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Il menu del matrimonio: 5 regole a modo mio

Da Lollychant @rossellaneri
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Il menu del matrimonio: 5 regole a modo mio

giu 29 • Quel sentore di pipì • 76 Views • Nessun commento

“Cameriere! Porti via immediatamente questo come-si-chiama dal mio tavolo, e la prego, anche da tutti gli altri qui intorno”.

Sui tavoli dei matrimoni ho visto di tutto. Strumenti musicali, animaletti, fumetti e giornali, fiori, frutta, colori… a volte anche cibo. Le sposine si sbizzarriscono, hanno passato gli ultimi 12 mesi (quando va bene, a volte anche di più) a leggere riviste, sfogliare palette di colori, combinare fiori e invitati, confetti e tulle. C’è da capirle poverine, ci son passata anche io: un anno di pensieri su come far sì che la cravatta dello sposo si intoni ai fiori sul cruscotto della macchina e che i cuscini su cui siederanno gli invitati siano in nuance con i nastrini delle bomboniere mette alla prova anche le menti più razionali.

Troppo spesso però un matrimonio curato nei dettagli (per quanto kitsch) pecca in un ambito fondamentale: il menu. Ho quell’età per cui nella bella stagione, quasi ogni sabato c’è il matrimonio di un amico o un conoscente, ho visto diversi buffet, cene e pranzi e secondo me ci sono alcuni peccati capitali che varrebbe la pena non commettere. Scegliete, sarà comunque un giorno memorabile, sarebbe un peccato fosse un cattivo ricordo. E vi stupireste di scoprire quante persone ricordano un matrimonio solo per come (e ahimè per quanto) si è mangiato…Eh no, mi spiace deludervi, ma il colore del nastrino delle bomboniere non se lo ricorda mai nessuno.

  1. 100 euro a testa. La cifra del momento son 100 euro a persona, più o meno tutti i catering e i ristoranti la propongono per il servizio completo, proprio per questo vale la pena scegliere bene. Astenetevi dal farvi plagiare da una piscina e da una decina di candele galleggianti (con 10 euro all’Ikea le comprate): non possono sostituire la qualità di quello che metterete nel piatto dei vostri ospiti.
  2. Il pranzo etico. E’ un’alternativa da valutare. Due miei amici hanno organizzato il pranzo in una villa ad Asolo, gestita da una comunità di recupero per ex carcerati. Abbiamo mangiato un risotto alle verdure, un ottimo arrosto di vitello con patate e biete ripassate in padella e la torta nuziale era a base di crema di zucca. Tutto biologico, tutto fatto in casa, tutto delizioso: 40 euro a persona. Uno dei migliori matrimoni a cui abbia mai partecipato.
  3. Il menu di 12 portate. Mi sento di dire a tutti coloro che trovano indispensabile che il pasto di un matrimonio sia composto da minimo 12 portate, che viviamo ormai da decenni nell’età dell’abbondanza, che la nostra crapuloneria ci sta uccidendo, e che l’abitudine alle 12 portate risale a un’era geologica lontana, in cui le persone soffrivano la fame. Quindi, per cortesia, dopo il buffet dell’aperitivo, fermiamoci a 5 portate dolce nuziale compreso. Inoltre solo una cosa è peggio delle 12 portate: 12 portate finte. Due gnocchi di numero nel piatto, oltre a fare una tristezza infinita, non si possono definire una portata.
  4. Il menu e basta. Io quando mangio mi concerto sul cibo, mi piace gustarlo. Se a ogni portata c’è un ballo, uno scherzo, un giro al karaoke mi rimane tutto sullo stomaco (oltre al fatto che mi viene una voglia irrefrenabile di fuggire nel più vicino McDonald). I giochi e i cotillons vanno bene, ma prima e dopo: la cena è uno spettacolo a sé.
  5. L’originalità e la noia. Il matrimonio più controcorrente è sicuramente quello semplice e fatto in casa. Certo, se volete far sperimentare cose nuove, tenete presente che è difficile mettere insieme allo stesso desco 70 palati sperimentatori, dunque la carne di renna affumicata ai sali della Papuasia potrebbe essere un tantino eccessiva. Detto questo evitate le verdurine pastellate e le pizzette, i ravioli non fatti in casa, il branzino e la tagliata. E fate una prova per le patate al forno: se sono secche e insipide è davvero il caso di non dare i vostri soldi a quel ristorante.

Ah, tornando ai tavoli: sono fatti per ospitare i coperti, di tutto ciò che non è commestibile o non è utile a mangiare, limitatevi a un centrotavola. Tutto il resto è noia.

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