Michelangelo Iossa nasce a L’Aquila nel 1974, giornalista, press-agent e ricercatore universitario, vive e lavora a Napoli.
È tra i maggiori studiosi italiani dei Beatles ai quali ha dedicato reportage, special in tv e in
Michelangelo Iossa
radio e cinque differenti volumi: The Beatles (Editori Riuniti), Le Canzoni dei Beatles (Editori Riuniti), Gli Ultimi Giorni di Lennon (Infinito Edizioni), Le Canzoni di George Harrison (Editori Riuniti) e Paul McCartney a Napoli – 5 giugno 1991 (New Media Edizioni).
Direttore responsabile di www.BeatlesNews.it, dagli anni ‘90 ad oggi ha collaborato e collabora con numerose testate giornalistiche: Jam, RockStar, L’Isola, Live-In Magazine, Neròk, EM/ME, MovimentiProg e da ultima la webzine Optimagazine e tanti altri.
Angie: – Quanto conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Michelangelo: – Direi moltissimo: il mio lavoro combina insieme elementi diversi, da quello di front office / commerciale a quello di back office ‘a colpi di PC e scrivania’, non privo di trasferte, spostamenti e incontri di lavoro in giro per l’Italia. Mi piace dare il via alla
Plumcake
giornata con un bel caffè, poi un plumcake e – a metà mattinata – un bel piatto di frutta ben tagliata (la mela è da sempre la mia preferita!). Nel corso della giornata non supero le quattro tazzine di caffè e pranzo senza eccessi e senza vino. In questo periodo sto provando a disciplinare la mia alimentazione: sono in sovrappeso e questo fattore non coincide con la mia natura di ‘generosa forchetta’!
Angie: – Nel lavoro che svolgi ti sei mai ispirato a qualcosa di gastronomico?
Michelangelo: – Molto spesso. Tra il 2003 e il 2009, con la mia collega Francesca Capriati, ho elaborato eventi dedicati al rapporto tra gastronomia e storia, gastronomia e cinema, gastronomia e letteratura attraverso numerosi appuntamenti tematici: da Tre Millenni di Cibo e Vino a Il Gusto della Letteratura, da Il Cuoco Galante a La Cucina Immorale.
Iossa – James Bond
Recentemente ho proposto anche una degustazione di cocktail e pietanze ispirate alla letteratura di Ian Fleming e ai film della sua ‘creatura’ letteraria James Bond per un paio di appuntamenti/evento dedicati al leggendario agente segreto.
Angie: – Cosa significa per te mangiar bene?
Michelangelo: – Apprezzare la ‘stratificazione’ culturale che c’è dietro ogni ricetta, condividere la gioia della tavola, sperimentare le migliori tradizioni gastronomiche locali, rilassarsi e gustare senza fretta. L’Italia è una delle terre più ‘felici’ in tal senso; dalla piccola trattoria al grande ristorante, il nostro Paese riserva sorprese, tradizioni e percorsi di grande fascino: è necessario lasciarsi catturare!
Angie: – Le tue esperienze artistiche e lavorative?
beatles
Michelangelo: – Da sempre cerco di combinare le mie passioni e i differenti profili professionali che mi vedono impegnato: la musica, i Beatles, i Peanuts e 007 da un lato, e il lavoro di press-agent e ricercatore universitario dall’altro. Connubi non sempre facili ma entusiasmanti: tutto sommato è un atteggiamento molto rinascimentale e – permettimi una facile battuta - ‘michelangiolesco’!
Angie: – Hai un ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì, dove?
Michelangelo: – Come ti dicevo poco fa, trovo che l’Italia sia ancora un luogo estremamente entusiasmante sotto il profilo enogastronomico. Negli anni più recenti ho sperimentato eccellenti connubi cibo/vino in alcuni ristoranti; mi viene in mente La Conca Marina di Alimuri a Meta (NA), o l’Osteria della Spina Santa di Giffoni Valle Piana (SA), o ancora il Ristorante Antico Francischiello di Massa Lubrense (NA), La Cavola D’Oro e La Locanda dello Spuntino di Grottaferrata (ROMA), il Calabrone a Milano, La Tagliata di Montepertuso (Positano (SA) e il Ristorantino La Piazzetta a Napoli. Complice il mio lavoro di addetto stampa della rassegna culturale Slow Tour Campi Flegrei, ho sviluppato una personale passione per la pizza del Batis di Baia [NA], a mio parere una delle migliori in Campania.
Angie: – Sei mai stato a dieta?
Michelangelo: – Sì, purtroppo…
Angie: – Meglio carne o pesce?
