Un’arte che viene da lontano. L’arte di annodare e intrecciare il tessuto conosce il suo epicentro in medio oriente e si diffonde presto in tutto il resto del mondo. Il tappeto orientale è considerato alla stregua delle altre forme d’arte. L’artista contemporaneo Alighiero Boetti trascorre più di dieci anni tra Afghanistan e Pakistan a studiare questa antica maestranza.
Il genio dell’artista si fonde con una tradizione manuale millenaria. È cosÌ che enormi mappe geografiche divengono – tra le sapienti mani delle donne afghane- meravigliosi tappeti. La tecnica è sempre la stessa: l’annodatura di fili di lana e cotone.
Non è un caso che ad annodare siano donne perché i tappeti orientali contano fino a 450 mila nodi per metro quadrato. La lana, a ancora di più la seta, richiedono un’enorme precisione nonché dita agili e sottili per eseguire l’annodatura.
È tornata da qualche tempo l’arte manuale dell’annodatura, in una veste nuova che interroga maggiormente le esigenze del nostro tempo. Stiamo parlando del macramè, arte nasce in terra Sumera e viene utilizzata principalmente per fermare i tessuti. Per eseguire questa speciale tecnica dell’annodatura, non servono né ferri né uncinetti perché sono sufficienti le mani. Sono state le donne liguri ad appropriarsene rendendolo un ornamento per asciugamani, lenzuola, tovaglie e corredi da sposa. Questa tecnica non conosce confini perché è finita un po’ ovunque, in particolar modo nei paesi dell’America Meridionale. Di mano in mano, di madre in figlia, la tecnica si e’ arricchita secondo la capacita’ e la fantasia delle sue creatrici, rimanendo comunque sempre fedele ai motivi di base.