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Il vero danno non è il self-publishing

Da Marcofre

Il self publishing ha dato la stura a una valanga di scrittori. Domandarsi quale “danno” possa provocare alla letteratura è ridicolo: quest’ultima si difenderà nel solo modo che conosce. Proponendo nuove voci, alcune delle quali col tempo, sapranno confezionare capolavori. E alcune di queste, muoveranno i primi passi su piattaforme Web come Amazon, o Narcissus, perché no.

Ogni volta che il progresso ha permesso a più individui di partecipare in ambiti da cui in precedenza erano esclusi, i vantaggi si sono riversati a cascata su tutti, vero?

Per parte mia, non ho affatto le idee chiare, lo confesso.
Mi piace l’idea di avere il controllo su tutto, o quasi; stabilire prezzo, o mettere alla porta il DRM. Pubblicare con pochi clic e avere un segno tangibile che qualcuno ha scaricato, apprezzato e magari perderà uno o due minuti del suo tempo per scrivermi cosa ne pensa.

Tuttavia mi pare che ci sia un problema che forse viene lasciato sullo sfondo. Quando le regole del gioco cambiano, l’entusiasmo conduce a ignorare alcuni fatti.
Nel nostro Paese il Web viene considerato la risorsa della “roba” gratuita. Che si tratti si applicazioni, o ebook, devono essere gratis, perché “ovviamente” buona parte delle persone che bazzicano la Rete non hanno alcuna intenzione di sganciare un solo Euro. Probabilmente perché lavorano gratis, e immaginano che il resto del mondo viva come loro.

Altro ostacolo: i pochi lettori in Italia.
Il libro elettronico avvicinerà alla lettura più persone? È possibile, ma non ne sarei così sicuro. Se non amo leggere, perché dovrei acquistare un dispositivo che mi permette solo di… leggere? E parliamoci chiaro: è più semplice andare in libreria e comprare un libro cartaceo, che uno elettronico.

Se scelgo di acquistare un ebook, io bado che non abbia il DRM Adobe, ma solo quello social. Ma io agli occhi di amici e conoscenti sono un hacker (basta poco per meritarsi una tale etichetta: prova a dire “backup incrementale” e istantaneamente chi ti sta accanto ti eleggerà hacker dell’anno).

Non è tutto. Occorre assicurarsi della compatibilità tra dispositivo e formato del libro elettronico, altrimenti dovrò perdere del tempo su forum e affini per riuscire a leggere quello che ho comprato. Sì, per colpa di alcuni editori, leggere un libro elettronico è ancora difficile e poco conveniente. Il capitolo sui prezzi meriterebbe un post a parte, ma non sono sicuro che lo scriverò.

In uno scenario del genere, aspettarsi che qualcuno ci scriva dicendo: “Ehi, bravo! Mi è piaciuto!” è una pallida illusione.

Per come la vedo io:

  •  Lavora duro su te stesso;
  •  Le persone possono essere sorprendenti. Sii sempre schietto e se ti capita di incontrare una o più persone che vogliono aiutarti, cogli l’occasione. E ricordati di essere riconoscente;
  • Rammenta che vivi in un contesto arretrato.

Sull’ultimo punto, qualcuno afferma che col tempo l’arretratezza sarà superata. È possibile. Appare ovvio anche alle pietre che il vero danno è avere a che fare con delle persone che non hanno curiosità, che blaterano senza chiedersi il perché o il percome. Che si limitano a… imitare le abitudini della mandria. Questo sì che è devastante e pernicioso.
Ma tutto questo può essere migliorato, e superato?

Di certo non grazie alla tecnologia, ma solo alla volontà del singolo che un bel giorno capirà di meritare di più della solita sbobba. Allora si guarderà attorno e sceglierà: o una biblioteca, o un iPad o Kindle. Però come sempre, tutto è nelle mani dell’individuo.


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