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Il Golfo di Mondello: in Tv era più bello

Da Eatitmilano @Eatitmilano

Premessa: io amo i programmi televisivi dedicati al mondo della cucina. MasterChef forse è stato il primo programma che ha acceso nel mio cuore la sacra fiamma della cucina in tv, ma da lì a seguire, la mia passione su questo tema non ha davvero più avuto fine. Insieme a MasterChef, una delle trasmissioni che preferisco è Cucine da incubo che vede protagonista nella versione originale Gordon Ramsey.

In Italia esiste una versione davvero ben riuscita, protagonista il due stelle Michelin Antonino Cannavacciuolo. Per chi non lo sapesse, Cannavacciuolo è un uomo alto, grosso, una sorta di Bud Spencer della cucina con la delicatezza di un grande chef, insomma, un personaggio che convince grazie a simpatia e altissima competenza. Percorrendo l’Italia in lungo e in largo, cerca di salvare i ristoranti che stanno avendo un momento di crisi cambiando gli arredi, dando consigli ai gestori e al personale e, ovviamente, stravolgendo il menu e dandogli una forte identità.

Cacio e pepe ristorante Golfo di Mondello

Cacio e pepe ristorante Golfo di Mondello

Ho avuto “la fortuna”, se così si può dire, di provare uno dei ristoranti toccati da questo “gigante buono” prima e dopo l’intervento della trasmissione tv: Il Golfo di Mondello (via Giovanni Lulli, 30, zona Loreto). E il risultato è stato deludente. Sono sempre andato a mezzogiorno e mi sono affidato ai piatti offerti dal menu del giorno, ma quando ho chiesto una pasta cacio e pepe e mi è arrivata un piatto con almeno 200 gr di pasta in bianco, piena d’acqua di cottura, e immangiabile, ci son rimasto davvero male.

La bellezza del locale rinnovato, grattando alla superficie, si vede che è stata fatta in poco tempo. Per ragioni televisive, ovviamente, ma la cucina, quella no, non può ammettere ancora piatti così. Anche Cannavacciuolo si sarebbe messo le mani nei capelli vedendo come il suo intervento, in fondo, non ha portato nessun cambiamento, anzi.

Il Golfo di Mondello in Tv era davvero più bello. Ma soprattutto, al di là delle polemiche sull’aglio nell’amatriciana, per me la cacio e pepe deve essere fatta come tradizione comanda: la morte sua sono gli spaghetti, non c’è santo che tenga, ma se sul formato di pasta si potrebbe anche soprassedere, che una cacio e pepe mi diventi una pasta col formaggio grattugiato, no, questo non lo posso accettare!

L'ingresso
Carta da parati scollata
La cacio e pepe
L'interno

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