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Il libro che Mario Staderini non ti farebbe leggere mai

Creato il 29 giugno 2012 da Uccronline

Il libro che Mario Staderini non ti farebbe leggere maiE’ uscito nelle librerie il pamphlet online di ben 208 pagine, Da servo di Pannella a figlio libero di Dio (Fede&Cultura 2012 ), scritto dall’ex tesoriere dei radicali, Danilo Quinto, ora convertito cattolico e deciso a denunciare le squallide trame che reggono il partito politico con il maggior tasso di odio anticlericale.

Quinto, che è stato custode degli affari societari del partito per vent’anni,  nel 2005 ha rotto drammaticamente con Pannella, è stato denunciato e condannato per l’appropriazione indebita di 230 mila euro, e, a sua volta, ha fatto causa per 5 milioni di contributi mai pagati, tredicesime e ferie non retribuite, danni morali e materiali. In questo libro ha aperto i suoi ricordi, rivelando, ad esempio, il macchinoso progetto di far eleggere Emma Bonino alla presidenza della Repubblica, gli accordi che consentono alla loro radio di ricevere decine di milioni di euro l’anno, più gli importi della legge sull’editoria, più le quote di finanziamento pubblico per la loro lista, più il danaro proveniente dall’accordo elettorale con il PD, più le pensioni dei loro ex deputati. Vengono fuori situazioni interne al partito, mai conosciute prima, come quando «Pannella entra in riunione mano nella mano con l’ultimo dei suoi fidanzati, imponendolo come futuro parlamentare».

Nel 1980, il leader radicale, accoglie Gaetano Quagliariello (un altro “pentito”, ora cattolico) a casa sua per annunciargli le dimissioni da vicesegretario, facendosi trovare nudo dentro la vasca da bagno, in pieno digiuno, sospirando parole patetiche: “E tu vorresti dimetterti proprio ora, lasciandomi in questo stato?”. Pannella, ha scritto Quinto, si fa anche riprendere dalle telecamere a bere la sua urina, durante gli stati di digiuno, che però è «fatta bollire prima del digiuno e conservata in frigorifero, al fine di allungare i giorni dell’impresa nonviolenta», come viene raccontato dal suo medico di fiducia d’allora, anche lui radicale. Scrive Quinto: «Ho visto piangere persone che dal vivo osservavano questa scena, ignare di come tutto, anche i digiuni, possano essere programmati e preparati nei dettagli, a livello scientifico». Non a caso Pannella non ha mai perso un chilo in vita sua, anzi!

Nell’anticipazione di due capitoli, scaricabili da Panorama.it (ripresi in parte anche da Dagospia), viene fuori il retroscena del ridicolo siparietto organizzato dai radicali il 20 aprile 2002 durante il programma televisivo Buona Domenica, condotto da Maurizio Costanzo, quando chiamò in diretta (dopo lunghi accordi con i radicali in settimana) il Presidente della Repubblica Ciampi. I sospetti di tutti, comunque, si fanno realtà: «il digiuno è utilizzato da Pannella come arma di seduzione e di potere. I digiuni di Pannella servono innanzitutto ad azzerare il dibattito interno, perché di fronte a un digiuno nessuno si permette d’interloquire politicamente, di discutere, e l’unico elemento di riflessione riguarda la salute del capo, rispetto alla quale sono tutti molto partecipi. Si sentirebbero soli e abbandonati senza di lui, incapaci persino di pensare, tanto sono abituati a essere, tutti, dei meri esecutori», scrive l’ex tesoriere.  Danilo Quinto svela anche che le campagne plateali e gli istrionici anatemi servono tutti ad un solo scopo personale, l’unico che prema davvero ai pannelliani: «Raggiungere l’obiettivo dell’audience, mostrando in televisione e sui giornali il suo volto perennemente in lotta per i più deboli e i più indifesi». Un partito politico «dove il denaro, tanto denaro, veniva dilapidato», la «più formidabile macchina mangiasoldi della partitocrazia italiana» come recita la copertina del libro.

Emergono anche tematiche inquietanti, ovvero quei «legami ambigui e ricattatori Marco Pannella possa godere nei confronti del potere e di quante lusinghe – consapevolmente – per accattivarselo e tenerselo buono, il potere usi nei suoi confronti. Inquietante è la capacità di Pannella di avere rapporti complessi – e qualche volta misteriosi, anche se spesso è egli stesso, nella sua megalomania a darne notizia – con le varie forme di potere segreto, parallelo a quello istituzionale». Si parla di massoneria, dello strano feeling con Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e dei numerosi tentativi di mettere Ernesto Nathan, più volte Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, alla guida del comune di Roma. Si parla dello stretto legame con Licio Gelli (e figlio), capo della P2, che nel 1987 fu sul punto di candidarsi nelle liste del Partito Radicale per ricevere così l’immunità parlamentare (non si concretizzò a causa del poco tempo a disposizione, che non avrebbe permesso l’organizzazione di una campagna elettorale destinata al successo).

Al “successo” di Pannella, purtroppo, hanno contribuito numerosi cattolici (che ancora oggi in parlamento sono favorevoli al finanziamento pubblico della “sua” radio) e anche sacerdoti (oltre che pornostar), come il prete anticattolico Andrea Gallo (il “don” non lo merita da un pezzo) e don Antonio Mazzi (il prete mediatico che vuole abolire i seminari). Pannella è riuscito perfino ad intortare una suora delle Minime Oblate, Marisa Galli, in realtà già traviata dal femminismo radicale nel 1974, quando ruppe con l’ordine religioso, abbandonando la vocazione. Venne eletta alla Camera nel giugno del 1979, divenendo presto  divorzista, abortista, per i diritti di gay e lesbiche, per la liberalizzazione totale della droga, donna immagine per le denunce contro “l’oscurantismo vaticano”. Parlò dei radicali come «il movimento più autenticamente cristiano che abbia mai conosciuto», ma nel dicembre del 1980 -dopo la rottura- definì Pannella «un capo violento e autoritario, un dittatore». Passò al gruppo parlamentare della Sinistra indipendente e poi alla Democrazia proletaria, ad un certo punto sparì e di lei si persero le tracce. Nel 2006 Antonio Socci ha riportato le parole riferite a terzi di Carlo Casini, secondo cui Marisa Galli era finita in Romania, dove collaborava con un Centro di Aiuto alla Vita. Nel 2011 Andrea Galli l’ha trovata nell’abbazia benedettina “Mater Eclesiae” dell’Isola di san Giulio, nel Lago D’Orta, lei ha risposto con una lettera: «Nessuna intervista né orale né scritta. E’ una linea che ho preso, in accordo con la Madre Annamaria Canopi, all’entrata in monastero, so che non se ne stupirà perché ha già ben capito il mistero della Grazia nel cuore dell’uomo». Firmato: suor Maria Simona, il nome nuovo di una vita ritrovata.

La stessa vita ritrovata di Danilo Quinto, anche lui ingannato dal giogo radicale per poi approdare alla conversione e smettere gli abiti dell’ideologia, diventando per questo il nemico “numero uno” dei suoi ex compagni, rimasti nella loro disperata propaganda del nulla come valore nichilista da affermare.


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