Magazine Diario personale

Il guinzaglio delle manette,simbolo del giudizio?

Da Lucaralla @LAPOZZANGHERA

Tornavo a casa quando girando l’angolo vedo un furgone della polizia penitenziaria che aprendosi fa scendere un ragazzo ammanettato.

Portato dalla guardia dentro il tribunale,si perde lasciandomi scosso.

Le manette,argentate che col sole luccicavano e la penosa visione del “delinquente”,mi ha indotto a una commiserazione verso colui che e’ stato condannato e che sara’ giudicato su questa terra.

Papa Francesco,vorrebbe abolire l’ergastolo,rendondo giustizia terrena con un massimo di 35 anni per chi ha sbagliato.

Il perdono,no,sarebbe inopportuno certo per molti ma io dico una cosa.

E’ giusto scontare una pena,ma e’ anche giusto morire nella propria casa.

Lasciare nelle quattro mura la tua anima,spiegandole a lei e solo a lei se ti sei pentito.

Chiudere il capitolo della propria esistenza in mure diverse dalle tue e’ l’ultima pena da dare a un detenuto.

L’eta’ conta,puoi uscire di prigione a giovane eta’ ma l’anziano,il malato ha il diritto di andare verso il suo finale di vita?

Le manette poi mi hanno dato la sensazione di una violenza estrema,il simbolo di un guinzaglio duro e difficile da colpire quando sarebbe bastato seguire una persona,non un animale.

La liberta’ si deve guadagnare,e quel ragazzo non l’aveva in quel momento.Ma l’avra’ un domani,capendo forse  i suoi sbagli.

L’immagine mi ha ricordato Guantamano e le catene ai piedi dei detenuti,uomini colpevoli che grazie al ferro non possono nuocere.

Ma e’ questa la giustizia fisica che davvero vogliamo?

E’ il non sfuggire al gendarme che denota la potenza della legge?

Esseri umani o cani al guinzaglio?E la museruola dov’era oggi?

©arallagianlucafoto

©arallagianlucafoto

 



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