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Il ritorno della peste

Creato il 22 dicembre 2011 da Dragor

Qualche settimana fa, quando ero a Bujumbura, ho deciso di fare un salto nella vicina Uvira, inCongo, dove secondo il tam-tam locale un tizio vendeva delle meravigliose maschere Songe e Lega. Vado con mia moglie e mio cognato alla frontiera di Gatumba, mollo un po’ di franchi al funzionario congolese perché ci lasci passare senza visto e vado a Uvira. Dopo qualche ricerca, troviamo il quartiere dove abita il venditore, file su file di baracche una più malandata dell’altra. Davanti ad alcune baracche si vedono Mercedes (il mito è duro a morire) o 4 x 4, segno che certa gente tiene più alla macchina che alla casa. Siccome nella strada ci sono più buche che terra e abbiamo soltanto un taxi,decidiamo di proseguire a piedi. A un certo punto arriviamo davanti a una barriera costituita un tronco messo di traverso sulla strada e appoggiato su 2 cavalletti. “Possiamo passare?” chiedo al ragazzo che sorveglia la barriera. “No.” “Perché?” “Peste”. “Eh?”

“Peste”, ripete il ragazzo. “Come sarebbe a dire ‘peste’? “Sarebbe a dire ‘peste’. “Ma…” “Niente ma. Peste e basta.” Mi volto per guardare mia moglie e mio cognato, ma li vedo in lontananza mentre corrono verso il taxi. Torno a guardare le baracche oltre la barriera. Sotto il sole che picchia inesorabilenon si vede anima viva. Miasmi venefici si alzano dalle fogne a cielo aperto,una sottilecortina di vapori che sembra disegnare nell’aria cangianti forme di teschi. Un cane abbaia in lontananza nella calura mortale di mezzogiorno. Guardo le file di baracche. Mi sbaglio o sulle porte sono tracciate delle croci? Il quartiere è morto. Morte le case, morta la terra, morta l’aria. Una ventata calda porta un fetore pestilenziale. Come in sogno, mi sfilano nella mente tutte le pesti che conosco: la Peste Nera del 1348 descritta da Boccaccio, quella di Milano del 1630 descritta da Ripamonti e Manzoni, la Black Death di Londra del I665 descritta da Defoe, la peste di Marsiglia del1720descritta da Bertrand.Adesso c’è anche la Peste di Uvira del 2011 e la descrivo io.

“Polmonare o bubbonica?” chiedo, sapendo che la polmonare ti fa fuori senza nemmeno darti il tempo di prendere un antibiotico. “Eh?” “Non importa.” Corro anch’io verso il taxi. Accidenti, sento un prurito sotto l’ascella. Che sia una pulce?

Dragor


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