Il silenzio di Palazzo Francescani.

Il silenzio regna sovrano. Nulla si sa, nulla si dice, al massimo si odono mormorii. Eppure qualcosa si sta muovendo all’interno della sinistra montegranarese. Si vocifera di dimissioni pesanti all’interno del Direttivo. Si paventano dimissioni ancora più pesanti. Ma tutto in perfetto stile pissi pissi: nessuno parla, nessuno dice, la porta del bunker è ben serrata. Quello che è, invece, piuttosto evidente è il malcontento della base, in particolare dei giovani che, finalmente, escono più o meno alla scoperta e contestano l’operato del vertice, nonostante fin’ora la stessa segreteria dei GD ne abbia ufficialmente avallato le scelte.

I panni sporchi si lavano in famiglia e credo che, dopo le ultime vicende sia ormai chiaro che ci sono diverse lavatrici da fare. Se il silenzio dell’ufficialità dovesse servire a ripartire con nuove forze e, soprattutto, finalmente con nuovi soggetti, aprendo le porte alla società civile non per controllarla ma per riceverne spunto e orientamenti, allora ben venga il silenzio. Ma siamo abituati a ben altri significati dell’assenza di comunicazione. Troppo spesso essa significa che si sta riparando, restaurando, risistemando. Perché in genere l’innovazione fa rumore mentre la salvaguardia di antichi privilegi è silenziosa. E in piazza Mazzini, lungo le scale di Palazzo Francescani, si odono solo echi di passi lontani.

Luca Craia