Magazine Psicologia

Il suicidio nel divorzio

Da Psychomer
By
Maria Concetta Antelmi
marzo 18, 2011Posted in: psicologiaIl suicidio nel divorzio

In questo periodo si sente parlare molto dell’argomento suicidio legato al divorzio (pensate al caso delle gemelline svizzere); i dati ci parlano di un centinaio di suicidi all’anno di padri che, non riuscendo a sopportare la separazione dai figli si tolgono la vita. Dal punto di vista psicologico la separazione è per gli uomini una forte causa di stress che può provocare problemi cardiaci, attacchi di panico e depressione.

E’ fondamentale dire che la fine di una relazione è un processo doloroso, anche per chi prende la decisione di lasciare, ma lo è ancora di più per chi viene lasciato.

Secondo un ciclo di studi dell’Università della California, c’è un allarmante aumento dei suicidi maschili che seguono alla separazione e alla perdita dei figli. Tra le motivazioni principali ci sono il divieto di accesso ai bambini e  la fine della vita di coppia che causa un senso di solitudine e frustrazione.

Una  delle esperienze più dolorose e devastanti che gli esseri umani possano sperimentare è quella del divorzio, esso viene classificato, in termini di dolore uguale alla morte di una persona cara,  e/o all’invalidità permanente e/o ad una grave malattia. Accettare l’abbandono della persona amata richiede tempo ed un processo psicologico complesso per certi versi analogo a quello che avviene alla morte di una persona cara. In linea generale possiamo dire che, il processo dell’elaborazione del lutto avviene per fasi la cui durata e intensità varia da individuo a individuo. Ciascuno vive il lutto  a modo suo, in alcuni predomina la rabbia per l’abbandono subìto e  il bisogno di risarcimento (che può essere richiesto in diverse forme),  in altri, invece, predomina la componente depressiva.

La depressione è una patologia dell’umore, tecnicamente un disturbo dell’umore caratterizzato da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell’umore, compromettendo il “funzionamento” di una persona, nonché le sue abilità di adattarsi alla vita sociale (Aldo Galeazzi, Paolo Meazzini, Mente e comportamento. Trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale, pag. 279 )

E’ quindi la serie di cause che porta alla depressione a fa scattare il pensiero e la voglia di togliersi la vita.

Credere, forse, nell’impossibilità di vivere è la causa fondamentale che determina il suicidio.

Per il DSM IV il suicidio è più frequente nei seguenti casi:

- se sono presenti manifestazioni psicotiche;

- se il paziente ha avuto precedenti tentativi di suicidio,

- se c’è una storia famigliare di  suicidio o uso di  sostanze stupefacenti.

Nei casi di suicidio da divorzio, spesso le persone vittime di una separazione che pensano di porre  fine alla propria vita  non si sentono amate e considerate da chi li ha lasciati. Il suicidio diventa così l’unico modo per essere finalmente visti e apprezzati da quest’ultimi. L’aspirante suicida è convinto che solo con un gesto estremo come quello di togliersi la vita, potrà far sì che l’altro si accorga finalmente di lui. E’ spesso un modo per vendicarsi dell’indifferenza o della cattiveria dell’altro, cosi: costui/ei sarà costretto/a a vivere tutta la vita, portandosi dentro il peso insostenibile del rimorso e della colpa. Frequentemente, con la propria morte, il suicida vuole colpire la persona che più l’ha fatto soffrire in vita; ma dietro alla rabbia, c’è sempre una richiesta d’amore: l’ aspirante suicida spera di ottenere con la sua morte quell’ affetto e quella considerazione che non è riuscito ad ottenere da vivo (il suo gesto rimane comunque vendicativo nei confronti dell’abbandonante).

Ti potrebbero anche interessare:

8 studi che dimostrano la forza della semplicità!Sei un BUGIARDO?!Le illusioni otticheTest su test, esami su esami…ipocondria o semplicemente cura di se?

About the Author

Il suicidio nel divorzio
Ciao! Sono Maria Concetta Antelmi: psicologa,clinica e di comunità. Laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso la Facoltà di Psicologia 1 dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza“. Iscritta all’albo sezione A regione Puglia nel '05. Leggi il mio profilo completo nella pagina "About us".

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :