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Il prezzo della liberta'

Creato il 02 febbraio 2012 da Baraem

La partita di ieri pomeriggio tra "El Masry" – squadra di Port Said – e "El Ahly" - squadra del Cairo- si e’ trasformata in una tragedia. Il bilancio attuale e’ di 76 morti e piu’ di 1000 feriti.
Tutti gli egiziani hanno passato la notte attaccati alle tv, in preda a rabbia, collera e dolore per queste “inspiegabili” morti ed oggi, per le strade, numerosi gruppi spontanei di manifestanti chiedono la fine di queste violenze. Il campionato e’ stato interrotto, sono stati proclamati 3 giorni di lutto nazionale, il Sindaco di Port Said e’ stato dimesso e con lui il Capo delle forze dell’ordine della stessa citta’. Ma quello che e’ accaduto non si puo’ riassumere in poche parole.
I fatti di ieri, e le notizie di cronaca dei giorni scorsi (1 rapina a Sharm el Sheik e due rapine al Cairo) non sono semplici episodi di violenza o delinquenza. Quello che sta sconvolgendo, nuovamente, il Popolo, e’ una vera e propria punizione.
Il 24 Gennaio, il giorno prima dell’anniversario del primo anno dello scoppio della Rivoluzione egiziana, il signor Tantawi decide “improvvisamente” di revocare la legge di emergenza (ne parlammo qui). Decisione presa per calmare momentaneamente gli animi dei manifestanti, visto che la revoca e’ stata, sin dall’inizio, una delle richieste principali di Piazza Tahrir.
La legge di emergenza e’ sempre stata, a detta dei potenti, l’unico strumento capace di tenere a bada i delinquenti e la gentaglia e revocarla, quindi, e’ stato come dare in pasto il Popolo agli squali.
Da quando questa legge e’ stata revocata l’Egitto e’ improvvisamente caduto tra le mani dei suddetti delinquenti, che, come dicono appunto i potenti, non aspettavano altro che avere piede libero. E cosi’ e’ successo che un ufficio di cambio a Sharm el Sheik e’ stato assalito da “beduini” (incapaci di fissare sul loro capo un foulard) causando la morte di un turista francese e diversi feriti. E cosi’ e’ successo che una banca al Cairo e’ stata svaligiata e due impiegati sono rimasti feriti. E cosi’ e’ successo che un auto portavalori e’ stata assalita e derubata in pieno giorno mentre, stranamente, transitava in una zona popolare e povera del Cairo. E, sara' un caso, nessun poliziotto era in giro, nessun poliziotto lavorava, nessuno era di guardia. Pero’, miracolosamente, tutti i presunti responsabili di questi fatti sono stati arrestati  in meno di 24 ore.
E  si arriva poi ai disordini di ieri. Un partita di calcio tra due squadre e la “tifoseria” della squadra che giocava in casa e che ha vinto, stranamente e senza ragionevoli motivi, scende in campo, lancia razzi, aggredisce i giocatori, e tutto diventa caos. Giocatori che scappano dai “tifosi” inferociti, gente che corre nel campo di gioco, uomini con spranghe, coltelli e – sembra- pistole che feriscono a caso. Il tutto mentre le forze dell’ordine rimangono, impassibili, a gustarsi lo spettacolo. Confusione all’interno e all’esterno dello stadio, testimoni oculari che raccontano di uomini armati che si spingono tra la folla e dei cittadini di Port Said, il Popolo, che aprono le porte della propria casa per far rifugiare i ragazzi che scappano spaventati. I VERI TIFOSI che erano andati solo a guardare una partita di calcio.
Come hanno fatto, le armi, ad entrare nello stadio? Come mai nessuno (polizia ed esercito, entrambi presenti) e’ intervenuto?
Sappiamo tutti, benissimo, come questo sia potuto accadere.

Mi chiedo spesso quanto costa non avere paura. Qualcuno ha mai quantificato o dato un prezzo alla liberta’? La risposta, credo, sia la storia.
La storia che cambiera’ i libri di scuola dei nostri figli e che li ha cambiati finora, solo lei potra’ quantificare in numeri il dolore, le lacrime e la rabbia che le madri ed i figli di questo Popolo stanno versando sui corpi dei loro Martiri.
Ma non solo. La storia ci insegna che il male non molla mai, che chi sedeva su un trono non lo abbandonera’ mai del tutto, che qualcuno fa sempre le veci di altri e che chi paga, ora e per sempre, e’ solo il Popolo
Pochi minuti fa e’ stata data notizia della morte celebrale di Moubarak. Io prego Dio, con tutta me stessa, che non sia vero.
Sarebbe troppo facile.


Il prezzo della liberta' (Scusate, ma oggi, davvero, non me la sento di postare foto dell'accaduto. La rete e' piena, sia di video che di immagini. L'Egitto, ed io con lui, e' in profondo e triste lutto )

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