Recentemente, ho letto sul Corriere.it, un articolo in merito alla crescita costante e sostanziosa di viaggi nella capitale Turca da parte di chi desidera il trapianto di baffi. Da sempre simbolo di virilità, del passaggio all’età adulta, prediletto da statisti, artisti e militari, i baffi sono i protagonisti di un nuovo turismo che porta uomini di ogni nazione (ma soprattutto di origine arabica) ad Istanbul per sottoporsi al trapianto per un costo che va oltre le 1.700 euro. Tra i modelli di baffi più richiesti vi è lo stile sobrio e impeccabile del primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan.
Pare che ogni giorno si facciano operare in città circa 50 persone di origine araba, e la popolazione del Medio Oriente corrisponde al 75 per cento della clientela per questo tipo di interventi. Il baffo che nelle terre di Allah è simbolo di forza, potere, virilità, e soprattutto onore quando manca o si sfoltisce diventa un vero problema: a rivolgersi ai chirurghi turchi sono spesso uomini di mezza età, magari intenti a prendere la terza o quarta moglie, ma anche uomini d’affari, che si presentano raccontando come l’assenza di una peluria forte ponga loro problemi di credibilità anche al lavoro.
I pazienti provengono soprattutto dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Arabia Saudita, dal Qatar, dall’Iraq e dal Kuwait. Ma anche tra gli europei, soprattutto di nazionalità britannica, si registrano alcuni viaggi per il trapianto del baffo. Il numero di turisti arabi (non solo per il trapianto) in Turchia è cresciuto dai 700mila del 2001 agli oltre 4 milioni del 2011. Per arrivare nelle cliniche specializzate di Istanbul i pazienti si rivolgono ad alcune agenzie private che si occupano di tutto: i documenti medici preliminari, l’albergo, i tour della città da unire all’operazione. Che ha un costo molto alto: un intervento normale sul solo baffo costa circa 1.700 euro, in cui sono inclusi 4 giorni di permanenza in città, con pernottamenti, pasti ed escursioni.