Michelangelo Iossa
Michelangelo: – Ho una preferenza per i piatti a base di pesce, cucinati con semplicità e leggerezza. In questa piccola grande ‘gara’ tra carne e pesce, quest’ultimo trionfa di una piccola incollatura con una necessaria eccezione: durante un mio viaggio in Argentina nel 2005 [San Rafael, Mendoza e Buenos Aires] ho scoperto alcuni piatti di carne straordinariamente buoni; l’asado è un rito di grande fascino, che è parte integrante della cultura popolare argentina.
Angie: – Se fossi un dolce, quale saresti?
Michelangelo: – Probabilmente un bel bignè al caffè, il mio preferito!
Angie: – Vino?
Michelangelo: – Preferisco i vini bianchi. Negli ultimi anni mi hanno ‘catturato’ due bianchi
Yarden
eccellenti: uno Yarden israeliano e un Elena Walch italiano. Per motivi di appartenenza territoriale, ho un legame ‘di gusto’ con i vini bianchi e rossi prodotti in Campania: eccellenti durante il pasto, ormai elementi-chiave del patrimonio e dell’identità locale e nazionale.
Angie: – Il tuo punto debole
Michelangelo: – Più d’uno: la pasta e besciamella al gratin; la pizza; gli spaghetti con la
spaghetti con la mollica
mollica; ‘a genuvese (la genovese, regina della gastronomia partenopea); le uova alla monachina; la cioccolata…
Angie: – Nel tuo frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Michelangelo: – Un buon pezzo di parmigiano di Reggio Emilia, un buon vino bianco, la pasta di Gragnano, le uova, i cioccolatini.
Angie: – L’aspetto che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti piace cucinare di più in assoluto?
Michelangelo: – Mi affascina la dedizione del cuoco / della cuoca e la magia delle combinazioni ‘chimiche’ tra gli ingredienti: un rito scientifico al servizio del gusto e dell’emozione!
Angie: – E quello che ti piace mangiare?
pasta e besciamella al gratin
Michelangelo: – Dovendo sceglierne uno solo, probabilmente la pasta e besciamella al gratin. È il mio piatto preferito sin da bambino.
Angie: – Come ti definiresti a tavola?
Michelangelo: – Un buon compagno di forchetta, un curioso ‘collaudatore’!
Angie: – La colazione ideale e quella che invece normalmente fai.
Michelangelo: – La colazione ideale: latte freddo / caffè / plumcake. La colazione ‘reale’: caffè appena sveglio e plumcake dopo un’ora circa.
Angie: – Di cosa sei più goloso?
Michelangelo: – Amo il cioccolato e le sue infinite declinazioni, la pasta di mandorle, tutta la pasticceria napoletana e quella siciliana. Tra i dolci stranieri, primeggia il galaktoboureko greco.
Angie: – La cucina e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Basilico
Michelangelo: – Il profumo del basilico. È un tuffo nel mondo mediterraneo, nella bellezza e nella semplicità della gastronomia dell’Italia meridionale.
Angie: – Limone o aceto?
Michelangelo: – Limone senza dubbio.
Angie: – Non puoi vivere senza…
Michelangelo: – Pane, caffè, acqua rinfrescante e un buon piatto di pasta!
Angie: – Esiste un legame tra cucina e sensualità?
Che cosa secondo te conta di più nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare?
Michelangelo: – Isabel Allende e Manuel Vasquez Montalbàn dimostrano un chiaro legame tra eros e cibo con i loro libri La Cucina di Afrodite e Le Ricette Immorali.
Una buona cena, un vino piacevole, un bel dolce e gli occhi che si incontrano: non manca proprio nulla per favorire un’elegante seduzione!
ratatouille
Angie: – Una tua ricetta per i miei lettori
Michelangelo: – Scelgo, con molto piacere, una ricetta tradizionale abruzzese;
è un piccolo grande omaggio a L’Aquila, la città in cui sono nato, una delle più belle d’Italia.
Anche nel film Ratatouille, della Walt Disney, il topino Remy, protagonista principale della pellicola, parla dello zafferano aquilano, (prodotto a denominazione di origine protetta, coltivato esclusivamente in provincia dell’Aquila ed in particolare nell’Altopiano di Navelli) il migliore al mondo!
Maccheroni alla chitarra con zafferano de L’Aquila e tartufo nero d’Abruzzo
ingredienti per 6 persone:
zafferano dell’Aquila
- 500 gr. di farina
- 5 uova
- 0,50 gr di zafferani de L’Aquila
- Olio extra-vergine, sale, parmigiano
Esecuzione: – Con farina, uova e zafferano (sciolto nelle uova) lavorare fino ad ottenere un impasto abbastanza duro.
