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Il grande match – La recensione

Creato il 11 gennaio 2014 da Drkino

Stallone e De Niro pugili eterni rivali nella commedia di Peter Segal: comicità un po' stantia e un incontro di boxe da geriatrico…

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Ogni tanto viene da chiedersi perchè Hollywood si senta in dovere di produrre film come Il grande match. Insomma come si può pensare di puntare su un soggetto che prevede un ultimo scontro sul ring di due ex pugili ormai in pensione, bolsi e stanchi utilizzando due attori sulla via della bollitura ed uscire vincitori. Sylvester Stallone e Robert De Niro evidentemente ci hanno creduto e, riempite le tasche di soldi, eccoli indossare nuovamente i guantoni. Billy “the kid” McDonnen e Henry “Razor” Sharp sono ex pugili ormai anziani che non hanno mai smesso di essere rivali ne tantomeno di odiarsi. Un produttore, col pallino degli affari, fiuta che questo astio può essere sfruttato a livello mediatico per organizzare un nuovo ultimo scontro sul ring tra i due. Per i due (ex) pugili non sarà vita facile, perchè dovranno fare i conti col loro passato e i duri allenamenti sempre più difficili considerata la veneranda età.

Il grande match si presenta come una commedia e non poteva essere altrimenti, un po' per i presupposti della storia abbastanza “demenziali” e poi per la presenza di Peter Segal in cabina di regia autore di film quali Una pallottola spuntata 33 e 1/3, 50 volte il primo bacio, Terapia d'urto.

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Tutto sommato parte bene, i toni sono quelli del buddy movie con la strana coppia che non si può sopportare. Battutine su battutine, alcune col sapore del deja vù, un Alan Arkin in veste di comprimario, irresistibile alcuni “omaggi” ai personaggi iconici interpretati dai due attori nel passato (Rocky e Jake La Motta) un po' malinconici e nostalgici. Il film ,pur non essendo nulla di travolgente, scorre piacevolmente. Nonostante ciò, nonostante lo sforzo dei due protagonisti di giocare al massimo dell'ironia, comincia però ben presto a far capolino una senso del grottesco e del tragico del tutto involontari. Mentre sullo schermo assistiamo alle varie prove e ai vari allenamenti a cui sono sottoposti Stallone e De Niro nella mente dello spettatore si fa largo il pensiero, metacinematografico, di assistere alla messa in scena della disfatta di attori un tempo grandi (almeno uno sicuramente) ora vecchi, imbolsiti oltre ogni limite che lottano e si affannano per ruoli fuori ogni tempo massimo.

Dunque, quando nel finale di Il grande match si arriva al fatidico incontro tutto esplode. L'incontro è girato, montato ma soprattutto interpretato in maniera imbarazzante. Sembra di essere spettatori di una sfida tragica tra due mostri mummificati e decadenti. Uno spettacolo indecoroso. E' cinema che vorrebbe essere consapevolmente comico ma cade nel ridicolo involontario e trascina nel baratro tutto quello che ci poteva essere di buono anche se solo in minima parte. Veramente improponibile.

AGONIZZANTE

Valerio Daloiso

Regia: Peter Segal – Cast: Sylvester Stallone, Robert De Niro, Kim Basinger, Alan Arkin, Kevin Hart – USA, 2013 – Durata: 113 min.

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