Magazine Hobby
1 – Presentati
Alessandra Pischetola, tarantina.
Questi sono i miei dati certi, tutto il resto è in definizione continua. Ho una formazione accademica tutta scientifica: il diploma al liceo scientifico e l’iscrizione alla facoltà di chimica e tecnologie farmaceutiche; ma genitori appassionati di arte, fotografia e arti manuali, mi hanno regalato questa doppia natura e perciò all'età di otto anni ho preso i primi fili metallici in mano ed ho cominciato a modellarli per crearne monili. Nell'ambito creativo ho una formazione da autodidatta e circa un paio di anni fa ho avuto la possibilità di osservare da vicino il lavoro di un artigiano orafo per qualche mese. Ciò mi ha permesso di aprire ancora di più la mia mente e mi ha dato il “coraggio” di sperimentare nuove tecniche nel mio mini-laboratorio nomade, che porto sempre con me in una grossa valigia nera, fatto di fili e piastre, pinze e martelli, archetto e stocco, trapano ed incudine.
2 – Che origine ha il nome del tuo blog?
Il nome è nato da una necessità: sono troppo timida per darmi un nome d’arte, ma in occasione di uno dei tanti mercatini di artigianato ai quali partecipo, dovevo indicare con un nome il tavolo che condivido con Francesco, che lavora il legno e da sempre realizza gli espositori per il mio banchetto. Io sono Ale per tutti e sul nostro banchetto si trovano i risultati dei nostri “esperimenti” (in qualche modo il chimico che è in me è venuto fuori) e perciò giocando sul mio nome e sull’esperienza da autodidatta è nato {sperimentàle}. Un amico grafico, che ha rivisitato proprio di recente il logo, lo ha inserito tra parentesi graffe per rimarcare la continua ricerca di definizione del lavoro che si arricchisce ad ogni creazione terminata.
3 – Come hai cominciato a lavorare con questa tecnica/materiale?
Come già detto, è stata la mia natura. Amo l’arte, la fotografia il design e tendo all’iperattività: creare con le mani è un bel modo per unire queste passioni, soprattutto dal momento che il disegno non è mai stato un punto forte per me. Mentre gli altri bambini avevano in mano matite e colori io avevo fili in rame e perline. Crescendo è aumentata la voglia di formarsi e migliorare ed oggi la mia matita è l’archetto da orafo ed il foglio sono le lastre in metallo.
4 – Cosa provi mentre crei?
Concentrazione, serenità, pace, desiderio di vedere il lavoro finito, emozione, entusiasmo, energia. Un po’ di tutte queste sensazioni riunite insieme. Quando finisco in genere sono stremata e “svuotata”… ed ipercritica!
Tendo sempre a pensare che la prossima volta verrà meglio. Ogni lavoro lo vivo come un momento di crescita, un’occasione per superarmi ma mai per raggiungere il massimo: quando penserò di aver raggiunto la “perfezione” probabilmente inizierò ad annoiarmi.
5 – Cosa provi nei confronti di una creazione?
Stupore e orgoglio se si avvicina a quello che avevo in testa o che avevo disegnato sul foglio prima di iniziare a lavorare. Quando le cose non vanno come spero, in genere, mi fermo e aspetto qualche giorno prima di riprendere in mano il lavoro, oppure inizio a trasformarlo in altro: sono nati tanti lavori entusiasmanti dagli errori che ho commesso!
6 – Hai difficoltà a separarti dalle tue creazioni?
Ho imparato a fotografarle appena terminate e questo mi permette di separarmene tranquillamente. È entusiasmante e gratificante godere dell’apprezzamento che mostrano gli altri per il mio lavoro e non c’è niente che mi emozioni di più che incontrare in giro per la mia città (o a volte addirittura per la Puglia) gente che indossa le mie creazioni.
7 – Come nasce l'idea per una creazione?
Ho sempre un’idea in testa e, probabilmente a causa della mia parte razionale, ho sempre bisogno di buttarla giù per carta. Essendo negata con la matita i miei schizzi sono sempre un po’ approssimativi ed io sono l’unica in grado di capirli. Quando devo realizzare un lavoro su commissione e devo mostrare un disegno a qualcuno è sempre un incubo!
8 – Perchè e in che modo hai deciso di proporti?
“La felicità è reale solo quando condivisa” (Tolstoj). Mi viene in mente questa frase.
Andare in giro per mercatini e festival, cosa che faccio da circa dieci anni, è stata quasi una necessità. È il mio banco di prova ed è un forte momento di crescita: il confronto con gli altri, il riscontro con clienti sconosciuti, lo scontro con la realtà che ci circonda (non sempre edificante e gratificante) sono elementi molto importanti del mio lavoro. Non ho una bottega tutta mia, lavoro in casa, quando ho iniziato a girare blog e social network non erano strumenti così usati; per capire il proprio livello di lavoro bisognava muoversi fisicamente e così ho fatto, e non ho mai più smesso! Ho avuto la possibilità di incontrare maestri artigiani che mi hanno arricchito con parole e consigli, ho conosciuto tanta gente illuminata ed ho molti amici in più! È stata la mia vera scuola, mi sono formata così più di ogni altra esperienza. È divertente, ma stancante e a volte frustrante perché il lavoro artigiano non è troppo compreso, ancora di più perché oggi è possibile cambiare accessori ogni giorno con spese minime, chiudendo gli occhi sulla qualità e l’originalità; ma andare in giro mi piace e, pur avendo attivato un blog ed una pagina facebook da ormai un paio di anni (che però ammetto di seguire a fatica), non credo che smetterò di farlo. L’incontro con gli altri, che siano “colleghi” o “clienti”, è fonte molto forte di energia e crescita per me.
9 – Quali obiettivi vorresti raggiungere?
Vorrei continuare a sperimentare ed imparare nuove tecniche, allargare le mie capacità creative e darmi sempre possibilità di rinnovamento; e poi vorrei avere una bottega/studio tutta mia, un posto meno nomade e più stabile, e mi piacerebbe vedere esposti i miei lavori in negozi e punti vendita sia nella mia città che altrove.
10 – A che punto di questo tuo percorso ti senti di essere arrivata?
Faccio pochi bilanci: il mio animo ipercritico tenderebbe a sminuire ed analizzare troppo ogni piccolo risultato raggiunto. Sto lavorando, faccio un passo dopo l’altro ma nonostante tanti anni siano passati mi sento ancora più vicina all’inizio che a metà di questo percorso. Ma il morale è alto, nonostante la fatica, allora vuol dire che la strada è quella giusta! Ho sempre in mente questo pensiero di Robert Anson Heinlein:
“Se per caso appartieni a quella minoranza agitata che sa fare un lavoro creativo, non imporre mai un'idea a forza: la farai abortire, se ci provi. Abbi pazienza e la metterai al mondo quando verrà il momento giusto. Impara ad aspettare"
11 – Con quali altri materiali/tecniche vorresti cimentarti per provare le stesse sensazioni?
Non mi pongo nessun limite, ho voglia di confrontarmi con ceramica, pietra, legno, stoffa e con tutto quello che sarà fonte di ispirazione ed entusiasmo per le mie mani.
Mail: [email protected]
Blog: http://alesperimentale.blogspot.it
Sito: www.sperimentaleaccessori.it Facebook: www.facebook.com/speriment.ale
Luca Ballarini
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