Magazine Italiani nel Mondo

Il sogno, o la fine di un mondo

Creato il 11 luglio 2011 da Albino

Credo che il mondo possa essere diviso in due categorie: quello che si trova all’interno dei confini di Tokyo e quello che sta al di fuori. Cantava Jovanotti dell’Ombelico del mondo, ricordate? Beh, non so se esista un ombelico vero e proprio… quel che e’ certo e’ che niente al mondo puo’ essere paragonato a quell’immenso formicaio di cemento.

Ma non fraintendetemi: non sto facendo l’elogio di Tokyo. E non sto nemmeno cercando di gettarmi in improbabili argomentazioni su quale citta’ sia meglio di quale. No: quello quello che voglio dire e’ che Tokyo e’ diversa dal resto del mondo. Asia compresa, resto del Giappone compreso. Semplicemente, lo e’.

E’ per questo che in questi giorni del dopo-Tokyo non mi sembra di aver lasciato un Paese, una citta’. Piuttosto, mi sembra di essermi svegliato da un sogno lucido, di quelli che fai la mattina in dormiveglia appena prima che suoni la sveglia. Di quelli intensi, che ti porti dietro come un ricordo di non vissuto per il resto della giornata.

Avete mai letto un romanzo di Murakami? Ecco: Tokyo e’ come in quei romanzi, ne’ piu’ ne’ meno. E’ un posto che quando lo visiti non capisci dove ti trovi, ma vedi cose, ti capitano eventi. Un posto che alle volte sembra un videoclip degli anni ’80, quelli di cui non ricordi mai il titolo della canzone. A volte sembra un romanzo di fantascienza andato a male, tipo 1984, di quelli in cui il potere ha lobotomizzato la popolazione. E sempre, costantemente, sembra di essere in un mondo parallelo dove il tempo scorre in maniera onirica, dove ti svegli ed e’ gia’ notte, dove la notte dura un secondo o un’eternita’, dove il tempo si annoda e si stira, e si contrae, e si ferma. Dove adesso e’ il futuro, oppure giri l’angolo e sei nel medioevo, o chissa’ quando.

Alcuni poi Tokyo non si limitano a visitarla, ma pensano bene di fermarcisi a vivere. Un po’ come accade al protagonista di Hard-boiled Wonderland and the end of the world, per citare ancora Murakami. Restare nel sogno, per sempre, e’ la condanna che aspetta chi osa vivere a Tokyo per troppo tempo. Uscire dal sogno, ritornare a vivere, e’ la condanna che spetta a chi decide di uscirne.

E ora che il tempo scorre normale, che vivo tra gente vera e faccio un lavoro vero, e sono sveglio, nella parte di mondo che non e’ Tokyo. Beh, la senzazione e’ sin troppo facile da descivere. Perche’ so esattamente come mi sento: come appena svegliato da un sogno strano e dolcissimo, di quelli che durano attimi che sembrano un’eternita’. Di quelli che fai appena prima che suoni la sveglia, e ti lasciano malinconico per il resto della giornata.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog