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Il vostro prossimo PC potrebbe costare meno di 30€
Creato il 21 settembre 2012 da Intervistato @intervistatoParliamo del Raspberri_PI , un mini PC SoC (system on a chip) basato su una manciata di componenti elettronici e poco più. Il chip principale è un Broadcom BCM2835, che contiene un processore ARM11 a 700mhz, una GPU grafica e 256Mb di RAM. Il resto della scheda è equipaggiato con gli interfacciamenti necessari a collegarsi al mondo esterno, una scheda ethernet, due porte USB, una uscita HDMI, una audio e una RCA, per utilizzarlo anche con i vecchi TV. A completare il tutto uno slot per scheda SD, la stessa che troviamo nelle macchine fotografiche digitali dove, in pochi minuti e con pochi semplici passi, possiamo trasferire una distribuzione Linux (ovviamente ricompilata per ARM) e rendere operativa la nostra schedina. Se vi state chiedendo quanto costa... beh, meno di trenta euro (forse meno di una “cover” del vostro nuovo smartphone).
L’utilizzo di una schedina come questa è molteplice: si parte dall’ avere un PC leggero e prestante, utilizzabile come client per le applicazioni più comuni, passando per un completo media center per vedere film, foto e sentire musica sul vostro TV, ma c'è chi ci ha già montato Android, o uno Unix, o ne ha messi in parallelo 64 per creare un supercomputer low cost.
Ma come è stato possibile coniugare alta tecnologia, basso prezzo e suscitare così tanto clamore? Per capirlo dobbiamo fare un salto indietro al 2009, quando viene fondata la “Raspberri PI Foundation”, supportata dall’Università di Cambridge (UK) e da Broadcom. Lo scopo è subito chiaro: l’obiettivo della fondazione è quello di “promuovere l’uso del computer a livello scientfico, specialmente a livello scolastico, e riportare il divertimento nel computing” (“put the fun back into learning computing”). A questo scopo vengono reclutati esperti del settore, compreso il famoso David Braben, ex creatore di videogiochi (ed ex studente della Cambridge University).
I lavori procedono per tutto il 2010 e 2011, quando vengono presentati i primi prototipi. Parallelamente allo sviluppo dell’ hardware vengono coinvolti anche sempre più tester, i quali si divertono a realizzare prototipi e a pubblicare i risultati dei loro esperimenti su blog e riviste, contribuendo non poco a creare l’attesa per il prodotto. Gli ordini vengono ufficialmente aperti il 29 Febbraio 2012, creando immediatamente il “sold out” presso i due fornitori designati a gestire la distribuzione, i quali si vedono costretti a limitare gli ordini ad un pezzo a persona, e a rilasciare date di consegna con tempi di attesa di anche tre mesi.
La forte e inaspettata richiesta ha anche mandato in tilt il sistema produttivo e di collaudo, che era stato pensato inizialmente per diecimila pezzi, mentre i preordini superavano già i centomila. Attualmente si stimano già cinquecentomila pezzi già venduti, innumerevoli progetti già realizzati e un ricco mercato di accessori (supporti, contenitori, ecc.) a contorno e compendio della schedina.
La scheda sta diventando un must tra i “makers”, specialmente coloro che utilizzano Arduino (un'altra piattaforma per il physical computing, ma con meno potenza di calcolo ) e apre nuovi orizzonti per tutto quello che riguarda il “web delle cose” (WoT, “web of things”) ovvero la possibilità di creare oggetti smart, collegati alla rete, che possono dialogare e scambiarsi informazioni tra loro; oggetti sociali che interagiscono con esseri umani o altri oggetti.
La scheda infatti è fornita di alcuni connettori che permettono di interfacciarla con altri dispositivi come display touch, fotocamere ed altro ancora, oltre ad una GPIO, una porta generica da utilizzare per piccole automazioni.
Il fenomeno Raspberry_PI è destinato a crescere ancora, con il rilascio di altre versioni della scheda, che non mancheranno di suscitare le curiosità degli appassionati e stimolare nuovi progetti e idee.
Luca Perencin | @No_CQRT
Your next PC might cost less than 30€
A three months waiting list, more than 500.000 pieces sold in less than one year. We're not talking about the last model of smartphone or tablet, but about a technological object of just a few millimeters, 85 x 52 to be exact, the format of a common business card.
We're talking about the Raspberri_PI, a mini SoC PC (system on a chip) based on just a few electronic components. The main chip is a Broadcom BCM2835, which contains an ARM11 700mhz processor, a graphic GPU and a 256Mb RAM. The rest of the board is equipped with the necessary interfaces to connect to the world, an ethernet board, two USB ports, an HDMI port, an audio and a RCA one, to use it on old TVs as well. Completing everything is an SD card slot, the same we find in digital photocameras where, in just a few minutes and a few easy steps, we can transfer a Linux distribution (obviously recompiled for ARM) and make our board operative. If you're wondering how much it costs... well, less than 30 euro (perhaps less than a cover for your newest smartphone).
The usage possibilities for a board like this are numerous: from a light and performant PC, usable as a client for the most common applications, to a a complete media center you can use to watch movies, photos or listen to music on your TV, but there are also people who have mounted Android, or Unix, or who put 64 of them in parallel to create a lowcost supercomputer.
But how was it possible to put together high technology, a low price and so much noise? In order to understand that we must go back to 2009, when the Raspberri Pi Foundation was opened, supported by the University of Cambridge (UK) and by Broadcom. The goal is clear immediately: the goal of the foundation is to promote the use of computers at a scientific level, especially at school, and “put the fun back into learning computing”. In order to achieve this goal several experts are enroled, including the famous ex videogames creator David Braben (also ex student at Cambridge University).
Work was done for the whole year of 2010 and 2011, when the first prototypes were presented. In parallel with the development of the hardware, more and more testers are brought in, who have fun making prototypes and publishing the results of their experiments on blogs and newspapers, contributing a great deal to the hype, awaiting for the product. The orders are officially opened on February 29th 2012, and get "sold out" for the two suppliers who were handling the distribution, forcing them to limit orders to one piece per order, and delaying shipping times by 3 months.
The high and unexpected request has also sent the production and test systems in overload: it had been initially projected for 10.000 pieces, but the preorders already were over 100.000. At the moment the estimations are of 500.000 sold pieces, countless projects that have already been done and a rich market of accessories (supports, containers, ecc.) along with the board.
This board is becoming a must among "makers", especially those who use Arduino (another platform for physical computing, but with a lower calculation power) and opens new horizons for everything that regards the "web of things", the possibility of creating smart objects that are connected to the web, that can dialogue and exchange informations among them; social objects that interact with human beings and other objects.
The board is infact provided with some connectors that allow to interface it with devices such as touch displays, photocameras and much more, along with a GPIO, a generic port to use for small automations.
The Raspberri_PI phenomenon is destined to grow with the release of other versions of the board, that will most definitely excite the curiosity of aficionados and stimulate new projects and ideas.
Luca Perencin | @No_CQRT
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