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In-coscienza: questioni di poppe e riti femminili

Creato il 16 ottobre 2012 da Stimadidanno
Riguardo al tumore al seno conosciamo le storie tristi e le storie di guarigione. Io vi racconto di quando va liscia liscia. 
La prima visita senologica. Perché la prima? Gli altri anni avevo paura? No, non avevo tempo.Tempo per me, intendo. E poi sono fatalista, in genere. E non sopporto gli ipocondriaci, quelli che parlano sempre di malattie, quelli che hanno la sensazione di essere malati di tutto, quelli che è meglio sentire un altro parere. Sono un po' dell'idea che bisogna prenderla come viene.Poi leggo la storia di una donna e quella lì, più di altre, mi tocca tantissimo. Ci sono motivi personali, anche se non la conosco direttamente. Allora mi decido, telefono, vado. A cuor leggero, che di preoccupazioni nella mia testa in questo periodo non ce ne stanno altre, non c'è posto per niente di più. 
Appuntamento alle 11.00, ma alle 10.50 sto ancora girando per il grande cantiere di zona Garibaldi. Sotto la pioggia, a piedi, la piccola fiammiferaia. Ho abitato lì vicino ma ho perso ogni punto di riferimento. Non sopporto i ritardatari, non sopporto di arrivare in ritardo, inizio ad innervosirmi, mi sfiora un pensiero, lo caccio. In un modo o nell'altro arrivo, per scoprire che si è accumulato un po' di ritardo nelle visite. 
In-coscienza: questioni di poppe e riti femminili
Mi siedo e mi calmo. Quante donne, che belle facce. Di fronte a me una mamma e una figlia, cinesi. La mamma è una signora classica, curata; la figlia è graziosa senza essere bambolina. Parlottano e poi entrano insieme dalla dottoressa.
In-coscienza: questioni di poppe e riti femminili
Sono la prossima. La procedura prevede che io mi infili in uno sgabuzzino triangolare, piccolo e piuttosto buio, per spogliarmi in attesa dell' "avanti". Non so chi ha pensato questa genialata, l'idea comunicata è: sei alle strette, affrontati. Mi aggrappo moralmente allo sgabello rosso e mi affronto nello specchietto, scattandomi una fotografia che mi ricordi questo pensiero. Ho la faccia preoccupata e due occhiaie da spavento, che non dipendono da quello che sto per fare ma dal periodo che sto vivendo. Mi affronto, mi accetto e mi voglio un po' di bene. 
In-coscienza: questioni di poppe e riti femminili
Dal disimpegno triangolare ascolto i discorsi tra le due donne cinesi e la dottoressa. La ragazza traduce, insegnano alla dottoressa come si dice "Tutto bene" (una cosa tipo HOOOOOOOOHAAAAAAA, di naso, ma forse me lo sto inventando). Ora tocca a me.L'empatia o ce l'hai o non ce l'hai. Lei ce l'ha, indubbiamoente. Sono rilassata, a mio agio, la visita non è niente di che. Tutto bene, devo tornare per l'ecografia come da routine. Chiacchiero con la dottoressa, mi raccomanda di fare proseliti, mi parla di prevenzione, di uno stile di vita sano. Mi ammolla, su richiesta, il cell. di una sua collega dietologa. Esco sollevata. Mi regalo (l'ultimo) quadrato di pizza unta per pranzo e mi avvio in ufficio con la sensazione di essermi presa cura di me.Ma non è finita. Nel pomeriggio raccolgo la Bionda dall'asilo e ci fiondiamo in profumeria. Mi compro dopo anni un profumo serio, di quelli buoni buoni, classici, da donna e non da ragazzina. Oggi ho celebrato un rito femminile. 
Voi avete celebrato il vostro rito femminile? 

numero verde SOS LILT 800-998877 
www.nastrorosa.it

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