Lo studio del Censis evidenzia questa grave situazione a cui bisogna dare peso e credito.
Il fatto che l’emergenza sociale pensioni non sia palpabile subito, ma tra molti anni, incide nel non ritenere quanto grave sia la situazione, in più, è bene notare, che le cifre del Censis, siu riferiscono a lavoratori dipendenti tralasciando quindi, tutti i giovani precari che hanno contratti a progetto e altre forme di aaccordi contrrattuali precari e senza garanzie.
Emerge un altro dato interessante da questa ricerca del Censis: i giovani che ricorrono a forme di pensione integrativa o complementare sono ancora pochi, il fenomeno può essere spiegato in vari modi, dalla ricerca emerge che i igovani non sono a conoscenza di questi strumenti integrativi che permettano loro di pensare ad un futuro con più tranquillità, ma è evidente che non si tratta di un problema di mera conoscenza o di scarsa pubblicità.
Se i giovani conoscono poco l’esistenza di strumenti di pensione alternativi, è anche perchè sono impegnati e preoccupati del presente, un presente precario che risucchia tutte le energie e non consente di fare progetti a lunga durata, non consente l’esborso di cifre, per quanto possano essere accessibili, da destinare ad alimentare i fondi delle pensioni integrativi; questi fondi, queste risorse che i giovani dovrebbero investire per garantirsi un futuro, servono a sostenere le spese di tutti i giorni e molte volte si rivelano insufficenti anche per questo fine.