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Non voglio più leggere i libri che si impegnano solamente a mettermi paura.
Che io ricordi ho sempre voluto crescere, gli anni non mi bastavano mai e se non avevo abbastanza rossetto, indossavo scarpe più alte, se non avevo desideri abbastanza degni, mi accontentavo di ambizioni più concrete. Ho sempre voluto crescere e allo stesso tempo non mi sono mai sentita sufficientemente grande. Era come correre verso un bersaglio mobile: non importava quanto mi impegnassi a raggiungerlo, mangiavo solo la polvere.
Poi tra me e i miei sogni di rispettabile senilità, si è imposto questo libro e a me di crescere è passata la fantasia. Non voglio diventare un'adulta rancorosa, una madre sottomessa, una donna negata. Non voglio guardarmi allo specchio tra dieci anni e chiedermi cosa ne sia stato della mia gioventù. Voglio alzarmi, un giorno, e chiedermi cosa ci sarà di bello per i prossimi venti. Voglio un amore straziante che trovi la sua pace all'ombra di un cespuglio di gelsomino, nelle torride mattine di luglio. Non voglio essere un adulto così scontato e triste, obbligato ogni giorno a fare i conti con i fallimenti e le recriminazioni. Non voglio più diventare grande, o quanto meno non voglio diventare questa persona grande. Non mi importa quanto poco interessanti siano le vostre vite da adulti, non mi importa a quanti compromessi siate scesi, non mi frega niente di quanto abbiate lavorato durante l'inverno per pagarvi le vacanze estive a New York o quanti alimenti siate obbligati a versare alla vostra ex moglie per far mangiare quei ciccioni dei vostri figli, i quali non impareranno mai a dire grazie. Io non sarò mai come le vostre fidanzate, le vostre amanti, le vostre figlie. Voglio la dolce malinconia dei bei ricordi e l'inebriante eccitazione per il futuro. Il tempo è un bastardo e vi azzera e vi finisce e vi fotte. Che sia maledetto questo libro, scritto per i grandi che si ricordano con rabbia, molli, sfiancati e delusi. Questo libro è l'appendice cattiva delle vite addomesticate al "tanto ormai", piegate, con gli occhi bassi che imparano a riconoscere solo la terra e a non vedere l'orizzonte.
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