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Il martire della casta: Marco Pannella

Creato il 18 dicembre 2012 da Societa' Critica @societacritica

PANNELLA IN SCIOPERO FAME, ACCETTA RICOVERO E LANCIA APPELLO

La casta italiana tra folklore e tragedia non si fa mancare nessun personaggio: c’e’ il politico di professione, quello di lotta e di governo, l’idealista, l’indipendentista,c’e’ qualche onesto, ci sono molti ladri e c’e’ il martire, ruolo perfettamente ricoperto da Marco Pannella. Il leader radicale da giorni porta avanti – con esiti molto rischiosi per la sua esistenza- uno sciopero della fame e della sete per spingere lo stato italiano ad occuparsi dell’emergenza delle carceri rese invivibili dal loro sovraffollamento. Nonostante la lotta radicale per l’amnistia sia sacrosanta e degna di un paese civile, resta il fatto che gli atti plateali di Giacinto detto Marco, hanno stancato, sono passati di moda, e sono utili solo per accendere un piccolo riflettore sul moribondo partito di Via di Torre Argentina.

Gli scioperi di Pannella sono entrati nell’immaginario collettivo, come il festival di San Remo ed il calcio della domenica pomeriggio. Fanno pero’ parte del triste show della politica italiana. Come le donne del Cavaliere, la barca di D’Alema, il suocero di Casini, la gobba di Andreotti il digiuno semestrale di Marco Pannella e’ un appuntamento cult della nostra storia contemporanea. Peccato pero’ che a forza di moltiplicarsi e ripetersi nel corso degli anni lo sciopero radicale ha perso lo smalto originario, lasciando il grande pubblico freddo ed indifferente all’evento.

Un velo di ipocrisia inoltre avvolge sempre di piu’ il rito della protesta estrema che si svolge da anni secondo lo stesso copione: i ricoveri in clinica, i bollettini medici, i cappuccini al mattino, l’esposizione del corpo smunto ed emaciato, gli interventi fiume a radio radicale, l’assunzione delle proprie urine e tutto il resto. Poi quando il vecchio leader, osa troppo, e si avvicina alla morte, parte il coro di dichiarazioni a favore della proposta radicale, ed inizia il bombardamento di solidarieta’. In Italia infatti tra le poche certezze ce ne sono alcune che stentano a scomparire, tra queste una e’ che Il Capo dello Stato ha sempre ragione e l’altra e che Marco Pannella se non mangia va compatito.

Ieri infatti come da sceneggiatura, tutti si sono mostrati (a parole) vicini al vecchio politico abruzzese. Da Roberto Saviano a Vasco Rossi, da Gianfranco Fini a Renato Schifani, dal Ministro della Giustizia hanno dimostrato la loro vicinanza. Tantissimi intellettuali, artisti, e politici si sono uniti su twitter al grido #iostoconmarco. E’ tutto un profluvio di commenti a favore di Pannella, che ha avuto come unico risultato quello di far dimenticare i 67 suicidi avvenuti nell’ultimo anno nelle carceri italiane in quanto il motivo della protesta viene come sempre offuscato dalla vanita’ del politico che la compie. La questione si concludera’ ( a meno che il Padre Eterno non decida diversamente) con un intervento del Presidente della Repubblica che invitera’ il vecchio Marco a desistere, fino al prossimo sciopero che avverra’ presumibilmente tra pochi mesi.

A parte il fatto che la lotta estrema del leone radicale,perde serieta’ perche’ e’ portata avanti in solitaria, in quanto nessun dirigente del suo partito inclusi deputati e senatori ( tra cui spicca Emma Bonino) si unisce al gesto del leader, una domanda rimane inevasa: chi si puo’ illudere che uno Stato incapace di tutelare i propri cittadini, il proprio territorio e le proprie istituzioni possa trovare il tempo di occuparsi degli ultimi (ma proprio ultimi) che affollano le carceri? E soprattutto chi portera’ avanti la battaglia di Panella quando rimarra’ vittima della sua stessa lotta di civilta’?


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