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Il mistero della coscienza non è riducibile al cervello

Creato il 15 agosto 2012 da Uccronline

Il mistero della coscienza non è riducibile al cervelloSecondo diversi studiosi con manifeste intenzioni di propaganda laicista/riduzionista, la coscienza dev’essere intesa come un “epifenomeno” dipendente interamente (dunque riducibile) al funzionamento del cervello. Così afferma il “new atheist” Sam Harris nell’ultimo capitolo del suo ultimo libro (di cui abbiamo già parlato). Daniel Dennett, un altro “new atheist” (“nuovo”, a 70 anni, si fa per dire) la pensa allo stesso modo.

Pochi tuttavia condividono questa ipotesi, ricordiamo ad esempio che Steven Weinberg, vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 1979, ha riconosciuto nel suo libro “Dreams of a Final Theory” che esiste davvero un problema con la coscienza e, nonostante la potenza della teoria fisica, la sua esistenza non sembra derivabile da leggi fisiche. Un altro Nobel per la fisica, Eugene Wigner, ha spiegato che «in qualunque modo i nostri concetti futuri si possano sviluppare, lo studio del mondo esterno ha portato alla conclusione che il contenuto della coscienza è una realtà ultima», dunque irriducibile.

Donald D. Hoffman, del Department of Cognitive Science dell’University of California, ha a sua volta riconosciuto «il problema a far derivare la coscienza dalla biologia. Finora nessuno ha potuto costruire una teoria scientifica per spiegare come questo sia potuto accadere. Questo fallimento è così impressionante che ha portato alcuni a chiedersi se all’Homo sapiens manchi l’apparato concettuale necessario». Il Nobel per la fisica Erwin Schrödinger è stato molto più deciso nella sua negazione al materialismo, affermando che «la coscienza non può essere spiegata in termini fisici e nei termini di nessun’altra cosa» (E. Schroedinger, “General Scientific and Popular Papers”, in Collected Papers, Vol. 4. Vieweg & Sohn, Braunschweig/Wiesbaden 1984, pag. 334).

A questo proposito è utile segnalare l’uscita del volume “..e la coscienza? Fenomenologia psico-patologia neuroscienze” (Edizioni Laterza 2012), curato da due filosofie: Patrizia Manganaro, docente di Filosofia del Linguaggio all’Università Lateranense di Roma e Angela Ales Bello, docente di Fenomenologia dell’esperienza religiosa presso la stessa università e fondatrice e direttrice del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche. L’opera di 902 pagine e raccoglie i contributi di filosofi, medici, psichiatri e neuroscienziati (del calibro di Anselmo Caputo, Gianfranco Basti, Bruno Callieri, Luigi Aversa, Piero Trupia, Vittorio Gallese, Francesca Ferri, Corrado Sinigaglia, Alberto Oliverio, Fabrizio Micheletti, F. Tito Arecchi). Una piccola presentazione è apparsa anche sul blog del dott. Alberto Carrara.

Come riporta “Avvenire”, la Ales Bello ha spiegato: «E’ possibile ribaltare la collocazione della coscienza secondo la quale essa è un “epifenomeno” del cervello? La risposta è positiva, a patto che si sottolinei la complessità e la stratificazione dell’essere umano, che conduce non a un rigido dualismo ma a una dualità, all’interno della quale è presente un aspetto psichico-spirituale autonomo». Il cervello è il “luogo della coscienza”, e questo è bel lontano da ogni riduzionismo: «il dualismo mente-corpo», afferma la Manganaro, «è stato superato nella direzione di un approccio duale, il quale pone l’irriducibilità dell’essere umano al centro del vivere intenzionale, come punto d’irradiazione dei suoi atti esistenziali, cioè fenomenologicamente, come coscienza costituente».

Questo nuovo approccio duale alla persona da parte delle scienze cognitive può contribuire alla tematica metafisica della sussistenza dell’anima dopo la morte, in linea con il pensiero di Tommaso d’Aquino. Non a caso il premio Nobel per la fisica, Neville Mott,  ha affermato: «Credo che né la scienza, né la psicologia fisica possano mai “spiegare” la coscienza umana. Per me, quindi, la coscienza umana è al di fuori della scienza, ed è qui che cerco il rapporto tra Dio e l’uomo» (N. Mott, “Can Scientists Believe?”, James & James Science Publishers Ltd, 1991, pag. 8).


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