Magazine Basket

Il ritorno a New York del nuovo Messia

Creato il 21 marzo 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

E’ stato salutato davvero come il nuovo salvatore Phil Jackson. Più o meno la stessa scena si era vista il 21 febbraio 2011 quando i Knicks mettendo in piedi una trade enorme riuscirono a portare a casa il figliol prodigo Carmelo Anthony con la certezza di avere finalmente quel giocatore in grado di riportare la franchigia della Grande Mela ai fasti del passato… ormai piuttosto remoto. Tre anni dopo New York non è arrivata dove tifosi, stampa e dirigenza si aspettavano con una serie enorme di problemi interni allo spogliatoio e una quantità incredibile di scelte dirigenziali discutibili, che si sono poi riversate per forza di cose anche in campo.

Che Phil Jackson avesse voglia di ritornare direttamente nel mondo del basket era nell’aria, dopo la quasi chiusura per la panchina dei Lakers si era parlato di un interessamento dei nuovi Brooklyn Nets ma non se n’era fatto niente, anche perchè da parecchio la voglia di coach Zen era di tornare nella franchigia con cui da giocatore era stato in grado di vincere un titolo NBA (che vanno ad aggiungersi agli 11 vinti da allenatore con i Chicago Bulls prima e i Los Angeles Lakers poi). Il Larry O’Brien Trophy del 1973 (l’ultimo della storia dei Knicks) è arrivato giocando insieme a Walt Frazier, Willis Reed, Earl Monroe, Bill Bradley, Dave DeBusschere, una serie di campioni che hanno aiutato Jackson a migliorare nella comprensione del gioco, che poi si è vista molto bene da allenatore, ma adesso i nomi a roster pur di buon livello non sono quelli.

Ora da Presidente però le cose saranno molto diverse: gli 11 anni passati sul parquet del Madison Square Garden gli serviranno all’inizio per far entusiasmare tifosi e stampa (è già stato così infatti) ma non lo salveranno dalle feroci critiche del mondo newyorkese nel caso non riuscisse a riportare i Knicks sul tetto della NBA, anche perchè il suo contratto di 5 anni a (si dice) 12 milioni di dollari annui peserà ancora di più
E l’impresa non è facile, per niente. La pressione è altissima (ma lui quella tende a saperla gestire piuttosto bene) ma soprattutto saranno importanti e decisive le scelte di mercato che verranno fatte a partire da questa estate e a partire dal nome dell’allenatore che andrà a sedersi sulla bollente panchina del MSG.

.@PhilJackson11 enjoying the action @TheGarden! #WelcomeHomePhil pic.twitter.com/Osd73nAdV3

NBA New York Knicks (@nyknicks) 20 Marzo 2014

Il salary cap il prossimo anno sarà intasato come le strade di New York nell’ora di punta e rimane sempre viva l’incognita Anthony. Arrivato come Messia i segnali che sta lanciando sono contraddittori, anche perchè un giorno dichiara di voler restare per sempre ai Knicks mentre il giorno dopo parla della possibilità di esplorare il mercato dei free agent ed i tifosi non ci stanno capendo più nulla.

Come detto quindi starà a Phil Jackson tappare tutte le falle prodotte negli ultimi anni da una gestione che si potrebbe definire farraginosa di Dolan (il proprietario) e Mills (il General Manager), ma lui fin da subito ha mostrato tutta la sua sicurezza in una conferenza stampa che sembrava quella del presidente Obama per la quantità di star e media presenti.

Non sarà facile costruire una squadra vincente, ci vorrà del tempo ma intendiamo mettere insieme una squadra che sappia giocare veramente insieme ‘come squadra’. Venire a New York è una grande sfida personale per me, la mia famiglia e i miei figli vivono a Los Angeles ma questa era una grande opportunità che non potevo lasciarmi scappare. Dolan mi ha portato qua perchè vuole vincere un anello, non sarà facile ma ci proveremo a partire dalla free-agent class del 2015 nella quale vogliamo essere protagonisti.

Ho dato a Dolan le mie “7 regole” per giocare a basketball… voglio una squadra che le metta in pratica; se non avessi avuto garanzie di un controllo totale della franchigia non avrei accettato la proposta. Melo? Nessun dubbio, è uno dei migliori attaccanti della Lega e può ancora migliorare parecchio.”

Questi i passaggi più interessanti di un personaggio davvero speciale che nell’NBA moderna sembra sempre fuori posto, ma che forse proprio fuori posto non è vedendone i risultati. Lo sperano anche i tifosi di New York.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :