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Intervista ad Antonio Cabrini

Creato il 24 ottobre 2014 da Simo785

Intervista a cura di Marina Cristaldi

Articolo originale del sito www.orgogliobianconero.it

http://orgogliobianconero.it/cabrini-contro-lucraina-ci-giochiamo-la-qualificazione-al-mondiale-femminile-in-italia-non-ci-sono-piu-i-calciatori-dei-miei-tempi-juve-favorita-per-lo-scudetto-ma/

Ecco alcuni passi relativi al calcio femminile dell’intervista di cui sopra,  per leggere l’intervista completa vedere il link sopra.

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Dalla fascia sinistra alla panchina. Dopo essere stato uno dei più forti terzini sinistri nella storia del calcio mondiale, Antonio Cabrini oggi allena la Nazionale Italiana femminile di calcio. Il Mondiale vinto con l’Italia nel 1982 fu l’apice di una straordinaria carriera, trascorsa principalmente tra le fila della Juventus. Sei scudetti, due Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa, una Supercoppa europea compongono il suo palmarès con i bianconeri.

Antonio Cabrini si racconta a Orgoglio Bianconero a pochi giorni dalle semifinali playoff, che lo vedranno impegnato con la Nazionale contro l’Ucraina, per conquistare l’ultimo posto per la qualificazione al Mondiale in Canada nel 2015 (la doppia sfida è in programma in casa, domani, 25 ottobre allo stadio Comunale Centro d’Italia di Rieti – ore 15 -, e mercoledì 29 in trasferta all’Arena di Lviv – ore 18 locali, le 17 in Italia -). Battere le ucraine è un passo fondamentale per riconquistare quel palcoscenico mondiale che manca all’Italia femminile da ben 15 anni:

«Saranno due gare delicate, in 180 minuti ci giochiamo l’ultimo posto disponibile per il Mondiale. In partite del genere non c’è una squadra avvantaggiata».

Che rapporto ha con le azzurre? É più o meno facile allenare le donne?

«Con le ragazze ho costruito un solido e rispettoso rapporto. Stiamo facendo un buon lavoro. Dal punto di vista tecnico-tattico è come allenare gli uomini, anche se le donne sono più responsabili e più reattive nell’apprendere e applicare i metodi di gioco».

In Italia il calcio viene quasi sempre associato al sesso maschile. Eppure il rapporto tra donne e pallone sta crescendo. Cosa si può fare per sostenere e rilanciare il calcio femminile e quantomeno portarlo alla stregua degli altri Paesi europei?

«Il mondo del calcio femminile è in espansione, alla base di tutto c’è il lavoro e la crescita sul piano tecnico-tattico delle squadre. Ma per far crescere questo movimento occorre anche e necessariamente investire. Sarebbe pure auspicabile che le squadre femminili facessero parte dei club professionistici maschili. Tutto ciò deve, però, camminare di pari passo alla crescente attenzione e informazione da parte dei media sul calcio femminile».

Cosa direbbe a un ragazzino che oggi si avvicina all’ambiente calcistico?

«Anche se i due mondi sono distanti, oggi vale quello che valeva trent’anni fa: nel calcio conta la passione! É il primo step per qualunque giovane voglia intraprendere questa carriera. Costanza e sacrificio vengono dopo e fanno parte di tutto quel contorno che, assieme alla fortuna, può far diventare importante un giocatore».

Cosa c’è nel futuro di Antonio Cabrini?

«Oggi sono un tecnico federale e auspico che anche il mio futuro sia in FIGC. Il calcio è il mio mondo!»


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