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Il nuovo ciclo dei baby-Blazers

Creato il 14 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Quando si osserva la storia delle squadre che praticano sport professionistici si ritrova sempre un evento che indica l’inizio di un nuovo ciclo contraddistinto da scelte precise e mirate, sulla squadra o sul personale ai livelli più alti. Quest’operazione di maquillage i Portland Trail Blazers l’avevano effettuata nel 2006, quando il cambio di asset societario e la cessione di giocatori divenuti ingombranti aveva permesso alla franchigia dell’Oregon di ripartire da LaMarcus Aldridge (scelto da Chicago e poi spedito in Oregon in cambio di Tyrus Thomas) e da Brandon Roy (scelto con la sesta chiamata da Minnesota) e ceduto per la settima scelta di Portland, Randy Foye.
A questa base di talento dentro e fuori dal pitturato si è poi aggiunto Greg Oden pescato con la prima scelta assoluta nel draft 2007.

Il cerchio che si era aperto oramai sei anni fa si è chiuso già da qualche mese: Brandon Roy ritiratosi a fine 2011 è stato firmato dai Timberwolves (la squadra che lo aveva scelto al draft), Greg Oden non è stato rinnovato a causa dei continui problemi alle ginocchia che gli hanno permesso di giocare solo 82 partite in 5 anni. In più è stato licenziato anche Nate McMillan in rotta con spogliatoio e dirigenza.

Il nuovo ciclo dei baby-Blazers
I primi passi del nuovo ciclo Blazers come sei anni fa non potevano che iniziare attraverso il draft che ha portato in Oregon il playmaker Damian Lillard ed il centro Meyers Leonard a cui si sono aggiunti Victor Claver e Joel Freeland (scelti sempre nel draft 2006) rientrati alla base dopo le rispettive esperienze all’estero. Inoltre dai Memphis Grizzlies è arrivato un’altro giovane promettente come Will Barton che va ad arricchire di talento il parco guardie.

Successivamente il GM Neil Olshey (ex Clippers finalizzatore dell’affare CP3 in biancorosso) ha sistemato altre due importanti colonne sulle quali costruire l’avvenire della squadra: dopo tante chiacchere e speculazioni Portland si tiene Nicolas Batum pareggiando l’offerta di Minnesota e per la gestione della squadra ci si è rivolti a Terry Stotts (assistant coach ai Mavericks) con la speranza di essersi affidati all’uomo giusto per portare avanti un progetto tecnico a lungo termine.

Almeno sulla carta le aspettative di questi Blazers versione 2013 appaiono orientate all’acquisire esperienza sul campo, anche a costo di non raggiungere la post season. Con prestazioni di alto livello da parte di Aldridge e Batum Portland potrà tentare di giocarsela con tutte le sue rivali di centro classifica provando magari a ripetere la cavalcata vincente che nel giro di tre stagioni ha portato gli Oklahoma City Thunders tra le protagoniste del panorama occidentale dell’NBA.

Ma solo all’avvio della stagione regolare si potrà capire se le scelte fatte sulla carta forniranno indicazioni positive in prospettiva futura compiendo quel definitivo step evolutivo che non si è raggiunti nella precedente era Blazers. Nel frattempo non resta che prepararsi al meglio per l’importante battaglia di metà classifica che potrebbe fare vittime molto illustri.


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