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Il punto della situazione sugli Indiana Pacers

Creato il 06 luglio 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

I roster della National Basketball Association sono un cantiere sempre aperto, e all’inizio del mercato dei free agent, tutte le franchigie devono sciogliere un dubbio a dir poco esistenziale: andare avanti con il progetto tecnico della passata stagione oppure ricostruire da zero? Naturalmente tale scelta è influenzata sopratutto dai risultati sportivi raggiunti nella stagione conclusa.
Ed ovviamente tra due opzioni diametralmente opposte si posizionano le vie di mezzo, che nascono dall’indecisione della dirigenza o dall’attesa di una presa di posizione da parte dei giocatori che animano il mercato free agent.
In questa terra di mezzo sono stanziati gli Indiana Pacers, la grande promessa mai realizzata della Eastern Conference, l’antagonista perfetta dei Miami Heat che sul più bello però è sempre venuta meno.

Per la truppa di coach Frank Vogel si può parlare di un progetto indubbiamente vincente, come riportato di seguito:

Il quadriennio di Indiana ai vertici della Eastern Conference

* = record relativo a Frank Vogel subentrato a Jim O’Brien

All’alba di una nuova stagione NBA la dirigenza ha deciso di confermare sia coach Vogel sia il progetto tecnico, anche se l’obiettivo dichiarato è quello di portare ad Indy un top player in grado di innalzare il tasso tecnico della squadra.

Scartando da subito la possibilità di accapararsi un top free agent da 18M$ a stagione, gli obiettivi dichiarati riguardano sopratutto il settore guardie con Goran Dragic ed Eric Bledsoe in cima alla lista (e che Phoenix potrebbe decidere di sacrificare per esigenze di mercato). In background però Indiana ha ingaggiato C.J. Miles con un contratto quadriennale da 18 milioni di dollari complessivi, aggiungendo profondità e talento alla propria panca.

Ma le future strategie di mercato passano inevitabilmente per due snodi fondamentali: evitare il più possibile lo sforamento del salary cap ed il rinnovo contrattuale di Lance Stephenson. Ed è proprio questo a tenere con il fiato sospeso dirigenza e tifosi: l’offerta di 44M$ complessivi in 5 anni è stata rispedita a Larry Bird senza troppi complimenti e adesso la situazione è di stallo.

Considerando i 20M$ allungati a Jodie Meeks dai Detroit Pistons appare ovvio che Stephenson (che nelle quattro stagioni con contratto da rookie ha guadagnato complessivamente 3.4M$) sia alla ricerca di un lauto contratto, anche alla luce delle sue ottime statistiche (13.8 punti, 7.2 rimbalzi e 4.6 assist). Inevitabilmente però un’offerta più sostanziosa a Stephenson ridurrebbe il margine di manovra dei Pacers sul mercato (il monte salariale di Indiana è ad oggi di 65M$). La rinuncia di 8.7M$ per il contratto di Evan Turner (che è diventato free agent) permetterà di risparmiare anche se il problema resta.

Ma come detto all’inizio i Pacers si sono dimostrati una squadra bella da vedere in regular season ma in forte difficoltà sopratutto ai playoffs, e tutto ciò non può essere il solo effetto di un roster non adeguato. Infatti non si possono dimenticare i problemi in spogliatoio nati tra Hibbert, George e lo stesso Born Ready che hanno pian piano sgretolato i sogni di battere gli Heat e volare alle Finaks.

Come (profeticamente) suggerì Paul George all’indomani della sconfitta di Indiana contro San Antonio il primo aprile:

L’unione di San Antonio ci ha insegnato come si fa a vincere. Loro hanno giocato uniti, come se fossero un’unica cosa, come eravamo noi a inizio stagione.”

Subito seguito a stretto giro di posta dalle dichiarazioni di Roy Hibbert:

Ci sono giocatori egoisti in questa squadra, siamo entrati in una spirale negativa, ne abbiamo già parlato, ci siamo riuniti già parecchie volte, eppure non è servito.”

In definitiva, per portare Indiana ad un livello superiore occorrerà quest’estate lavorare su più fronti, rafforzando la squadra a livello di roster e come unione, anche effettuando scelte importanti (come potrebbe essere la cessione di Roy Hibbert) anche perchè tutti i progetti tecnici in NBA non sono eterni, e sopratutto quando i risultati attesi non arrivano, allora è meglio ricominciare da zero, con buona pace di tutte le parti in causa coinvolte.


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