Formare più panette ed impastare ancora con qualche goccia d’olio. Stendere la pasta in sfoglie non troppo sottili e tagliarle a rettangoli della misura della ‘chitarra’, tipico strumento abruzzese di legno. Posare sulla chitarra, una per volta, le sfoglie rettangolari e passarvi il matterello con forza costante, così che i fili d’acciaio taglino la pasta e formino i maccheroni alla chitarra.
Maccheroni alla chitarra con zafferano de L’Aquila e tartufo nero d’Abruzzo
A parte, in un piccolo tegame, versare un po’ d’olio e del tartufo nero grattugiato. Lasciare riposare. Cuocere i maccheroni bene al dente. Scolare, lasciando un po’ d’acqua ed unire l’olio con il tartufo. Far saltare il tutto per un minuto, aggiungendo del parmigiano e, se serve qualche cucchiaio d’acqua di cottura. Prima di servire, aggiungere del tartufo a lamelle.
Angie: – L’ultimo libro che hai letto?
Michelangelo: – La Pietà perduta’ di Antonio Forcellino (Rizzoli).
Angie: – Il pezzo musicale che mette in moto i succhi gastrici…
Michelangelo: – Il pezzo che fa venir fame? Direi ‘Perché No?’ di Lucio Battisti. “Esser svegliati presto prima delle sei. E fermarsi in trattoria per un panino…”
Angie: – Hobby?
Michelangelo: – Collezionare albi a fumetti dei Peanuts e libri di 007 in varie lingue. La collezione di materiale dei Beatles non è più da considerare un hobby da molti anni!
Angie: – Se fossi un personaggi mitologico chi saresti?
Mercurio di Hendrick Goltzius, 1611 Frans Halsmuseum, Haarlem
Michelangelo: – Mercurio, il messaggero degli dèi. È anche il personaggio-guida del mio segno zodiacale, i Gemelli.
Angie: – Qual è il sogno più grande?
Michelangelo: – Intervistare Paul McCartney, Ringo Starr, Burt Bacharach, Roger Moore o Sean Connery.
Angie: – Cosa ti dicono più spesso?
Michelangelo: – Che bel nome! E ne sono felice: Michelangelo è testimonianza dell’Arte italiana nel mondo.
Angie: – Ti fidanzeresti con una cuoca?
Michelangelo: – Non credo proprio: la mia Elisabetta non approverebbe! Eh eh eh…
Angie: – Un piatto della tua infanzia
Michelangelo: - ‘Stortini’ all’uovo.
Angie: – Oggi si parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Michelangelo: – In Italia sussistono tradizioni territoriali da preservare e, in generale, preferisco sempre – per motivi ambientali, di fruizione e di sostenibilità – la cucina basata su ingredienti “a chilometro zero”. Naturalmente apprezzo molto quei cuochi che sperimentano fusioni tra diverse esperienze regionali, ma ritengo che ‘pensare globalmente e agire localmente’ sia la migliore formula per le tradizioni enogastronomiche italiane.
Angie: – Quale piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Pizza Margherita
Michelangelo: – Verde, bianco e rosso: la pizza Margherita, senza dubbio! W l’Italia!
Angie: – Dopo la cucina italiane, c’è ne qualcuna internazionale che preferisci? Se sì, quale?
Michelangelo: – Potrà apparire banale, ma senza dubbio quella francese. Il rapporto di ‘cuginanza’ con i cittadini d’Oltralpe si manifesta anche nel nostro amore comune per il buon cibo e i buoni vini.
Angie: – Come definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente gastronomico?
Michelangelo: – Entusiasta e curioso.
Angie: – A che piatto paragoneresti Berlusconi? e Di Pietro?
Michelangelo: – Berlusconi: risotto alla milanese. Di Pietro: cavatelli con un sugo di carne della tradizione molisana.
Angie: – La cucina ti ha mai tradito?
Michelangelo: – Non sono mai riuscito ad innamorarmi del sushi e del sashimi. Ma non desisto!
“Felicità è un contorno di patatine fritte!”
Angie: – Se dovessi riassumere la tua filosofia di vita?
Michelangelo: - “Felicità è un contorno di patatine fritte!” (Snoopy)
Angie: – classica domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Michelangelo: – Cosa vorresti realizzare a Napoli, la città in cui vivi? Una grande struttura poliproduttiva, un contenitore di creatività, comunicazione, musica, un laboratorio di sperimentazione per le performing arts e le arti figurative.