Il discusso papiro tradotto dalla professoressa Karen King
di: Matteo Sacchi
La notizia fa sensazione. In un convegno tenuto a Roma l’altro ieri Karen L. King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard (occupa la cattedra di storia delle religioni più importante e antica degli Usa), ha annunciato la scoperta di un frammento papiraceo (4 per 8 cm) del IV secolo scritto in copto (l’egiziano parlato e non geroglifico) in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie». Nel testo, ha spiegato la professoressa, c’è un dialogo in cui Gesù parla di «mia moglie», chiamata «Maria». La provenienza del testo è misteriosa, il collezionista che lo possiede ha chiesto di rimanere anonimo. La sua collocazione storica, secondo la King, nota per essere insieme a Elaine Pagels (che insegna a Princeton) una delle principali studiose dei vangeli gnostici, sarebbe però chiara. Apparterrebbe a quel corpus di scritti diffusisi in Egitto a partire dal II secolo che raccontavano la vita di Gesù in maniera diversa da quelli che ora consideriamo i Vangeli canonici. Vennero condannati dai padri della Chiesa e in gran parte distrutti. Un buon numero di questi testi è però stato ritrovato nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammadi.