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Intervistato.com | Alberto Cottica @alberto_cottica

Creato il 27 settembre 2012 da Intervistato @intervistato
Qualche tempo fa abbiamo avuto occasione di intervistare Alberto Cottica, economista ed esperto di open data: abbiamo parlato della situazione degli open data in Europa al momento, e in quale modo evolverà l'utilizzo dei dati stessi in ambito business e della pubblica amministrazione.

In primo luogo abbiamo chiesto in quale modo sia possibile evitare che la condivisione e la collaborazione partecipativa si traduca in furto di idee, senza riconoscimento per le persone che hanno creato qualche cosa: secondo Alberto l'ambiente Internet, se ben progettato, si prende cura in modo naturale di questo aspetto. Sotto ogni software “luccicante” c'è un log file, che tiene traccia, ammesso che l'utente non sia anonimo, di tutti gli interventi che vengono fatti.
In caso di contestazione, se qualcuno fa un copia e incolla, il file di log è lì per testimoniare che quell'idea è di una persona e non di un'altra. Certo, il tutto diventa molto più complicato nel momento in cui ci sono di mezzo dei soldi, e rapporti di potere diseguali tra due litiganti. [video]
Abbiamo chiesto ad Alberto quale sia al momento la situazione per quanto riguarda gli open data, ed a suo avviso è ottima, non è mai stata così buona. Il mondo si divide in due: Stati Uniti, che sono stati il prime mover, e tutto il resto del mondo. Il “resto del mondo” sta andando con grande gioia e determinazione verso gli open data, che sicuramente sono un'idea destinata ad andare forte almeno per qualche anno. I motivi sono semplici: non costano quasi niente, hanno un senso intuitivo e mettono a valore delle spese già sostenute dalla pubblica amministrazione. Si prestano inoltre ad indicatori di valutazione oggettivi, numeri facilmente spendibili dagli amministratori nel momento in cui bisogna dimostrare ai cittadini che si sta lavorando. [video]
Intervistato.com | Alberto Cottica @alberto_cottica Gli Stati Uniti, invece, sono in una fase di raffreddamento: hanno approcciato infatti gli open data nell'ottica di crescita del PIL, e non dell'aumento della trasparenza e intelligenza del governo. Si sperava che gli open data sarebbero stati la base per ecosistemi di impresa che avrebbero creato lavoro e ricchezza, ma purtroppo le cose non sono andate esattamente come pianificato. [video]
Abbiamo naturalmente chiesto ad Alberto se pensa che l'andamento sarà lo stesso anche nel resto del mondo: secondo lui è del tutto possibile che nel lungo periodo diventi il propellente di un sistema economico mutante, diverso da quello che conosciamo oggi, ma è anche vero che un ciclo politico dura circa 2 anni, e molto dipenderà da come verrà impostato il dibattito in merito. Alberto stesso difende l'idea che vadano fatti non aspettandosi ricchezza in denaro, ma perché così si rende la pubblica amministrazione più smart, e di conseguenza si risparmiano molte risorse. [video]
Per quanto riguarda il dibattito sugli open data, i dubbi principali riguardano la capacità della società di usare bene quei dati. Ci sono vari problemi: in primo luogo il conservatorismo dei detentori dei dati, dall'altra parte la difficoltà di lettura ed interpretazione dei dati stessi. E' necessario infatti avere un minimo di data literacy per saperli leggere e usare in maniera ottimale. [video]
Se, tuttavia, si riuscisse a creare una classe di giornalisti, professionisti dell'informazione, che siano in grado di leggere i dati e di scrivere storie convincenti a partire da questi, allora avremmo qualcosa che confina quasi con la ricerca sociale. Ma soprattutto si riuscirebbe a spostare l'attenzione del pubblico dal pettegolezzo, e riportarla a cose che hanno più influenza nelle nostre vite. Non è infatti il gossip, ma variabili economiche quantificabili e quantificate, che però noi non sappiamo leggere. [video]
I dati dunque sono proprietà dei cittadini, ma bisogna distinguere tra dati statistici, che vengono raccolti per essere dati ai cittadini e ai ricercatori, e dati di funzionamento, che invece vengono raccolti per altri fini. Tuttavia, una volta raccolti possono generare valore di altro tipo: in tutti i casi comunque sono pagati con le tasse dei cittadini. [video]
Infine Alberto ha sottolineato l'importanza di sfruttare questi dati per il miglioramento della PA: se una volta recuperare informazioni e fare le relative analisi era dispendioso in termini di tempo e denaro, ora è possibile recuperare i dati in 30 secondi, fare un'analisi in 20 minuti e farne una più approfondita in 2 ore. Un ottimo potenziale per migliorare la vita di tutti i cittadini.
Invito tutti naturalmente a visionare l'intervista integrale, molto più ricca ed approfondita di questa mia breve sintesi!
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata


Intervistato.com | Alberto Cottica
Some time ago we had the pleasure of interviewing Alberto Cottica, economist and expert of open data: we talked about the situation of open data in Europe at the moment, and in what way the use of the data will evolve in business and in the PA.
First of all we asked in what way it is possible to avoid that sharing and partecipative collaboration turn into a theft of ideas, without any kind of recognition for the people who have created something: Alberto believes that the Internet environment, if well designed, takes care of the matter in a natural way. Under every shiny software there's a log file, that keeps record, unless the user is anonymous, of all the changes that are made.
In case of contestation, if someone copies something, the log file is there to testify that the idea was originally of one person and not the other. Of course, everything becomes more complicated when there's money involved, and power feuds between the two parts. [video]
We asked Alberto what is at the moment the situation of open data, and in his opinion it's great, and never been better. The world is divided in two parts: the United States, that have been the prime mover, and the rest of the world. The "rest of the world" is going with joy and determination towards open data, which are surely an idea destined to have great success at least for a few years. The reasons are simple: they don't cost almost anything, they have an intuitive interpretation and put value into expenses that have already been done by the PA. Furthermore, they are great at being measured with objective evaluation indicators, numbers that are easily spent by administrators who need to show citizens that work is being done. [video]
The United States are in a phase of cooling down: they've approached open data in a IGP growth optic, not the increase of transparency and intelligence of the government. They hoped open data would be at the base for business ecosystems that would have created work and wealth, but unfortunately things haven't gone exactly as planned. [video]
We asked Alberto whether he believes the trend will be the same for the rest of the world: he thinks that it is very possible that in the long term it will become the propeller of a mutant economical system, different from what we know today, but it is also true that a political cycle lasts 2 years, and much will depend on how the debate will be put together. Alberto defends the idea that open data should be done because it is right, and not expecting immediate wealth: the advantage is that the PA becomes smarter, and therefore manages to waste less and save more resources. [video]
As for the debate on open data, the major doubts regard the ability of society of using that data well. There are several problems: first of all the conservatorism of the data owners, on the other side the difficulty of reading and interpretation of the data itself. It is necessary to have a minimum of data literacy to be able to read them and use them adequately. [video]
If, however, a new class of journalists is created, people who are professionals of information, that are capable of reading data and writing convincing stories starting from it, then we'll have something that almost confines with social research. But of course we could shift the attention of the audience from gossip to things that have more impact on our lives. It's not gossip that has impact, but economical variables that are quantifiable and quantified, but that we are unable to read. [video]
The data are property of citizens, but we must distinguish between statistical data, that are gathered in order to be given to citizens and research, and functional data, that are gathered for other purposes. However, once the data is gathered, they can generate value of other kind: in both cases they are paid for with the taxes of the citizens. [video]
Finally Alberto has underlined the importance of exploiting these data to better the PA: if once it was extremely difficult to get information and make analyses on them was costly in terms of time and money, now it is possible to download data in 30 seconds, make a first analysis in 20 minutes and a more structured one in 2 hours. Which is great potential to make the citizens' life easier and better.
I invite you to view the full interview, much richer and more detailed than my brief synthesis!
Enjoy!

Maria Petrescu | @sednonsatiata

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