Marco Vichi nasce a Firenze, 20 novembre 1957 e vive nelle Colline del Chianti, in una grande casa davanti ad un oliveto, dove legge, scrive, produce olio e partecipa alla raccolta delle olive, coltiva peperoncini, ha un cagnolino e diversi gatti.
Marco Vichi
Oltre a essere uno dei più significativi scrittori del nostro Paese, tiene laboratori di scrittura in varie città italiane e presso l’Università di Firenze il corso di laurea in Media e Giornalismo. Collabora inoltre alla stesura di sceneggiature, cura antologie di letteratura, scrive su quotidiani e riviste nazionali.
Numerose le sue pubblicazioni, edite quasi tutte da Guanda.
Nel 2002, con il romanzo Il Commissario Bordelli, fa la sua prima apparizione in libreria, da qui, in seguito, è nata una fortunata serie letteraria:
Prima di arrivare a conoscere, Vichi, non avevo la minima idea di chi fosse, poi ho letto con grande interesse Morte a Firenze con cui Marco ha vinto il Premio Giorgio Scerbanenco-La Stampa 2009 come il miglior romanzo noir italiano, e mi sono avvicinata in punta di piedi ai suoi romanzi, dove, sicuramente non poteva passare inosservato, un cuoco sopraffino, come il Botta, soprattutto ne “Il Nuovo Venuto” – TEA nuova edizione speciale del 2011 dove troviamo «Il Vangelo secondo Ennio» (ricette per Bordelli).
Il nuovo venuto
Bordelli vive ed indaga nei luoghi e l’atmosfera della Firenze del dopoguerra. e alla mia domanda su quanto c’e’ di lui, Marco Vichi, in quel personaggio, mi risponde che si e’ ispirato al suo papa’.
Per ulteriori informazioni sulle sue molteplici attività e produzioni vi rimando al suo sito personale
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Marco: – Se mangio male non riesco a scrivere… dunque direi che conta molto.
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico?
Marco: – Una volta ho partecipato a un’antologia sulla “pasta killer”, e ho buttato giù un racconto che s’intitola “Burro e parmigiano”, una dura storia di galera dove si spiegava anche la ricetta… che sembra facile, invece non lo è.
Pasta killer
Angie: -Cosa significa per te mangiar bene
Marco: – Avere un bel rapporto con il mondo.
Angie: -Le tue esperienze lavorative?
Marco: – Scrivere, scrivere, scrivere…
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Marco: – Ce ne sono diversi, ne dico tre (che ho messo anche sul sito www.marcovichi.it) Da Ricca’, a Marina di Massa, un bellissimo ristorante di pesce. Toscani da sempre, un ristorante tipico a Pontassieve. E poi la pizza più buona del mondo (almeno per me), alla Carbonaia di San Casciano Val di Pesa.
Angie: -Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato?
Marco: – Preferisco invitare, ma non disdegno certo gll inviti…
Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Marco: – Adesso sì, ma preferisco non parlarne. Comunque riesco a mangiare piacevolmente.
Angie: – Meglio carne o pesce?
Marco: – Pesce…
Loupiac
Angie: -Se fossi un dolce, quale saresti?
Marco: – Non amo i dolci… Sarei un vino, tipo Loupiac, con un retrogusto di mandorle amare.
Angie: -Se fossi un ingrediente?
Marco: -Peperoncino.
Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??
Marco: – Mi piacciono molto i vini rossi molto scuri.
Angie: – Il tuo punto debole
Marco: – Perché dovrei dirlo? Lo nascondo…
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Marco: – Pasta, salsa di pomodoro, parmigiano.
Angie: -L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Marco: – Cucinare mi rilassa. Mi dedico soprattutto ai primi piatti: pasta e zuppe di verdure.
Angie: -E quello che ti piace mangiare?
Marco: – Il piatto più buono del mondo me lo ha fatto conoscere un caro amico malgascio
Ceviche
(anche grande musicista): si chiama “ceviche”, verdure crude e pesce crudo, il tutto macerato nel succo di limone.
Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Marco: – Un buongustaio…
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai.
caffè e pane e marmellata
Marco: – La colazione (parlo di quella appena alzato) non è che mi appassioni più di tanto. Pane e marmellata, un caffè…
Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?
Marco: - Adoro le zuppe di verdura, i primi e il tonno rosso alla brace. Due cose che proprio non posso mettere in bocca: olive e castagne.
Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina?
Marco: - A volte fanno comodo, ma preferisco i prodotti freschi.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Marco: -Basilico… lo adoro…
Angie: – Limone o aceto?
Marco: -Tutti e due.
Pasta
Angie: – Non puoi vivere senza…
Marco: - Pasta…
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?
Marco: - Le donne non sono tutte uguali, per fortuna. Dunque anche la risposta varia da donna e donna…
Angie: -Hai mai conquistato qualcuno cucinando?
Marco: - Diciamo che la cucina può aver contribuito, ma poi… Ubi maior…
Angie: -Hai mai utilizzato l’ambiente cucina per scrivere e lavorare?
Marco: - La cucina no, ma la sala da pranzo sì.
Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?)
Marco: - Con la fame non si scrive. Lo stomaco è importante. Bukowski diceva addirittura:
Charles Bukowski “La morale dell’uomo ha radice nello stomaco.”
“La morale dell’uomo ha radice nello stomaco.”
Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Marco: - Un vinello sincero.
Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se si’ che tipo di locale prediligi?
Marco: - Non spesso, quasi sempre pizza. Se non è pizza, mi piacciono le trattorie senza pretese dove però si mangia bene.
Angie: – Che fai dopo cena?
Marco: - Non ho una regola… ma spesso dopo cena scrivo.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Marco: - La Brigante, di Maria Rosa Cutrufelli… Un capolavoro che consiglio a tutti.
Angie: -Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…
Marco: - Non saprei, comunque non amo mangiare con il sottofondo di musica.
Angie: – Hobby?
Marco: - Bici e camminate.
Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti?
Marte
Marco: - Marte…
Angie: – Qual è il sogno più grande?
Marco: - Scrivere un romanzo meraviglioso.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Marco: - Certo che sì… Sperando però di sfangare il famoso proverbio: “Il calzolaio ha le scarpe rotte.”
Angie: – Un piatto della tua infanzia
Marco: - Gnocchi di semolino…
Angie: – C’è un piatto che non hai mai provato e che vorresti assaggiare?
Marco: -Sono curioso, vorrei assaggiare tutto quello che non conosco.
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Marco: - In Italia ogni paese ha la sua cucina e spesso anche i suoi “nomi” per ingredienti, ricette e altro. Un esempio fra tutti: a Firenze la bistecca ha l’osso e la braciola è una fettina di carne, a Milano è proprio il contrario.
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Pizza nel forno a legna
Marco: - La pizza…
Angie: – Dopo la cucina italiana, c’è n’è qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Marco: -Tutta la cucina del Nord Africa mi piace assai, soprattutto quella libanese, ma anche quella dell’Est Europa…
Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Marco: - Ho diverse cose da scrivere, e l’idea mi piace. Ma adesso adesso sto raccogliendo olive nel mio campetto.
Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Marco: - Quando ho mangiato troppo…
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Marco: - Ci dovrei pensare una trentina d’anni…
Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori
Marco: - La prendo dal racconto “Burro e parmigiano”, che adesso è finito nella raccolta “Racconti neri” (Guanda Editore): Erano spaghetti burro e parmigiano. Ci aveva messo un sacco di tempo a farli. Prima aveva schiacciato il burro nella scodella con la forchetta, fino a farlo diventare una crema spumosa che a soffiarci sopra ci veniva
Racconti Neri
il buco. Era un sacco di tempo che non vedeva un panetto di burro in quel modo, bianco come il latte. Glielo avevo mandato sua sorella per Natale. Gli aveva mandato anche un piccolo pezzo di parmigiano e un pacco di spaghetti di quelli ruvidi e grossi. Lui aveva grattugiato un po’ di parmigiano e lo aveva messo in una tazza. Poi aveva buttato gli spaghetti, quasi mezzo pacco, e li aveva tormentati con un mestolo per tutto il tempo. Prima di scolarli aveva messo via un bicchiere di acqua di cottura. Aveva rovesciato gli spaghetti non troppo scolati nella scodella foderata di burro morbidissimo, li aveva girati quanto si doveva, poi aveva messo il parmigiano e aveva continuato a mescolarli. Alla fine aveva aggiunto un po’ di acqua di cottura e un po’ di pepe. Anche solo a guardarli si vedeva che erano buoni.
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Marco: - Mmmmm… Fatto… (come disse Valeria Marini).