A parte i libri scolastici, dove continuano ad annidarsi le peggiori ipocrisie storiche che hanno reso il comunismo una teoria politica positiva, là dove non lo è. A parte i libri, in Italia la mentalità comunista è ancora ben radicata nella nostra società. In particolare, attraverso le varie organizzazioni politiche e sindacali che si richiamano alla tradizione comunista, e che impongono ragioni, sistemi e princìpi che non appartengono alla tradizione liberale e democratica, ma a quella tipicamente marxista e leninista.
Del resto, il ragionamento dei comunisti italiani passati, presenti e futuri, è molto semplice. Per poter controllare le opinioni ed egemonizzare la società, il comunismo (che non è solo una teoria, ma pure un atteggiamento mentale) ha bisogno di controllare la fame. Ergo, più garantisce la crescita della spesa che allievi la fame, e più la gente diventa dipendente dal sistema che impone, e più diventa dipendente e meno è disposta a cambiarlo, decretandone l’implosione e favorendo la sopravvivenza della sinistra che sul disagio sociale sopravvive.
Prendiamo la CGIL, l’ultimo grande sindacato rosso dell’occidente. Tanto per confermare la propria tradizione massimalista che sopravvive a se stessa, ecco che fa sua l’aberrante idea della patrimoniale per rastrellare i soldi finalizzati a sostenere la spesa… ehm… gli sprechi pubblici nei settori dove – guarda caso – il sindacalismo e la politica dei sinistri di ogni risma la fanno praticamente da padrone. Parlo della previdenza, dell’assistenza, del cooperativismo ecc.
Orbene, è chiaro che, a parte l’evidente significato politico dell’idea, tipicamente stalinista e statalista, la tassa in sé è un’offesa ai principi liberali, e costringe ancora di più all’evasione fiscale, quando non induce i detentori dei vari patrimoni a investire all’estero i loro capitali o addirittura a trasferirli materialmente verso altri lidi. Se dovessimo fare un paragone antropologico, potrei azzardare che la Camusso propone che la bellezza italica si faccia crescere i baffi e ingrassi o dimagrisca fino a diventare una controfigura di donna. Non v’è dubbio che davanti a un manico di scopa oppure a un pallone di ciccia, difficilmente un uomo rimarrebbe estasiato e attratto. Lo stesso dicasi per gli investitori davanti a un sistema fiscale che anziché favorire la crescita e gli investimenti si trasforma nel peggiore dei vampiri, e solo per sostenere il sistema degli sprechi ai quali una certa cultura comunista ci ha abituati. Sprechi che invece dovrebbero essere ridotti, perché riducendo gli sprechi si riduce il debito pubblico. E riducendosi il debito pubblico, la pressione fiscale diminuisce e viene favorita la crescita.
Ma non è finita qui. Vertenza Fiat. Sentite un po’ cosa si sono inventati quelli della FIOM. Mentre uno come Marchionne, che proviene da una certa scuola imprenditoriale che non è certo quella italiana, risana la Casa Automobilistica torinese e la fa diventare una multinazionale, dichiarandosi persino disponibile a re-investire in Italia, ecco che arrivano i signorotti del sindacato «seventies» che pensano bene di mettergli il bastone tra le ruote con rivendicazioni retrò. È di oggi la notizia che Landini vuole ricorrere legalmente contro la newco creata dalla Fiat, in quanto – secondo lui – violerebbe le norme nazionali ed europee in materia di diritti sindacali. Una vera intelligentonata, davanti a un tosto come Marchionne, che se prima aveva dei tentennamenti nel decidere di trasferire la sede legale della casa torinese in USA, probabilmente dopo questa furbata del sindacato rosso, i tentennamenti diventeranno certezza. Del resto, la FIOM agli USA ci sta come Lenin a Wall Street.
Morale della favola? Piuttosto ovvia: i tempi cambiano, il futuro incalza, il comunismo è storia, eppure in Italia i marxisti-leninisti, ecologisti-postcomunisti e pacifici proforma si ostinano a sopravvivere, malgrado il loro evidente anacronismo. Non vogliono andare in pensione e continuano a ostacolare il processo di modernizzazione del paese. Finché non ci liberemo definitivamente dell’ideologia deleteria che li rappresenta e li sostiene, e che imperversa nella politica e nel sindacalismo, lo sviluppo economico e il benessere sociale diffuso, correlati all’abbattimento della spesa e della pressione fiscale, in Italia saranno un miraggio. E sappiamo bene tutti che quando in una famiglia i soldi mancano o scarseggiano e i debiti aumentano, i malumori danno spesso adito a rotture e a fratture in alcuni casi insanabili.
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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Tags: camusso, Cgil, comunismo, Comunisti, Fiat, fiom, landini, patrimoniale, sindacalismo, sindacato, tassa patrimoniale Potrebbero interessarti anche: