Ricordo di quando ero bambina.
Contrariamente a quanto si crede, la realizzazione della conserva di pomodoro non è una abitudine soltanto del Sud Italia, ma è assai diffusa anche nel nostro territorio. Nel periodo estivo molte famiglie si apprestavano a preparare la conserva per l'inverno. Nel centro del cortile si sistemavano le ceste ricolme di pomodori. Veniva poi allestito un grande focolaio all'aperto, sul quale si trovava un enorme calderone. In alcuni casi si utilizzavano i bidoni cilindrici, che contenevano la nafta o il petrolio, per farli diventare delle vere e proprie stufe adatte allo scopo. Una volta bollito il pomodoro, lo si scolava e lo si passava in un apposito attrezzo che separava la pelle e i semi dalla polpa. Al termine del procedimento, la conserva veniva raccolta in bottiglie o vasetti di vetro; i recipienti non erano riempiti completamente, perchè era buona norma coprire la superficie della passata con un filo di olio. Per evitare l'insorgere di muffe o invasioni batteriche si procedeva a un'ulteriore bollitura a bagno maria dei vasetti. La preparazione della conserva era un vero e proprio rito. Al termine era d'obbligo festeggiare in compagnia il lavoro compiuto, cucinando abbondanti piatti di pasta fumante condita con la freschissima conserva di pomodoro. Il tutto annaffiato con il buon vino della casa. Le chiacchere, gli elogi e le critiche erano un ulteriore motivo per prolungare sino alla sera quella piacevole giornata passata insieme a parenti, amici e vicini di casa.
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