (ovviamente mostrato alla televisione egiziana) e' relativo a due persone picchiate, di cui una deceduta, che si erano recate alle manifestazioni perche' volevano ricevere soldi, ma a quanto pare i manifestanti non hanno gradito la loro presenza.
Sui palchi di Robaa el Adaweya, molte persone hanno parlato, sia copti che musulmani ed i giorni scorsi si e' anche tenuto un matrimonio.
Sempre dal palco ha parlato la settimana scorsa anche Badia, la guida spirituale dei Fratelli (non) musulmani che in un discorso invitava i sostenitori di Morsi a dare la vita per lui.
Naturalmente discorsi di questo genere non possono assolutamente essere tollerati e per questo Badia, verso cui e' scattato un mandato di arresto, ne dovra' rispondere con accusa per incitamento alla violenza.
All'estero si parla tanto di guerra civile, quasi come i media non vedessero l'ora che accadesse. Personalmente, nonostante il Popolo sia attualmente diviso in tre grandi fazioni, non credo si correra' mai il rischio di una guerra civile almeno fin quando l'Esercito non rimarra' ideologicamente unito come e' ora.
I Pro Morsi, gli Anti Morsi e gli Anti Golpe: e' questo il Popolo egiziano di oggi.
Gli Anti Morsi, felicissimi dell'accaduto, sostengono attivamente l'Esercito, qualsiasi cosa faccia, giustificandolo ad oltranza.
I Pro Morsi invece si dicono traditi nei loro voti e sperano in un reintegramento dell'ex Rais e poi ci sono gli anti Golpe che non accettano un intervento militare in una questione politicamente civile.
Naturalmente io faccio parte dell'ultimo gruppo.
E mi riesce difficile credere che gli egiziani che si trovavano a Maspero (ne parlammo qui), a Mohammed Mahmoud (ne parlammo qui) e a Piazza Tahrir (ne parlammo qui) si siano dimenticati di quanto ha fatto l'Esercito in questo Paese nel 2011.
Nei giorni scorsi, una settimana fa circa, si sono verificati duri scontri tra l'Esercito e i Pro Morsi che si trovavano difronte il Palazzo della Guardia Replubblicana, dove sembra sia tenuto agli arresti l'ex presidente. L'Esercito ha affermato che all'alba, personaggi coperti ed armati hanno provato ad attaccare il Palazzo. I manifestanti affermano invece di essere stati attaccati dall'Esercito, prima con gas lacrimogeni e poi da cecchini.
Il risultato di quei scontri ha lasciato 51 vittime, di cui uno solo e' delle forze dell'ordine mentre gli altri sono tutti sostenitori di Morsi.
La mattina stessa in cui e' avvenuto lo scempio, i siti web dei Fratelli (non) musulmani cominciarono a mandare in giro foto di bambini deceduti in evidenti scontri armati, spacciandoli per egiziani.
Peccato (e per fortuna) pero' si trattava di bambini rimasti uccisi in Siria, ed il Ministro degli interni ha confermato che tra le vittime degli scontri non c'erano ne bambini ne donne, solo uomini.
Mi chiedo, sinceramente, come sia possibile che gruppi armati fino ai denti, come affermato dall'Esercito, siano riusciti a fare solo una vittima e non proteggere le 50 persone decedute, tutte uccise con colpi in testa o alle spalle dalle armi dei soldati.
E sopratutto mi chiedo il perche' di tutta questa violenza, il motivo di questa esagerata reazione.
Tutti gli Anti Morsi hanno definito l'accaduto come un ottimo lavoro dell'Esercito, affermando che quei manifestanti, evidentemente terroristi, stavano li per dare la loro vita come incitato da Badia.
Nessun dispiacere, nessun senso di umanita' o compassione verso le vittime.
"Se la sono cercata" e' il commento ricorrente su fb parlando dell'accaduto.
Rimango sbalordita quando i sostenitori di Morsi vengono definiti solo sostenitori di Morsi e non piu' egiziani, come se chi volesse proteggere il proprio voto o chi seguisse semplicemente la propria idea dovesse essere escluso dal resto del Paese.
Mi chiedo se questo Popolo riuscira' mai ad accettare il significato reale della democrazia, ovvero il risultato, che ci piaccia o meno, dei voti elettorali.
L'Esercito, secondo me, ha completato un piano ben preciso, appoggiando la Rivoluzione del 2011 in quanto Gamal Moubarak non era il benvenuto tra le Forze Armate e lasciando poi Morsi alla presidenza aspettando il momento opportuno per rovesciare il governo.
Questo per far si che le uniche due forze popolari e politiche ben organizzate in Egitto uscissero, per volonta' del Popolo, dalla scena, affinche' loro, da cui tutto nasce e a cui tutto torna, potessero tornare a "comandare" a piacimento e con personaggi da loro scelti questo Paese.
Naturalmente sono mie supposizioni, anche se il tempo ci dira' chi sara' il nuovo presidente di questo Paese e sopratutto ci dira' se sara' un militare o meno.
Intanto, mentre Morsi e' stato messo sotto inchiesta con altri mebri della fratellanza per spionaggio, danneggiamento dell'economia e incitazione alla violenza, e dopo essere risultato ufficialmente evaso il 28 Gennaio (in seguito all'arresto del 25 Gennaio 2011 al nascere della rivoluzione) quando le prigioni furono misteriosamente lasciate aperte e la polizia si ritiro' (ne parlammo qui) l'America e la Germania chiedono che venga rilasciato e che la Croce Rossa sia fatta entrare nel Palazzo dove egli e' detenuto per verificare la sua situazione.
Finora infatti Morsi e' agli arresti, senza possibilita' di vedere i famigliari e sopratutto senza che questa situazione susciti la minima reazione dei media egiziani.
E' iniziata infine la formazione del nuovo governo provvisorio.
Il Presidente a interim e' Mansour Adly, il vice Presidente per i rapporti esteri e' El Baradei ed il Primo Ministro a interim e' Al Beblawi che in questi giorni sta portando avanti le consultazioni.
I Fratelli (non) Musulmani si rifiutano di partecipare alla formazione di un governo di coalizione, affermando di non voler cooperare con i golpisti.
I salafiti del Partito Nour, che inizilamente si erano ritirati dalle consultazioni per protesta al massacro dei 50 manifestanti uccisi dall'Esercito, dicono ora di voler partecipare affermando che i loro membri non accetteraanno nessun incarico.
Finisco questo post con le parole del Time di qualche giorno fa' che ha dedicato la copertina che vedete in basso all'Egitto, definendo gli egiziani "I migliori manifestanti del mondo ed i peggiori democrati del mondo".
" Puo' la democrazia essere mandata all'aria dalle manifestazioni?"
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