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Intervista Gastronomica a Mariano Sabatini

Da Anginapectoris @anginapectoris

Mariano Sabatini giornalista e scrittore nasce a Roma, 18 marzo 1971. Dagli anni Novanta ha lavorato per la carta stampata, la televisione e la radio, partecipando regolarmente come opinionista a programmi radio e tv su reti nazionali, satellitari e locali.

Mariano Sabatini

Mariano Sabatini

Pigmalione di Mariano, fu, a suo tempo Luciano Rispoli, era il 1992, quando lo chiamò a sostituire un autore di Tappeto Volante programma che conduceva su Telemontecarlo (TMC).

Da allora ha proseguito parallelamente l’attività giornalistica e quella di autore televisivo.
Nell’ambito del Festival della Letteratura 2013 è stato insignito del Premio Città di Giulianova.
Stimo grandemente, Mariano, per la professionalità con cui svolge il suo lavoro, lo apprezzo ancor di piu’, per non avere peli sulla lingua, e questo, spesso, gli ha creato non pochi problemi.
Per ulteriori informazioni e curiosità su Mariano vi rimando alla pagina di Wikipedia.

Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Mariano: – Conta in generale, credo. Diciamo però che chi scrive e lavora in casa, come faccio io, ha bisogno di meno calorie rispetto a un minatore.

l'Italia s'è mesta...

l’Italia s’è mesta…

Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Mariano: – Ispirare non so… Mi sono occupato di cibo per il settimanale “Bella”, con cui lavoravo, e poi ho indagato il rapporto col cibo italiano dei corrispondenti stranieri che ho intervistato per il mio quinto libro, “L’Italia s’è mesta”. Per inciso, tutti lo apprezzano molto.

Angie: – Cosa significa per te mangiar bene
Mariano: – Ho una passione per il cibo. Vorrei poter mangiare tutto ciò che mi piace, nelle quantità che voglio. Come ovvio, non posso.

Angie: – Le tue esperienze lavorative?

Luciano Rispoli

Luciano Rispoli

Mariano: – Ho fatto l’autore tv in Rai, a Tmc con Luciano Rispoli, e altri network nazionali. Sono giornalista e scrivo libri. Ora sto cercando di finire il mio primo romanzo giallo.

Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Mariano: – Vado poco fuori. Cerco di mangiare e di far mangiare bene gli amici a casa mia. Mi piace ad andare a casa della mia amica Raffaella Spaziani, che è una padrona di casa eccezionale, un’ospite attentissima agli altri e una eccellente cuoca. Poi amo i locali semplici, quando sono a Sant’Andrea sullo Ionio vado spesso alla Locanda di Via Roma: la cucina di Maria Vittoria Dominijanni è inarrivabile.

Angie: – Ti piace invitare amici a cena o a pranzo, o sei più spesso invitato??
Mariano: – Mi piace andare fuori, ma ogni tanto devo pur ricambiare. E lo faccio con grande impegno e con il piacere di far star bene chi mi viene a trovare.

Angie: – Sei mai stata/o a dieta?
Mariano: – Sempre, direi. Non aspiro a diventare Big Jim e detesto chi incontrandoti ti pesa con gli occhi, ma la dieta è uno stile di vita e io mi sforzo di non eccedere, senza negarmi nulla.

Angie: – Meglio carne o pesce?
Mariano: – Preferisco la carne, ma due volte alla settimana la sostituisco con il pesce.

...Se fossi un dolce, quale saresti? ...Uno di quelli con il miele, che col tempo diventano duri come pietra...

…Se fossi un dolce, quale saresti?
…Uno di quelli con il miele, che col tempo diventano duri come pietra…

Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Mariano: – Uno di quelli con il miele, che col tempo diventano duri come pietra.

Angie: – Se fossi un ingrediente?

peperoncino

peperoncino

Mariano: – Il sale! Il peperoncino!

Angie: – Vino, ed in quale ti identifichi caratterialmente??
Mariano: – Mi piace il bianco, ben ghiacciato, ma di indole sono… rosso!

Angie: – Il tuo punto debole
Mariano: – L’Ira, purtroppo. E una certa attitudine ad assecondare i miei difetti.

Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Mariano: – Ho tutto sempre ben fornito, anche perché le provviste sono compito mio in casa. Nel frigo, latte, uova, formaggi, yogurt. In dispensa, la pasta, senza la quale non vivrei.

Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Mariano: – I primi piatti e i dolci, perché sono chimica pura e perché mi dà soddisfazione impastare e vedere cuocere in forno.

Angie: – E quello che ti piace mangiare?

Mozzarella di bufala

Mozzarella di bufala

Mariano: – Tutto. Pasta e formaggi su tutto, per pasta e formaggi rinuncerei al resto. La mozzarella di bufala è una preghiera sempre esaudita.

Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Mariano: – Aperto a molte esperienze.

Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Mariano: – La mattina ho poca fame. Un caffè e poi più tardi latte di soia e una fetta di pane e marmellata, possibilmente casalinga.

Angie: – Di cosa sei più goloso? e cosa proprio non ti piace?
Mariano: – La torta crema e pinoli o la pastiera. Non mi piacciono le interiora, le cervella, la pajata…

Angie: – Che ne pensi dei prodotti surgelati, che dimezzano il tempo in cucina?
Mariano: – Che sono una magnifica invenzione, quando si va di fretta. Senza abusarne.

Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?

Vaniglia

Vaniglia

Mariano: – La vaniglia mi ben dispone.

Angie: – Limone o aceto?
Mariano: – Non ho preferenze, ma l’aceto deve essere balsamico di Modena.

Angie: – Non puoi vivere senza…
Mariano: – Un bel piatto di spaghetti cacio e pepe.

Angie: – Dici parolacce?
Mariano: – Sì, e ne rivendico l’uso. Molto più volgari, spesso, sono quelli che si vantano di non dirne. Anche in tv.

Angie: – La parola che dici piu’ spesso?
Mariano: - “Come dire?”, una frasetta di passaggio di cui faccio abuso…

Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?
Mariano: – Dedicarle tempo e attenzione, sempre, anche in cucina.

Angie: – Una “fantasia erotico gastronomica”?
Mariano: – Non è un connubio che mi stuzzica. Però, una volta, dopo una cena piccantissima al ristorante africano…

Mariano Sabatini

Mariano Sabatini

Angie: – Hai mai conquistato qualcuno cucinando??
Mariano: – Non ho mai teso trappole culinarie. Mangiare è un rito troppo sacro per finalizzarlo ad altro.

Angie: – Hai mai utilizzato l’ambiente cucina per (scrivere) e lavorare?
Mariano: – Sempre direi. Oggi con laptop si scrive ovunque.

Angie: – La verve letteraria, lo stimolo per incominciare a raccontare, avviene a pancia piena o a digiuno?
Mariano: – Ne satolli né a digiuno, altrimenti si è distratti.

Angie: – Preferisci di più il dolce o il salato quando sei preso dal tuo lavoro?
Mariano: – Quello che c’è abbranco.

Angie: – Hai qualche episodio legato al cibo da raccontare? O una cosa carina e particolare che ti è successa?
Mariano: – Solo che mi rendo spesso conto, anche per il condizionamento della tv, che si finisce per parlare molto di cibo, di cucina, di ingredienti. Io poi amo andare al mercato di quartiere, uno dei più grandi e forniti di Roma, a scegliere gli ortaggi dai coltivatori. Con molti di loro ho instaurato un rapporto amichevole.

Angie: – Vai spesso a pranzo/cena fuori, se si’ che tipo di locale prediligi?
Mariano: – Non molto. Scelgo quelli semplici, magari a conduzione familiare. Due o tre volte all’anno mi faccio del male, con le mie figlie e la mia compagna, al cinese o al fast food.

Angie: – Che fai dopo cena?
Mariano: – Cado morto sul divano. Un po’ di tv, perché facendo il critico tv devo guardarla, e poi a letto a leggere.

Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Mariano: – Ho una rubrica su Idea Radio e devo leggerne moltissimi per consigliarli agli ascoltatori. Ora sto terminando “Dritto al cuore” di Elisabetta Bucciarelli, che apprezzo da tanto, e “Inchiesta su Maria” di Corrado Augias.

Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…

Mariano: – Adoro il jazz e la voce di Ella Fitzgerald.

Angie: – Hobby?
Mariano: – Leggere, leggere, leggere.

Angie: – Se fossi un personaggio mitologico chi saresti?

Zeus
Mariano: – Mi piacerebbe Giove. Troppo ambizioso?

Angie: – Qual è il sogno più grande?
Mariano: – Vivere bene del mio lavoro, pare però che non sia più possibile.

Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Mariano: – Datti una calmata.

Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoco/a?
Mariano: – No, sarebbe una lite continua. Oppure saremmo entrambi obesi.

Angie: – Un piatto della tua infanzia
Mariano: – Il pancotto. Pane raffermo, acqua con aglio e foglie di lauro, sale e poco parmigiano.

Angie: – C’è un piatto che non hai mai provato e che vorresti assaggiare?
Mariano: – Tanti, tantissimi, troppi. Ma ho la vita davanti.

Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Mariano: – Esiste quasi solo in cucina, direi. Come si mangia in Italia… dove altro?

Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?

Spaghetti pomodoro e basilico

Spaghetti pomodoro e basilico

Mariano: – Gli spaghetti, pomodoro e basilico.

Angie: – Dopo la cucina italiana, c’è n’è qualcuna internazionale che preferisci? Se sì quale?
Mariano: – Molte. Ma nessuna nella sua totalità, come la nostra.

Angie: – A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
Mariano: – Finire il mio romanzo, che mi pervade totalmente. È più difficile di quanto immaginassi e molto più divertente.

Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Mariano: – Ingordo? Sì, ingordo. Ma trattenuto.

Angie: – A che piatto paragoneresti Letta, Berlusconi, Renzi, Vendola, Beppe Grillo?

Renzi...una di quelle bustine di caramelle scoppiettanti

Renzi…una di quelle bustine di caramelle scoppiettanti

Mariano: – Un lesso. Un arrosto bruciacchiato. Una di quelle bustine di caramelle scoppiettanti. Orecchiette con le cime di rapa. Trofie al pesto, ma scotte.

Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Mariano: – Quando succede mi incazzo parecchio. Solo in questo ambito cerco la perfezione.

Angie: – Se tu dovessi abbinare una pietanza a ogni personaggio del tuo romanzo, quali sceglieresti?
Mariano: – Sono troppi. Il protagonista è una bella pizza dai molti gusti, lei una brioches appena sfornata. Il cadavere è un pezzo di carne avariata.

Angie: – Quale personaggio del tuo libro potrebbe essere “la mela proibita”?
Mariano: – C’è ma non anticipo nulla.

Angie: – Prova a descrivere il tuo romanzo – o parti di esso – con metafore culinarie, tipo “nutrimento dell’anima”.
Mariano: – Il morso fatale?

Angie: – Se tu dovessi scegliere uno scaffale di supermercato (o altro negozio simile), dove immagineresti collocato il tuo libro? E perché?
Mariano: – Quello dedicato ai best seller, che domande? C’è in ogni supermercato. Di solito vicino alle casse.

Angie: – Stai pensando alla trama da mettere su carta, sei preso dal vortice dell’ispirazione: dove ti percepisci? (es. in un agrumeto, in un campo di pomodori, in una distesa di mais, in un vigneto ecc.)

cucina stile 800

cucina stile 800

Mariano: – In una di quelle cucine ottocentesche, con le pentole di rame appese, le trecce d’aglio, pomodorini e peperoncini messi a seccare. La madia. Il tavolone. Bella bella bella.

Angie: – “Panem et circenses”. Sostituisci ai giochi da circo i libri. Cosa ti evoca a livello sensitivo e immaginifico?
Mariano: – Tutti i romanzi di Stephen King, un mago del racconto.

Angie: – quale attore sceglieresti per ricoprire il ruolo del protagonista del tuo libro? E di qualcuno dei “secondari”?

cesarebocci
Mariano: – Mi piace come recita Cesare Bocci, il vice di Montalbano.

Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Mariano: – Festina lente. Affrettati lentamente.

Angie: – in conclusione, una tua ricetta per i miei lettori

Polpette di melenzane

Polpette di melenzane

Mariano: – Polpette di melanzane. Fattele a pezzettoni, quelle tonde e viola, lessatele in acqua e sale. Strizzatele e amalgamatele con formaggio pane ammollato, uova e basilico tritato. Fritte o al sugo sono magnifiche.

Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Mariano: – Ma non potremmo citare Larry King o Enrico Mentana? Va bene… Come finirà l’Italia? Speriamo bene. Ma la speranza è un’invenzione dei padroni, come diceva il mio adorato Mario Monicelli.

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