Dopo una regular season conclusa con record largamente positivo (43-24), dopo aver eliminato dalla corsa al titolo gli Orlando Magic (già privi di Dwight Howard fuori per infortunio) per poi farsi buttare fuori dai playoffs dall’altra squadra della Florida, i neo campioni NBA Miami Heat, gli Indiana Pacers sono pronti a rituffarsi nella mischia in una Eastern Conference alla ricerca di nuovi equilibri. Ripartire si, ma la domanda sorge spontanea: è possibile fare meglio?
Il team di Indianapolis rientra in quella ristretta lista di squadre che quest’ estate ha potuto lavorare al potenziamento della squadra senza intaccare le fondamenta: la guida tecnica di Frank Vogel non è mai stata messa in discussione, Roy Hibbert è stato riconfermato con un’onerosa qualifying offer da 58M$ in quattro anni.
Due ottimi argomenti sul quale costruire il progetto della nuova stagione, tuttavia qualcosa è cambiato rispetto alla passata stagione ed è doveroso verificare che tutto si incastri alla perfezione.
Ad esempio le (inaspettate) dimissioni di Larry Bird dall’incarico di General Manager hanno liberato un posto in un ruolo strategico che si è scelto di affidare a Donnie Walsh.
Si, quel Donnie Walsh che avallò al suo tempo la tanto amata/odiata trade che spedì nella Grande Mela Carmelo Antony in uno scambio a più giocatori che coinvolse anche il nostro Danilo Gallinari.
Darren Collison e Dahntay Jones sono volati in Texas alla corte di Rick Carlisle mentre Dallas ha ceduto ad Indiana il centro Ian Mahinmi (con la formula della sign&trade).
Mahinmi che andrà a formare insieme a Roy Hibbert e David West un trio di lunghi potenzialmente molto interessante.
E sempre sotto le plance non si può ignorare la riconferma del combattente Tyler Hansbrough e del centro Miles Plumlee fresco di nomina all’ultimo draft (con la 26esima chiamata assoluta).
Se quindi nel settore lunghi Indiana può ostentare una certa tranquillità, maggiore attenzione bisognerà prestare al reparto esterni: Danny Granger è sotto i riflettori, sopratutto per le voci di mercato che lo vedrebbero lontano da Indiana nel prossimo futuro (seguendo lo stesso destino di Andre Iguodala ceduto da Philadelphia quest’estate). Dal mercato estivo è arrivato il redivivo Gerald Green (ex Nets) ed il playmaker D.J. Augustin, scaricato dai Bobcats mentre il sophomore Paul George (considerato da molti come l’erede di Granger) è stato riconfermato tramite la team option valida per la stagione 2013-2014.
E quindi sulle basi di queste considerazioni puramente teoriche che Indiana dovrà costruire la propria stagione, magari sfruttando la positiva esperienza della stagione passata per alzare l’asticella e puntare ad un ruolo di leadership nella propria division e magari imporsi come alternativa credibile ai Miami Heat per la lotta al titolo della Eastern Conference.