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Il ruolo della mente nella malattia

Da Nicla

Quanto incide la nostra mente sull’evoluzione di una malattia?
Perché due persone con la stessa diagnosi e cura hanno epiloghi tanto differenti?
Che cosa avviene di così profondamente diverso da determinare in alcuni la guarigione e in altri la sconfitta?
Da oltre 30 anni il metodo psico-oncologico Simonton, sviluppato dal dottor Carl Simonton oncologo e specialista di radioterapia americano, lavora al fianco di pazienti e familiari colpiti da patologie tumorali nel tentativo di sostenerli nel difficile cammino di cura e guarigione.
20150210_221232Ieri sera in una puntata speciale del Life Style Seminar, il percorso di formazione continua promosso da Be4eat e da tutto l’entourage medico e professionale che ruota intorno alle ricerche di una corretta alimentazione vegetale e uno stile di vita integrale, la dottoressa Marzia Zunarelli psicologa e una tra le principali terapeute abilitate al metodo Simonton in Italia ha spiegato in diretta web i primi pilastri di un percorso che molto ha da dare nel sostegno di chi è affetto da malattie degenerative.

  • Perché alcune persone a parità di malattia e cura riescono a guarire e altre no?
  • C’è qualcosa di estremamente pratico da fare e seguire per attivare le nostre forze di auto-guarigione?
  • Cosa posso fare per sostenere al meglio un mio caro?

Tutte domande lecite cui il metodo Simonton cerca di dare una risposta concreta, basandosi principalmente su due fondamenti:

  1. l’uso dell’immaginazione;
    Thinking young woman
  2. la trasformazione di un pensiero malsano in uno più sano.

Nella ristrettezza di un tempo dedicato alla prima presentazione di un metodo che verrà approfondito in altre lezioni, la dott.ssa Zunarelli ha cercato di gettare le prime basi di un sistema di autoregolazione del pensiero e del desiderio di vivere da cui scaturiscono molte forme di guarigione inaspettate. Da tempo infatti il filone delle neuroscienze ha dimostrato come il nostro pensiero abbia delle potenti ricadute sulla vita chimica e cellulare del nostro corpo, sia in modo positivo che in modo negativo. Imparare a guidare i nostri vissuti interiori, contenendo lo stress e gestendo le emozioni, può dimostrarsi un’arma significativa in un percorso di cura e guarigione.
Gli studi sullo stress di Hans Selye che hanno definito lo stress come come una reazione di adattamento del corpo nel momento in cui c’è una perdita di equilibrio. Tuttavia anche se soggettivamente percepito lo stress ha un ma solida e fisica conseguenza sul nostro corpo. Il problema è riconoscerlo prima che questo si faccia cronico.
Sono tre infatti, secondo Hans Sely, i passaggi che avvengono nel nostro corpo sottoposto  a stress:

- una prima reazione di allarme (l’organismo produce cortisolo e gli ormoni dello stress per affrontare un momento);

- una seconda fase di resistenza (lo stress perdura e il corpo attraversa una fase di sovraccarico. Il sistema immunitario inizia a risentirne);

- una terza e ultima fase di crollo (hopeless, senza speranza. Il corpo smette di produrre gli ormoni dello stress, il sistema immunitario è in collasso e qui si insinuano i primi sintomi di una malattia fisica che può essere fisica o  psichica a secondo di chi risponde per primo alla caduta. Gli effetti fisici provocati dal crollo emotivo sono una alterazione del battito cardiaco, una difficoltà nella calcificazione ossea, un invecchiamento precoce, un calo della memoria, un abbassamento dell’efficacia delle cellule natural killer e di tutto il sistema immunitario)

Il metodo Simonton si insinua in questo meccanismo perverso di autodistruzione con 2 obiettivi principali:
I.   guarire attraverso la gioia;
II   attivare la chimica della felicità;

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La prima cosa da fare, sottolinea la dott.ssa Zunarelli, è trovare almeno 5 buone ragioni per vivere. Può sembrare banale, ma non è così. E poi elencare almeno altrettante situazioni che ci stressano e ci pesano. “E’ una necessaria operazione di chiarezza, una sorta di illuminazione che può aprirci molte vie di intervento”- spiega la psicologa. “Se da un lato è ovvio che non si può cambiare tutto della propria vita è pur vero che venire a conoscenza di ciò che vogliano e non vogliamo assolutamente mette in campo diverse forze importanti di cui dobbiamo usufruire”.
A questo fine può essere di aiuto il gioco del fagioli: è sufficiente tenere in una tasca
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dei fagioli e quando nella giornata c’è qualcosa che ci fa sorridere se ne prende uno e lo si sposta nell’altra tasca. Il momento terapeutico è alla sera, quando a  fine giornata siamo costretti a ripercorrere quei momenti di gioia spontanea ricostruendo il bello di una vita quotidiana che il più delle volte sfugge alla mente.
La vera leva tuttavia, sottolinea la dott.ssa Zunarelli, è la decisione: la decisione di guarire, un qualcosa che dobbiamo ripeterci mille mille volte al giorno e continuamente rinfrancare nel nostro vissuto.
E’ come quando a scuola da studenti ci sentivamo impossibilitati ad imparare una materia. Dicevamo: è impossibile. Non funziona! Poi a forza di dai e dai, di ripetere la lezione e applicarci con costanza è andata. Abbiamo superato l’esame! Così è per la decisione di guarire. Non è una lezione facile: nessuno nasce imparato. Tuttavia si può imparare, occorre ripetere e ripetere e ancora ripetere fino quasi a sentire questa decisione pulsare dentro di noi. E i risultati allora sì che si vedono!

Per approfondire il tema, è possibile leggere i seguenti libri:

*Ritorno alla salute, Simonton Carl, Matthews-Simonton Stephanie, Creighton James, Edizioni Amrita, 2005
*L’avventura della guarigione, Simonton Carl, Henson Reid, Hampton Brenda; Edizioni Amrita, 2006

o in alternativa richiedere informazioni al numero +39 0444986955 o compilare il FORM per essere contattato.


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