Luigi Coppola e sua moglie Michela da ormai 9 giorni vivono in macchina e fanno lo sciopero della fame di fronte al Viminale, sede del Ministero dell’Interno. Questa sera, però, Michela però s’è sentita male.
Il suo corpo ha avuto un crollo.
Nulla di grave, siamo sicuri che presto tornerà accanto al marito per continuare la loro battaglia per la giustizia e per la vita.
Ma ci chiediamo a che punto bisogna arrivare per avere ascolto oltre che ciò che spetta di diritto?
La loro richiesta, più che legittima, è che il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, li riceva e ascolti la loro storia. Dal 2002 fino a pochi mesi fa la famiglia Coppola, originaria di Pompei, ha vissuto sotto protezione, perché Luigi ha avuto il coraggio di denunciare la camorra che gli chiedeva il pizzoe far arrestare 32 persone.
Ora, dopo 10 anni, Coppola non ha più diritto al programma di protezione, è solo, ha paura per sé e per i suoi cari e non sa come continuare a vivere. Nottecriminale seguirà la sua vicenda e nei prossimi giorni vi racconterà tutti i dettagli.
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