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Il Travaglio che ti aspetti

Creato il 18 gennaio 2012 da Dagored
Il Travaglio che ti aspetti
"Ora diranno che noi italiani non riusciamo a diventare seri nemmeno nelle tragedie". Attacca così l'articolo di Marco Travaglio e già da queste prime parole lette ci si immagina cosa sarà il seguito, ovvero la solita inutile esercitazione di sterile umorismo di un mediocre scrittore che crede di essere un umorista, o di più, un satirista.
Ma non c'è sorpresa e non c'è divertimento in che Travaglio ha imparato a conoscerlo ormai da anni e non può quindi sorprendersi si per il giornalista torinese in fono in fondo (anzi nemmeno in fondo ma alla superficie) la responsabilità del disastro dell'Isola del Giglio non è che di Silvio Berlusconi.
Una soluzione semplice, ma che ha il suo effetto, come la torta in faccia e la caduta del grassone nelle comiche dei film del cinema muto: un espediente per ottenere la risata.
Naturalmente la sua ricostruzione della tragedia è leggera e fondata solo sulle notizie, probabilmente inattendibili, arrivate dai cronisti presenti sulla scena del naufragio, e tutte da verificare, ma al nostro fustigatore dei peccati e dei vizi nazionali non importa, per lui è tutto chiaro e lo è da sempre: il responsabile di tutto è il Berlusconi che era nel capitano Schettino, come per tutto quello che dibritto e cattivo succede in Italia è del Berlusconi che è in noi. Anche l'affondamento dell'Andrea Doria, avvenuto nel 1956, fu senza dubbio dovuto al Berlusconi che era nel comandante del transatlantico, il capitano Piero Calamai, perché comunque nel 1956 Berlusconi era già attivo e faceva danni (che poi cantava pure sulle navi da crociera, elemento che rafforza la convinzione della sua colpevolezza), come senza dubbio Berlusconi è dentro ognuno dei tassisti che oggi la stampa nazionale indica essere i veri responsabili della crisi economica .
Qualcuno potrebbe pensare che Travaglio sia ossessionato da Berlusconi e non possa fare a meno di non vederlo dietro ogni evento accada in Italia, ma non è così. Quello di Travaglio è il disperato tentativo di tener viva l'attenzione su se stesso, sapendo bene che lui stesso è un fenomeno del berlusconismo.
Silvio Berlusconi è infatti l'unico responsabile del successo di Marco Travaglio, che solo grazie all'imprenditore milanese, poi divenuto politico e premier, l'oscuro corrispondente da Torino del Giornale di Montanelli ha potuto iniziare una irresistibile scalata al successo e alla ricchezza. In circa ventanni Travaglio è riuscito a pubblicare, grazie anche alla compiacenza di tanti magistrati (definiamola compiacenza) che gli hanno fornito gli atti giudiziari, centinaia e centinaia di articoli, di interviste e interventi televisivi, un paio e forse più di libri all'anno (in collaborazione con i suoi sodali), spettacoli teatrali e chissà quant'altro che adesso non mi viene in mente. Una infaticabile lavoro nello sfruttare quella miniera d'oro che il destino gli aveva posto davanti che lo ha infine portato a fondare, sempre con i suoi sodali, un quotidiano che aveva solo una ragione di esistere: parlare, male, di Berlusconi.
Va da se che l'uscita di scena di Berlusconi dal teatrino della politica non ha fatto bene alle vendite del giornale e rende difficile il riuscire a confezionare altre pubblicazioni: la vena aurifera s'è impoverita e non promette di rivelare altre risorse (ma anche la natura deve pur fare il suo corso, perbacco!), ma si cerca di sfruttarla fino all'ultima pepita.
Per questo non è una sorpresa che alla fine della fiera il responsabile del naufragio della Costa Concordia sia Silvio Berlusconi. Questa è la soluzione più semplice e conveniente per Travaglio e anche per la miriade di suoi imitatori, che lo imitano in tutto, non solo nel perseguire lo stesso bersaglio, ma anche nello stile che vorrebbe essere ironico e divertente, ma riesce ad essere solo noioso e di cattivo gusto. Perché su questo ha ragione Travaglio: lui e i suoi imitori non riescono a rimanere seri neanche davanti alle tragedie, riescono ad essere ridicoli pure in queste occasioni .

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