Chi avrebbe mai potuto immaginare quindici anni fa che oggi, dopo la prima decade del ventunesimo secolo, chiunque avesse potuto scrivere la qualsivoglia minchiata e poter renderla di dominio pubblico attraverso un proprio sito internet accessibile a tutti, e ricevere commenti da conoscenti e sconosciuti?
Era il millenovecentonovantasette (è questa la data simbolica indicata dagli esperti) quando negli Stati Uniti d’America fu messo in rete il primo Web-log, oggi meglio conosciuto come blog. Uno spazio virtuale, un vero e proprio diario dove condividere e condividersi.
Gli anni passano e di blog la rete oggi ne è satura. E il blog ha perso in parte la sua accezione di diario online, diventando sempre più un modo per commentare l’attualità, creare notizie, sputtanare gente, fare pubblicità ad un progetto, riunire gente che condivide una certa passione…di tutto e di più! Tutto a favore di un pluralismo di opinioni che, a volte creando un po’ di confusione, riesce comunque a dare uno sguardo d’insieme del mondo che si proietta nel web. I tempi dell’opinione pubblica forgiata dei media di massa sono ormai medioevo: oggi l’opinione pubblica, o sarebbe meglio dire le opinioni pubbliche, è forgiata direttamente dai blogger, in un confronto continuo di dati, notizie ed esperienze.
I blogger sono diventati veri e propri punti di riferimento per chi naviga in internet, e non solo. La loro “azione” non si limita soltanto alla rete, ma spesso li vediamo ospiti in trasmissioni televisive e radiofoniche, pronti a dare il loro punto di vista e la loro opinione, dai misfatti politici, al gossip. Ma non si possono relegare all’ampia schiera di opinionisti, che già invadono di inezie le scatole trasmittenti delle nostre case. Un blogger parla attraverso il web ed è ascoltato da un pubblico molto più eterogeneo di quello televisivo. Insomma un blogger oggi è un vero e proprio intellettualoide, e più il suo blog è visitato, è letto, è cliccato, più la sua popolarità e il suo diritto di parola crescono vertiginosamente. Anche se, “diciamocelo pure”, spesso i contenuti di certi blog popolari sono vacui e mediocri.
Spesso codesti intellettualoidi infatti sono vittime consapevoli o inconsapevoli di una cultura limitatamente wikipediana. Non che wikipedia sia da buttare, ma insomma, non è il massimo della conoscenza! Qualche libro ogni tanto ci vuole, giusto per non stare incollati sempre lì al computer.
Cari blogger, ogni epoca, ogni innovazione porta con sé sempre i propri mali: voi che siete chiamati ad essere i moderni Echi-della-rete guardatevi bene da saccenteria e mediocrità. Non sono i grandi numeri che fanno un blog grande, né essere blogger un grande intellettualoide.